I protagonisti del giorno * Top & Flop di venerdì 11 ottobre 2019

Foto © Imagoeconomica, Sara Minelli

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

URBANO CAIRO

L’indiscrezione, riportata da Il Fatto Quotidiano, è stata rilanciata da Libero. Così: “Domenica pomeriggio Silvio Berlusconi, nel suo appartamento milanese di via Rovani, non ha incontrato solo Matteo SalviniGiorgia Meloni per discutere del “maggiore coordinamento”  tra i gruppi parlamentari e di centrodestra unito, ma ha anche visto Urbano Cairo, presidente e amministratore delegato di Rcs ed editore di La7“. Il faccia a faccia, riporta il Fatto quotidiano in un retroscena, sarebbe stato organizzato dai fedelissimi del Cavaliere, Fedele Confalonieri e Gianni Letta.

Urbano Cairo

Non si sa esattamente che cosa i due si siano detti ma si parla della volontà di Cairo, finora sempre negata dal diretto interessato, di scendere in politica. Urbano Cairo non è gradito dai fedelissimi del Cavaliere, ma è molto apprezzato da Marina Berlusconi. In realtà al Centro si è aperto uno spazio che però né Matteo RenziCarlo Calenda sembrano nelle condizioni di poter occupare in modo politicamente rilevante. Ecco perché in questo momento una discesa in campo di Cairo avrebbe l’effetto di riequilibrare il quadro politico in maniera forte.

E pare che Silvio Berlusconi sia prossimo al via libera. L’uomo della provvidenza

MARIO DRAGHI

Non è uno che teme l’impopolarità. Oggi il presidente della Bce Mario Draghi, alla cerimonia del conferimento della laurea honoris causa alla Cattolica di Milano, ha detto: “Sono ottimista sul futuro dell’Europa, l’euro è più popolare che mai, mentre il sostegno a favore dell’Ue è ai massimi dalla crisi”.

Mario Draghi

E ha perfettamente ragione. Intanto perché il fronte sovranista si è sgonfiato: può prendere voti, perfino aumentarli, ma non vince e soprattutto non governa. Ma c’è un altro punto. Il mandato di Draghi alla guida della Bce sta per finire.

Che stia preparando il terreno per altri scenari? Autorevolissimo.

FLOP 

NICOLA ZINGARETTI

“L’accordo Pd-M5s c’è. E sul tavolo c’è la presidenza del Consiglio regionale. E’ questione di pochi giorni, sarà esplicitato probabilmente subito dopo il voto in Umbria (il 27 ottobre, ndr)”. Ormai non si parla d’altro alla Regione Lazio. (leggi qui Zingaretti al M5S: «Facciamo l’alleanza»)

Nicola Zingaretti e Mauro Buschini

E c’è chi assicura che l’accordo si farà comunque, anche nel caso di sconfitta in Umbria. In attesa di vedere come andrà a finire, però, alcune considerazioni si possono fare. Il gruppo dei Cinque Stelle è spaccato alla Regione, pro e contro l’intesa con il Pd. Che si faccia l’accordo nulla quaestio, ma perché su una carica istituzionale come la presidenza del consiglio e non su una piena assunzione di responsabilità politica in giunta?

Mauro Buschini passerà senza problemi da presidente dell’aula ad assessore, ma si tratta di uno dei fedelissimi di Zingaretti, che peraltro alla presidenza dell’aula è arrivato da poco. Il Governatore rischia di trasmettere il messaggio di voler inseguire a tutti i costi i Cinque Stelle, anche se spaccati. Con il pericolo che possano esserci dei cali di tensione nel Pd.

Ma davvero lo schema nazionale va tenuto a tutti i costi? Troppa fretta.

LAPO ELKANN

Il punto non è che è giusto che ognuno abbia le proprie opinioni. Ma a che titolo si parla. Soprattutto su un tema come quello dei migranti. Lapo Elkann, rampollo di casa Agnelli, a Palermo ha attaccato frontalmente il senatore Matteo Salvini.

Lapo Elkann © Imagoeconomica, Sara Minelli

Dicendo: “Sono a favore delle Ong che danno aiuto alle persone in mare, la realtà è che ce n’è bisogno. Non mi piace Salvini e non mi piace la parola migranti, mi sembra denigratoria e non rispettosa. Mi piace la parola nuovi italiani. Trovo abbastanza vergognoso che nessuna delle istituzioni fosse presente a Lampedusa per la tragedia di migranti che si è consumata. Da italiano mi intristisce, noi paghiamo i politici e loro devono essere presenti. Non mi piace il comportamento di Salvini sul tema dei migranti perché lo reputo dissolutivo e non costruttivo. Poi ognuno è libero di avere le proprie opinioni”.

Matteo Salvini ha replicato: “Sentirsi fare la morale da Lapo Elkann fa sorridere. E’ credibile quanto un gabbiano”.

Ma perché il nipote dell’avvocato entra a piedi uniti da dietro su un terreno, la politica, che non gli appartiene? Facciamoci del male.