L’assedio politico intorno a Roberto Custer De Donatis

Il momento politico dell'amministrazione comunale di Sora. Pronta a varare una serie di risultati amministrativi interno. Ma con la disperata necessità di uno sbocco sullo scenario provinciale. Il prezzo che paga per avere escluso i Partiti dalla sua coalizione

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

L’amministrazione comunale di Sora guidata da Roberto De Donatis è come lo sfortunato Settimo Cavalleggeri del generale George Armstrong Custer. Isolato, accerchiato, senza amici che sgomitino per correre in suo soccorso.

 

Il quadro politico attuale vede il De Donatis I coerente con le sue origini: un’amministrazione civica, distante da tutte le sagrestie di Partito, composta in maniera eterogenea. È stata la sua forza al momento di essere eletta. È la sua debolezza nel momento di amministrare. Infatti, Roberto De Donatis e la sua coalizione vinsero le elezioni nel pieno della tempesta di Antipolitica, in cui la repulsione verso i Partiti era totale. Chi costringeva i Partiti ad umiliarsi ammainando il proprio simbolo veniva visto come un paladino: accadde a Sora e pure a Ceccano.

Non avere cambiali politiche da onorare, essere totalmente civici, rappresenta un vantaggio assoluto in termini di decisioni interne degli assetti.

Rappresenta una condanna nel momento in cui però ci si voglia proiettare fuori dalle mura cittadine.

È il dramma che in questo momento sta vivendo l’amministrazione di Roberto De Donatis. Ha capito che una proiezione all’esterno è fondamentale. Deve avere un uomo in Regione Lazio o almeno in Provincia di Frosinone. Gli occorre un referente con il quale riuscire ad approvare la grande progettualità: quella che ha valenza extracomunale

È qui che De Donatis ha scoperto di essere accerchiato come il Settimo cavalleggeri di Custer. Il centrosinistra non lo considera uno dei suoi. A ragione. Roberto De Donatis non è del Pd, ne è fuggito a gambe levate appena ci si era accostato una quindicina di anni fa: su di lui intendeva puntare Francesco Scalia per candidarlo a sindaco, gli si contrappose Francesco De Angelis, il risultato fu una delle più catastrofiche tornate elettorali per il Pd in città.

Non solo. Il Pd non ha nessun interesse a salvare Custer – De Donatis: in questa fase l’uomo forte è Massimiliano Quadrini, per via della massa di preferenze che il padre sindaco Enzo Quadrini è in grado di sviluppare: sia ad Isola del Liri che nel circondario. In questa visione, Sora è sacrificabile e Isola da proteggere.

Le relazioni con Antonio Pompeo, l’altra sensibilità interna nel Pd, si sono guastate all’improvviso dopo le elezioni provinciali, nelle quale i sorani lo hanno votato in massa. Salvo poi riunirsi a cena dopo due settimane per valutare se cambiare del tutto la strategia e favorire la creazione di una maggioranza non Pd durante le votazioni per l’elezione del Consiglio provinciale (leggi qui Ribaltone a Sora: De Donatis & co. calcolano se lasciare senza maggioranza Pompeo)

Forza Italia, in questo momento, sarebbe disposta ad armare i Sioux assedianti e non le truppe di Custer. Perché l’amministrazione De Donatis ha rotto con Forza Italia proprio a ridosso delle provinciali, ha fatto mancare al suo candidato presidente Tommaso Ciccone una massa di voti strategici. Lo ha fatto nella prospettiva di avere quello sbocco in Provincia che Forza Italia non gli voleva concedere. (leggi qui L’ultimatum di Mosticone: «Prima Sora e poi Forza Italia, vogliamo il Consigliere» e leggi anche Caos Forza Italia a Sora: Mosticone lascia e fa Reset)

Alla fine chi salverà Custer – De Donatis? Come spezzerà l’accerchiamento politico? L’unica manovra possibile è quella di concentrare il voto su un unico nome alle prossime Provinciali e tentare il tutto per tutto con l’elezione di un suo Civico a piazza Gramsci. Puntando sull’aggregazione dei civici che amministrano nei Comuni del circondario.

Converrebbe soprattutto a quel centrodestra contrario a Forza Italia: proprio a Lega e FdI, individuare una forma di desistenza attiva con cui eleggere una mina vagante sorana da piazzare in Provincia, rendendo meno solido il fortino di Pompeo che si annuncia granitico.

Non a caso, una delle colonne portanti dell’amministrazione è Massimiliano Bruni consigliere con delega ai Lavori Pubblici ed alle Politiche Ambientali. È tra i dirigenti di Fratelli d’Italia. Potrebbe essere lui l’ambasciatore destinato ad illustrare un progetto civico, basato sul nome di Mosticone, che però avrebbe utilità per tutti.

Manovra difficile, che a Sora manca ormai da anni. Ma non impossibile. Che scardinerebbe gli schemi. E tutelerebbe lo scalpo politico di De Donatis.