Top e Flop, i protagonisti di martedì 17 ottobre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 17 ottobre 2023

TOP

URBANO CAIRO

E’ il patron di una delle squadre di calcio più ricche di storia di tutte, di certo è quella che ha la Storia più iconica a livello di club. Ma è anche l’uomo al timone di un gruppo editoriale dal peso specifico immenso. Insomma, al di là di quelli che sono – a parere dei tifosi che inneggiano con FVCG – i “demeriti” di un uomo dal “braccino perennemente corto”, Urbano Cairo è un simbolo.

Il simbolo di una tigna imprenditoriale e di un modo di irrompere nell’universo del calcio che stanno a metà strada esatta tra pallottoliere e cuore. E la notizia per cui, secondo la RAI, la partenza dell’edizione numero 107 del Giro d’Italia sarà a Torino, dà la conferma di questa combo.

Una combo che ha visto Cairo mettere a servizio di una causa sia l’opportunità imprenditoriale che la Storia, sì, quella con la S maiuscola. L’atto di avvio di quella che viene definita la “corsa rosa” è stato messo in calendario per la data del 4 maggio 2024. Non è un giorno come gli altri: è quello in cui ricorre la tragedia di Superga. Ed a 75 anni dall’incidente aereo che cambiò la storia del club granata e che consegnò quell’Undici Mistico al mito il Giro avrà un valore doppiamente simbolico.

Ad organizzare la corsa sarà come sempre il gruppo editoriale RCS Sport, che come noto è controllato proprio dal presidente del Torino Urbano Cairo. Per fare la storia ricordando la Storia, quella che dai tacchetti di Valentino Mazzola arriva alle due ruote di Coppi e Bartali.

Pedala in campo.

RECO2

I ragazzi della start up Reco2

Top. Anzi, toppissimo. Per il riconoscimento che hanno ricevuto dalle mani del Presidente della Repubblica. E più ancora per avere dimostrato così che la provincia di Frosinone non è popolata da una sottospecie di Neanderthal con l’intelligenza poco sviluppata e capace di scuotere il capo dicendo solo no. In particolare quando si dice la parola ‘rifiuti’.

Loro sono sono Desirée Farletti, Tommaso Farletti, Daniele Nora e Luca Spiridigliozzi. Sono di Pontecorvo ed hanno messo in piedi una start up chiamata Reco2. Cosa fa e perché Sergio Mattarella li ha premiati? Perché hanno trovato il modo per prendere gli scarti industriali ed evitare che finiscano in discarica. Ma li trasformano in piastrelle. Come Saxa Gres? No, sono due prodotti diversi e due principi diversi: Saxa ormai è leader mondiale negli ‘spessorati‘: blocchi di gres porcellanato (con componenti di riciclo, le ceneri d’altoforno) sui quali possono anche passare i camion.

I ragazzi di Pontecorvo hanno brevettato il Vytreum: piastrelle di bio edilizia, fatte con il riciclo di scarti industriali (vetro, scarti di lavorazioni ceramiche e scarti di acciaierie). L’innovazione non sta solo nell’impasto, nel quale finiscono anche scarti destinati altrimenti alle discariche. Sta anche nel processo di produzione: vengono cotte in forni con temperature inferiori a 100 gradi, riducendo, così l’80% dei consumi di acqua ed energia e del 90% le emissioni di CO2 rispetto alla media dei normali processi di cottura della ceramica. Il laboratorio si trova a Pontecorvo, l’impianto dove vengono realizzate le piastrelle si trova a Tecchiena di Alatri presso la Modulpavé.

Un progetto di bioediliziache è stato premiato al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’ambito dell’Eni Awards 2023. Ma soprattutto dimostra che la provincia di Frosinone sta un passo avanti nella creazione di nuovi materiali e nella salvaguardia dell’ambiente. E non è composta solo dai professionisti del No che tenendo lontano da qui gli impianti di riciclo stanno facendo lievitare in maniera insostenibile le tariffe di smaltimento dal momento che dobbiamo portare in giro per l’Italia i rifiuti non avendo qui gli impianti.

Ragazzi circolari.

FLOP

MARTA SCHIFONE

Marta Schifone

C’è un sottile filo rosso (magari di altro colore via) che unisce le dichiarazioni di Marta Schifone, palamentare di FdI, sull’equo compenso a quelle sulle “materie stem”. Disegniamo il quadro: l’equo compenso è la risposta ipocrita al no sul salario minimo e le materie “Stem” sono di fatto il futuro di un mondo delle professioni che questo governo sembra prediligere.

