Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 19 luglio 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 19 luglio 2023.

TOP

UBALDO PAGANO E MARCO GRIMALDI

Ubaldo Pagano

Le regole auree della politica sono poche ma essenziali. Ed una di esse dice che se il tuo avversario è dolorante te devi battere esattamente dove il dolore è localizzato. E soprattutto dove quel dolore è più forte. Ecco perché la redazione di una richiesta di informativa da parte di Ubaldo Pagano e Marco Grimaldi è un atto politicamente utile. Per parte, ovvio, ma in politica non esistono mai prospettive comuni, tranne che con i governi di solidarietà e solo su carta.

I due sono deputati rispettivamente di Pd ed Alleanza Verdi-sinistra e, con il beneplacito di Elly Schlein e quello “esterno” anche di Giuseppe Conte, hanno presentato una richiesta di un’informativa della presidente della Consiglio, Giorgia Meloni, sul Pnrr. Attenzione al dato politico accessorio: fuori dal merito dell’interrogazione che non vede pentastellati in calce si tratta di un’azione congiunta Pd-M5s. Cioè di quel campo largo, poi campetto, ed oggi rettangolo stretto di gioco, che abbisogna di risorgere.

Di farlo o di morire, ma in attesa della fine di uno strano accanimento terapeutico ci si scaglia in combo contro il tallone d’Achille dell’Esecutivo. Il timing zoppo sul Pnrr è boccone ghiotto e i due lo sanno. Lo sanno loro e lo sa Elly Schlein. La leader dem ha più volte invocato un intervento della premier. “La presidente Meloni si assuma le sue responsabilità e venga a spiegarci in Parlamento perché non si è ancora visto un euro della terza rata del Pnnr e perché rischia di slittare anche la quarta.

E ancora: “Si ricordi che parliamo di risorse che riguardano investimenti strategici per le imprese, il lavoro e le vite delle persone”. Perciò ottenerle “è essenziale per far ripartire il Paese. Non possiamo perdere la storica opportunità del Pnrr perché il governo passa il suo tempo a difendere Santanchè, La Russa e Delmastro“.

E Pagano e Grimaldi quei concetti li hanno messi a cuocere dove faranno più danno. Sulla graticola delle cose ancora irrisolte e messe in angolo strategico da cose più “chiacchierone”

Dove fa più male.

ALFONSO PANNONE

Il silenzio è una regola. Non solo per i monaci. Anche per i carabinieri: la trovano scolpita sul primo muro che si trovano di fronte una volta varcata la porta carraia della loro scuola di formazione. A caratteri cubitali: “Usi ad obbedir tacendo e tacendo morir”. Con i monaci c’è una differenza: chi indossa il saio almeno può predicare, chi indossa la divisa con gli alamari invece deve indagare in silenzio. E deve restare con la bocca chiusa anche se un’intera città scende in piazza, organizza fiaccolate e manifestazioni per dire che le indagini sono lente.

Ci vuole tempo per scrivere 900 pagine. Ce ne vuole tanto per scriverle in quel modo. Tantissimo per scrivere quelle cose. I carabinieri del colonnello Alfonso Pannone hanno ricostruito un delitto e sono arrivati ai due possibili assassini pur senza avere né la pistola fumante né un fotogramma che incastri i colpevoli, nemmeno un’intercettazione che raccolga la confessione.

Vecchia scuola. Indagini fatte come si facevano una volta. Quando le intercettazioni servivano solo per dare una traccia o confermare una pista: non per costruire il castello delle accuse. Roba da ‘I Racconti del Maresciallo questa indagine: sarebbe piaciuta a Giovanni Soldati. Piena di indizi e fonti di prova, non di prove perché quelle si formano durante il processo. (Leggi qui: Thomas, la vittima sbagliata nella città sbagliata).

E’ proprio quella enorme quantità di materiale, messa in quell’ordine così logico e pulito a dare un senso alle cose. E ad impalcare un’accusa. Insegnandoci, ancora una volta, che i carabinieri lavorano ed agiscono. E lo fanno tacendo.

