I protagonisti del giorno. Top e Flop del 3 settembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

ROBERTO SPERANZA

In Parlamento il ministro della Salute ha spiegato che la riapertura delle scuole non è una priorità del Governo o delle Regioni e delle  Province, che pure stanno lavorando insieme per raggiungere l’obiettivo del 14 settembre. In realtà si tratta di una priorità del Paese, perché la scuola caratterizza e misura il grado di civiltà della nostra società.

Roberto Speranza © Filippo Attili / Imagoeconomica

Non sarà semplice, ma proprio per questo è fondamentale che professori e alunni tornino a incontrarsi e a confrontarsi quotidianamente. Non c’è solo l’aspetto della didattica, esiste altresì quello della vita quotidiana, che fa rima con crescita.

Il ministro della Salute in questo modo ha fatto capire anche che la ministra Lucia Azzolina non è certo isolata.

Uomo squadra.

ROSY BINDI

Ha rilasciato un’intervista all’HuffPost, che descrive così l’intenzione dell’ex pasionaria di fede democristiana. “Sì, esatto: la figlia di Scalfaro, il figlio di Zaccagnini e la nipote di Calamandrei”. Eccola, Rosy Bindi, solita pasionaria, perché “mica servono gli incarichi per difendere la Costituzione”.

Ha appena presentato un documento, in cui si invita a votare No al referendum. E in calce parecchie firme che evocano il fascino del Novecento e delle culture costitutive della Carta. C’è anche la centenaria Marisa Rodano e il quasi centenario Guido Bodrato. E poi Don Ciotti di Libera, Susanna Camusso, l’Anpi, l’ex presidente del Senato Pietro Grasso”.

Lei al referendum voterà No e spiega: “Piuttosto ribalterei il ragionamento di Zingaretti: proprio perché ho a cuore la Costituzione, sono tra i più interessati affinché il Governo arrivi a fine legislatura perché in mezzo a questo percorso c’è l’elezione del presidente della Repubblica, che della Costituzione è il supremo garante. Ho sempre ritenuto che si potesse intervenire sul numero dei parlamentari, nell’ambito di un disegno organico di riforma in grado di superare il bicameralismo perfetto. Non è questo il caso, in quanto il taglio lineare lascia irrisolti i problemi di fondo della democrazia parlamentati”.

Di più ancora: “È una riforma sbagliata e pericolosa, che aggrava tutti i problemi esistenti. Ci vedo certamente un pasticcio, ma non sempre i risultati dipendono dalle intenzioni, talvolta possono scappare di mano. E i pasticci sono fonti di derive, nella misura in cui viene indebolito il Parlamento e la rappresentanza. Questa scelta introduce nella modifica della Costituzione una torsione demagogica e populistica.

Non le è mancato il coraggio. In questo caso però Rosy Bindi parla anche alla profonda coscienza del Pd. Un coscienza contraria al Sì.

Pasionaria per sempre.

 FLOP

VITO CRIMI

Ventotto parlamentari del Movimento Cinque Stelle non hanno partecipato al voto di fiducia a favore del Governo. Subito dopo il Movimento si è affrettato a dire che soltanto 7 erano ingiustificati. Per la verità erano 50 i malpancisti inizialmente, ma alla fine in tanti hanno capito che con quei numeri (50) si andava a casa.

Luigi Di Maio e Vito Crimi Foto © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

Molti hanno visto la regia del ministro degli esteri Luigi Di Maio dietro l’operazione. Di Maio però si è affrettato a chiamare Giuseppe Conte per dire che lui non c’entrava nulla. In ogni caso ormai da mesi nei Cinque Stelle va avanti quella che sembra una guerra tra bande. Sia nell’ambito della maggioranza che sostiene il premier, sia nei rapporti con il Pd.

La farsa sulle alleanze è indicativa. Il capo politico, sulla carta, è Vito Crimi, che però è evidentemente stretto nella morsa formata da Beppe Grillo e Luigi Di Maio.

I Cinque Stelle non riescono ad avere uno straccio di linea politica. Crimi fa da capro espiatorio e non è giusto. Dovrebbe ribellarsi e lasciare l’incarico.

Sacrificato sull’altare.

MATTEO SALVINI

I sondaggi dicono che in Toscana Susanna Ceccardi (Lega) è ad un solo punto percentuale da Eugenio Giani (Pd). Insomma, il centrodestra può vincere in 5 Regioni su 6 e candidarsi seriamente alla guida del  Paese nel caso di dimissioni del Governo Conte.

Di questo centrodestra il leader è Matteo Salvini, Capitano della Lega. Il quale però non perde occasione per litigare con chiunque, anche con dei manifestanti che lo hanno contestato in Liguria. Lui ha citato Oscar Wilde dicendo che non si litiga mai con gli idioti.

Ma un leader che potrebbe guidare l’Italia e moltissime Regioni a volte dovrebbe lasciar correre oppure tendere la mano. Non dividere continuamente.

Sindrome del citofono.