Il Frosinone da sogno abbatte il Pescara e prova la fuga (di F. Cortina)

Il Frosinone, con un filo di acceleratore, regola anche la pratica Pescara. Tris con concentrazione. Quinta vittoria di fila. Sedicesimo risultato utile consecutivo.

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

FROSINONE (3-4-1-2): Bardi; Brighenti, Ariaudo, Terranova; M. Ciofani, Chibsah, Maiello, Beghetto; Ciano; D. Ciofani (44′ st Volpe), Dionisi (34′ st Citro).
A disposizione: Vigorito, Russo, Besea, Frara, Soddimo, Paganini, Krajnc, Koné.
Allenatore: Longo.

PESCARA (4-3-3): Fiorillo; Balzano (31′ st Fiamozzi), Campagnaro, Perrotta, Mazzotta; Coulibaly, Carraro, Brugman (12′ st Valzania); Yamga, Pettinari, Baéz (31′ st Cocco).
A disposizione: Savelloni, Crescenzi, Bunino, Elizalde, Machin, Gravillon, Capone, Cappelluzzo.
Allenatore: Zeman.

Arbitro: signor Riccardo Ros di Pordenone; assistenti sigg. Marco Bresmes di Bergamo e Niccolò Pagliardini di Arezzo; Quarto Uomo signor Francesco Fourneau di Roma1.
Marcatore: 5′ st Ciano, 19′ st Terranova, 45′ st Chibsah.
Note: spettatori totali 10.946, incasso totale euro 86.585,95; angoli: 4-3 per il Pescara; ammoniti: 19′ pt Campagnaro, 21′ st Coulibaly; recuperi: 4′ st.

La calma e la pazienza sono virtù che nello sport pagano, anzi premiano. Quando una squadra di calcio riesce a raggiungere il risultato senza assilli e senza la spasmodica ricerca del gol, forzando situazioni anche semplici, allora si può essere quasi certi di avere di fronte un gruppo di vincenti che viaggiano verso un obiettivo più alto. Cinque vittorie consecutive, scaramanzie e scongiuri a parte, possono fare del Frosinone una squadra vincente, una di quelle che non ha più bisogno di nascondersi, perché la sua luce è troppo forte per non essere notata.

 

SOLO UN FILO DI GAS

E la squadra di Longo lo ha dimostrato anche quest’oggi allo “Stirpe”, contro il Pescara, regolando la squadra di Zeman con un 3-0 arrivato, come si dice in gergo motoristico, con un filo d’acceleratore. Zeman propone il solito 4-3-3 ed il suo collega piemontese Longo il classico 3-4-1-2. Il primo tempo è quasi una partita di scacchi, più che di pallone. Al 3′ Dionisi la può sbloccare subito, ma il pallone che gli schizza affianco in area e che lui arpiona con la punta va alle stelle. Ci provano anche Ciano e Matteo Ciofani da fuori, ma non impensieriscono Fiorillo.

Chi ha pensieri, al 17′ è Bardi, che si trova di fronte il giovane Yamga che tira a botta sicura da distanza ravvicinata: il portiere livornese salva prima col tacco del piede e poi col guantone.

 

IL RISVEGLIO DEL PESCARA

I ritmi si mantengono bassi, il Frosinone studia la preda che Longo aveva ben presentato: “Sanno anche difendersi” ed il tecnico aveva ragione. La squadra giallazzurra non gioca mai sulla sinistra e per una volta che Beghetto viene chiamato in causa, al 35′, la sua finta ed il suo cross fanno ammattire mezza difesa abruzzese, col pallone pronto per essere trasformato in gol lisciato da Dionisi, Ciano e Matteo Ciofani.

La fine del primo tempo è tutta di marca pescarese: prima un cross di Balzano deviato chiama Bardi ad un test dei muscoli lombari e dorsali con un tuffo all’indietro, poi due tiri da fuori di Baez e Brugman creano qualche sospiro e nulla più sugli spalti. Il riposo però è provvidenziale.

 

SECONDA PARTE

All’inizio della ripresa il Pescara ci riprova a prendere l’iniziativa, ma Ciano decide di rompere gli indugi e spezzare l’equilibrio. Di fatto non aveva ancora mai fatto sparare il suo sinistro, lo fa quindi dopo cinque minuti dall’inizio: vede Fiorillo un pochino avanti, prende la mira e “BUM” da 30 metri. Il pallone schiaffeggia la traversa ed entra in rete.

La reazione pescarese è veemente, ma disordinata. L’occasione migliore la ha Coulybaly dopo un eccesso di sicurezza di Ariaudo in area al 10′, ma il suo tiro è centrale. Al 18′ il Frosinone dopo un’azione manovrata manda Brighenti al cross, la palla arriva in a-rea a Matteo Ciofani che continua a studiare da attaccante ed incorna, stavolta Fiorillo non si lascia trafiggere.

 

UNO E SUBITO DUE

Per il raddoppio è questione di attimi: giusto il tempo per Ciano di poggiare il pallone a terra, lucidare il sinistro ed accarezzare il pallone indirizzandolo in area. Al resto ci pensa il capoccione di Terranova che insacca l’angolo destro e mostra la mitraglia alla curva nord. Da qui in poi è un monologo giallazzurro: Maiello prende per mano la squadra e la manovra come se avesse un joystick tra le mani nella gestione del possesso. Il Frosinone non rischia più e tenta ancora da fuori con Ciano e con Daniel Ciofani ad arrotondare il punteggio.

Al 33′ Coulibaly sveglia Bardi che risponde “presente” alzando un destro del centrocampista sopra la traversa. Al 42′ Chibsah e Citro partono mano nella mano in contropiede, il cen-trocampista ghanese riceve palla in area e tira, ma strozza troppo il destro. Solo applausi per lui, anche con un po’ di tenerezza dallo stadio: è un mediano, non certo un goleador.

 

FACCIAMO TRE

Dopo sei minuti però Raman non ci sta e su azione d’angolo riceve palla ai 20 metri, pensa tra sé “Ci riprovo, hai visto mai” ed il pallone stavolta va a morire in fondo alla rete, regalando il 3-0 al Frosinone.

Al fischio di Ros il Frosinone si ritrova solo in vetta, con un discreto vantaggio e tante consapevolezze in più. Su tutte quella di essere una squadra che viaggia con maturità, calma e pazienza su una scala verso l’alto, una scala che i Led Zepplin chiamavano “Stairway to heaven”. La traduzione la lasciamo a chi non è scaramantico.