Chi sono i mozzi che Vinciguerra chiede di sbarcare dal Titanic di Sora

Mercoledì il dottor Augusto Vinciguerra ha consegnato il suo ultimatum al sindaco di Sora. Ricordandogli che è stato eletto solo grazie ai voti del suo gruppo. Chi sono i mozzi che Vinciguerra chiede vengano sbarcati dalla nave ridotta ormai ad un Titanic

Chi saranno mai i “mozzi” dalle cui mani, stante la garbata ma decisa ed inequivocabile richiesta del dottor Augusto Vinciguerra, il tentennante sindaco Roberto De Donatis deve togliere il timone del Comune di Sora prima che faccia la triste fine del Titanic?

L’anestesista sorano, dopo due anni e passa di anestetizzante silenzio in consiglio comunale, con una dura nota ha innanzitutto rinfrescato la memoria al sindaco. Ricordandogli che l’appoggio del suo elettorato è stato fondamentale nella vittoria al secondo turno contro l’uscente Ernesto Tersigni.

«È arrivato il momento di far capire a qualcuno per quale motivo una coalizione, che al primo turno ha messo insieme 1.200 voti in meno di quella guidata dal sindaco uscente, sia riuscita comunque a conquistare la vittoria alle elezioni nel ballottaggio del 19 giugno 2016. Perché mi pare che il concetto non sia ben chiaro.

Senza l’apporto del gruppo “Insieme si può” che rappresento, molto difficilmente l’attuale sindaco sarebbe stato eletto.

Un consenso di quasi tremila voti, nel secondo turno della competizione elettorale, confluì nella casella di Roberto De Donatis, facendo la differenza. Andando ad aggiungersi ai 4.700 voti del primo turno, superando nettamente il sindaco uscente, determinando di fatto l’elezione dello stesso De Donatis in municipio.

Poi, con la moderazione che lo contraddistingue, Augusto Vinciguerra ha esplicitamente invitato Roberto De Donatis a riprendere in mano le redini della sua Amministrazione che, invece ad oggi, sarebbero in preoccupante balia di “mozzi di bordo”.

(…) faremo il possibile per non abbandonare anche noi la sua nave, a patto che la rotta non segua quella del Titanic.

Speriamo che De Donatis rimetta al più presto il cappello da ammiraglio, tolga il timone dalle mani dei mozzi, riprendendo il comando della nave e conducendola dignitosamente in porto nel 2021.

Per adesso ci sistemiamo su una scialuppa, il resto si vedrà.

 

Non fa nomi ma da alcuni riferimenti alla mancata gestione collegiale delle strategie adottate per le elezioni provinciali, si può desumere che uno dei chiamati in causa sia il consigliere comunale Alessandro Mosticone.

La sua richiesta di candidatura (blindata) per un posto a piazza Gramsci di Frosinone sta lasciando per strada danni e ferite politico amministrative evidenti.

Prima ha condotto alla rottura con Forza Italia, creando in consiglio comunale il Gruppo Reset. (leggi qui Caos Forza Italia a Sora: Mosticone lascia e fa Reset e leggi anche qui L’ultimatum di Mosticone: «Prima Sora e poi Forza Italia, vogliamo il Consigliere»).

Poi ha condotto l’amministrazione a votare compatta per il presidente uscente Antonio Pompeo, in cambio di quella candidatura blindata che Forza Italia non aveva voluto garantire. Ritrovandosi però con un pugno di mosche in mano subito dopo la lettura dei risultati. (leggi qui Ribaltone a Sora: De Donatis & co. calcolano se lasciare senza maggioranza Pompeo)

Mosticone ora getta scompiglio anche nella manovra con cui De Donatis sta tentando di spezzare l’accerchiamento politico nel quale si è ritrovato. (leggi qui L’assedio politico intorno a Roberto Custer De Donatis e leggi anche qui La truppe di Isola del Liri per spezzare l’assedio al sindaco di Sora)

Lo scompiglio nasce dal fatto che qualcuno non vede di buon occhio la candidatura (e relativo sostegno unitario), seppur da indipendente, ad un Mosticone candidato in una lista civica a sostegno del presidente Pd.

Il problema nasce dal fatto che chi sosterrebbe Mosticone viene, come lui, da una matrice di centrodestra. E votare per lo schieramento opposto crea qualche mal di pancia.

Allo stesso modo in cui l’ha creato – a parti invertite – la lunga stagione di centrodestra (appena archiviata) dell’amministrazione De Donatis.

Una stagione che ha determinato più di qualche colica politica in uomini e donne di sinistra come lo stesso Vinciguerra, Natalino Coletta, Floriana De Donatis, Fausto Baratta e Simona Castagna. Insofferenze solo apparentemente sopite sotto la bandiera del civismo della piattaforma elettorale vincente nel 2016.

Insofferenze che, però, puntualmente riemergono ogni volta in cui si rende necessario  prendere delle precise posizioni politico-partitiche.

A preoccupare è il segnale nascosto tra le righe della nota firmata dal dottor Vinciguerra. “Il panettone te lo facciamo mangiare caro sindaco, ma sulla colomba non garantiamo se non ti dai una mossa“.