I protagonisti del giorno. Top & Flop del 12 novembre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

SERGIO MATTARELLA

“L’esempio dei nostri caduti rappresenta un vincolo morale per la continuità del contributo del nostro Paese nei diversi ambiti: le donne e gli uomini presenti nelle diverse aree di conflitto sanno di poter contare sul concorde sostegno del popolo italiano”.

Il Presidente Sergio Mattarella con Lorenzo Guerini, Ministro della Difesa, in occasione della riunione del Consiglio Supremo di Difesa

Meno male che ci ha pensato il Capo dello Stato Sergio Mattarella a sottolineare in modo forte che lo Stato è vicino alle nostre Forze Armate impegnate nelle varie zone di guerra. In questi giorni, dopo l’attentato in Iraq, le prese di posizione del Governo e dei vari partiti sono state tutte deboli e di circostanza.

Il presidente della Repubblica, in un messaggio al Ministro della Difesa Lorenzo Guerini in occasione della giornata dedicata ai caduti militari e civili nelle missioni internazionali, ha detto anche: “L’esempio dei nostri caduti rappresenta un vincolo morale per la continuità del contributo del nostro Paese nei diversi ambiti: le donne e gli uomini presenti nelle diverse aree di conflitto sanno di poter contare sul concorde sostegno del popolo italiano”. Lampo nel buio.

MASSIMO CACCIARI

In un’intervista a Libero il filosofo Massimo Cacciari ha detto  che l’alleanza giallorossa è un accordo creato sulla base di qualche compromesso e che sarebbe stato meglio affrontare il leader della Lega Matteo Salvini apertamente, nelle urne. Perché in quel momento sia il Pd che il Movimento Cinque Stelle avrebbero potuto contenere i danni attraverso una campagna elettorale molto dura nei confronti di Salvini.

Massimo Cacciari con Nicola Zingaretti

Ha spiegato l’ex sindaco di Venezia: “In quel caso Salvini avrebbe vinto ma non stravinto come invece rischia di fare ora, dopo le elezioni in Emilia Romagna”. A proposito delle regionali in Emilia-Romagna, Cacciari ha affermato che dopo una eventuale sconfitta, il Pd “andrebbe in confusione totale e non potrebbe resistere al governo. I giallorossi dovrebbero allora prendere atto che il loro esecutivo è sempre meno rappresentativo delle tendenze del Paese”.

Analisi molto lucida, peraltro confermata dai sondaggi, che danno Lega e Fratelli d’Italia in vertiginosa ascesa. Mentre, nel campo del Governo, tiene solo il Pd. Cacciari però sa anche che nessuno gli darà retta, per il semplice fatto che il terrore delle urne è superiore. Specialmente nei Cinque Stelle e in Italia Viva. Troppo avanti.

FLOP

GIUSEPPE CONTE

L’invito ai ministri a portare idee in Consiglio (dei ministri naturalmente) fa il paio con la dichiarazione agli operai dell’Ilva di non avere la soluzione in tasca. (leggi qui La prova che stiamo affondando)

Giuseppe Conte

Insomma, nonostante la drammaticità della situazione e il perentorio invito del Capo dello Stato Sergio Mattarella a risolvere le questioni dell’Ilva e di Alitalia, il premier Giuseppe Conte non ha un programma, non ha un progetto, non ha un’idea in grado di invertire la rotta. Eppure siamo di fronte ad una crisi di sistema che rischia di travolgere non soltanto il settore siderurgico ma l’intera affidabilità economica del Paese.

Ma davvero, qualcuno può immaginare Giulio Andreotti o Bettino Craxi che chiedono un’idea ai ministri? Oppure Romano Prodi e Silvio Berlusconi che vanno a caccia dello “stellone italico” perché non hanno di meglio da proporre? Ultimo giapponese.

BARBARA LEZZI

L’ex ministra dei Cinque Stelle (che ha il dente avvelenato nei confronti di Luigi Di Maio), in un’intervista a La Verità ha detto con riferimento ad Arcelor Mittal: “Cercano una scusa per andarsene, loro fanno sempre così”. E poi: “Non voterò nessuno scudo, neanche se me lo chiedesse Conte”. 

Barbara Lezzi

Secondo Lezzi, Mittal “non se ne può andare” da Taranto, abbandonando l’ex Ilva. Ha spiegato: “Il contratto non prevede nessuno scudo, l’articolo del contratto prevede il diritto di recesso di Mittal se una nuova norma rendesse impossibile portare avanti il piano ambientale”. Ma “non c’è nessuna norma che renda impossibile questo lavoro”.

Ed esiste “l’articolo 51 del codice di procedura penale che tutela chiunque stia ottemperando a un obbligo che derivi da un’autorità o da una norma giuridica”. 

Ora, qui non si discute sui profili giuridici. Il fatto è che Arcelor Mittal è già andata via e il Governo non sa come fronteggiare la situazione. Barbara Lezzi ha mille ragioni politiche per avercela con Conte e Di Maio. Ma in questo momento in gioco ci sono oltre 10.000 posti di lavoro e la tenuta del Sistema Italia.

Lei fa finta di non vederlo. Indiana.