Nulla di male se non fosse che pare farlo a discapito di classi con esigenze più basiche come portare il pane a casa, ad esempio. STEM è l’abbreviazione di Science (scienza), Technology (tecnologia), Engineering (ingegneria) e Mathematics (matematica). La Capogruppo FdI in Commissione Lavoro della Camera ci crede molto ed ha detto: “Le materie stem sono una grande occasione per i nostri ragazzi che però sono poco al corrente delle opportunità occupazionali che offrono”.

“La mia proposta di legge, che mira ad istituire la settimana nazionale delle stem, vuole essere un contenitore nel quale mettere comunicazione, informazione e convegni che chiamino a raccolta gli agenti del cambiamento. Ovvero tutti coloro che possono aiutarci a divulgare l’importanza di queste materie. Per questo, nella settimana che andrà dal 4 all’11 febbraio, metteremo insieme scuole, università, istituzioni, aziende. I luoghi di cultura per una call to action per raccontare le opportunità del futuro.

Poi sull’equo compenso. “Per noi è una legge di equità voluta dalla presidente Meloni, ed è stato uno dei primi provvedimenti depositati da FdI. Non è contro qualcuno a tutela del mondo delle libere professioni e soprattutto dei cittadini italiani. Perché quando si parla dei libere professioni si parla di interessi pubblici”.

Il nesso è quello per cui la giovane deputata incarna una linea in cui si segue “i migliori” o la potenziale via per individuarli ed agevolarne le skill. Ed è giustissimo. Ma poi c’è l’altra via. Quella per cui del destino dei “peggiori” non frega nulla a nessuno se non in termini di stantio assistenzialismo, dalle parti di Palazzo Chigi. E questo è decisamente molto meno giusto.

Quella cosa di pesi e misure…

ANDREA PRO

Andrea Pro

Il dissenso interno è il sale della democrazia. Se nel 1953 non ci fossero stati i ‘ragazzi’ guidati da Ciriaco De Mita la Democrazia Cristiana non avrebbe compiuto quell’ulteriore passo verso lo svecchiamento delle sue politiche e delle sue visioni. Proprio per questo le opinioni diverse da quelle che sono la maggioranza non possono fare altro che bene ad un Partito. Perché innescano un confronto, accendono un dubbio, aprono un percorso.

Poi però c’è un problema di metodo. Ciriaco De Mita espresse quelle idee in un Congresso: a Trento dove contestò l’organizzazione del Partito ed Amintore Fanfani che all’epoca era il Segretario nazionale della Dc. Mentre il vicesindaco di Ferentino Andrea Pro non è Ciriaco De Mita, non porta un modello alternativo all’attuale organizzazione del Partito, attacca la Segreteria all’esterno di quella che è la sede naturale. (Leggi qui: Un po’ contro e molto… Pro).

Sia chiaro. La critica e la contestazione possono essere portate avanti da qualunque sede. Ma è proprio il luogo a determinare l’azione: se contesto in un Congresso poi mi conto e dimostro l’ampiezza del mio dissenso, costruendo forse un percorso politico interno; se contesto fuori allora sto solo logorando il Partito.

Cosa che è fattibile. Ma il Pd da mesi si è dato una linea: basta con la discussione infinita, siamo nel momento della sostanza. Al punto che c’è una Direzione Regionale plurale e c’è una Segreteria Provinciale ampia e rinnovata.

Pro non ne fa parte. Si aspettava di esserci. Perché ha condotto anche lui il Pd di Ferentino a vincere le Comunali. Ma proprio perché ha questa abilità politica è il primo a dover capire che è esattamente il motivo per cui non può essere premiato. Perché il Pd a Ferentino ha avuto una rottura verticale, mezzo è al governo ed esprime il sindaco, mezzo sta all’opposizione. Premiare una parte significa condannare l’altra: invece questo è il momento del dialogo e dei ponti. Perché il centrodestra, altrettanto al governo di Ferentino, li sta costruendo al suo interno e si prepara tra quattro anni a mandare il centrosinistra all’opposizione.

De Mita era uno statista ed aveva visione. Pro è giovane è farà in tempo a svilupparla.

Ragione e ragion di Stato.