Silenzi da vecchia scuola.

MARCO DELL’ISOLA

Guardare oltre. Oltre il consueto, oltre l’ordinario. Capendo che se si vuole andare lontano si deve correre insieme. È quello che ha fatto Marco Dell’Isola, rettore dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Guidando l’ateneo verso una dimensione sempre più lontana dallo stretto ambito regionale.

In queste opre conseguono la laurea tre giovani studenti. Sono i primi Ingegneri Biomedici. Sono stati formati unendo le competenze di tre università: Cassino Università del Molise e Università del Sannio.

È una delle prime esperienze in Italia: tre atenei uniscono le forze nel nome della cultura, della formazione, della crescita degli allievi e del Paese al quale consegnano queste professionalità. Per creare quel corso inter-ateneo in Ingegneria Biomedica ogni singolo ateneo ha messo in campo le proprie esperienze ed eccellenze: come docenti, strutture didattiche, laboratori e centri di ricerca.

Andando oltre, battendo soprattutto la competizione e trasformandola in cooperazione.

Do you know Coopetizione?

FLOP

GIORGIA MELONI

In principio furono le Grandi Riforme e la lotta contro i bonus a pioggia, poi arrivò Palazzo Chigi e le cose cambiarono. Cambiarono come cambiano sempre, in purezza di fisiologia, ma stavolta Giorgia Meloni ha peccato forse eccessivamente. Di cosa? Non certo di attenzione pubblicistica, dato che non perde occasione per usare i social ed annunciare iniziative. Ecco, in quella “dicotomia” la Meloni forse sta zoppicando più del dovuto.

E’ quella tra iniziative settate al momento e riforme da fare prestoprestissimo. Personaggi del calibro di Carlo Bonomi le avevano suggerito una linea più di ampio respiro, quella stessa linea che aveva portato il governo a combattere le largizioni-ciambella prese dal Bilancio. Ora e da qualche giorni è popolarissima sul mainstream la “salvifica” carta ‘Dedicata a te’ contro il “caro carrello”.

Meloni era stata materna, comprensiva ed amicona, nel descriverla. “Il problema principale che ha impattato sulle famiglie italiane quest’anno è stato l’inflazione, un tema al quale il governo ha dedicato diverse misure. Poi l’immancabile elenco dei desideri esauditi per iniziativa spontanea e velleità crocerossina di Palazzo Chigi.

“Penso al rafforzamento dei salari più bassi, particolarmente con il taglio del cuneo contributivo. All’aumento della platea delle famiglie che potevano accedere al sostegno per pagare le bollette energetiche e a tante altre iniziative”. E vai di spottone nelle ore in cui si doveva parlare anche della fine della tregua del grano tra Russia ed occidente. Di quella, dell’accordo di Tunisi e del faccia a faccia in chiave Nato con Stoltenberg.

“Oggi ce n’è una che riguarda quel milione e 300mila famiglie che hanno maggiori difficoltà nell’acquisto dei generi di prima necessità”. E ancora: “Abbiamo investito 500 milioni di euro per aiutare queste famiglie e sarà disponibile presso gli uffici delle Poste italiane la carta ‘Dedicata a te'”. La card permette alle famiglie di avere circa 400 euro da spendere negli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità.

Poi ha un battage scontistico ampio ottenuto dal governo con gli esercenti, dalla grande distribuzione. Insomma, l’iniziativa è bella, e sui tempi brevi sarà anche “utile”. Tuttavia l’utilità che in questo momento si chiede a chi guida l’Italia è un’altra. Anche a contare che pare esistano precise categorie di genere (sempre quelle) per cui la card sarebbe valida.

L’utilità che non vediamo è quella di lavorare sul sistema e non sugli ingranaggi. E di creare i presupposti della ricchezza in Pil, non di tappare i buchi della povertà.

Canzoncina stantia.