Abbruzzese riapre, il centrosinistra si chiude

Mario Abbruzzese riapre il tavolo del centrodestra. Ed indica la via per costruire l'unità. Dando un paio di gomitate a FdI. Nello stesso tempo il centrosinistra si blocca. Sulla pace con Di Rollo. Due candidati e nessuno eletto per Cassino alle Provinciali? Le scintille in Consiglio

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Il centrodestra si sblocca, il centrosinistra finisce nel pantano. C’è un clamoroso ribaltamento dei ruoli nel percorso che sta portando centrosinistra e centrodestra verso le elezioni comunali di Cassino 2024. Il testacoda si è verificato ieri sera più o meno negli stessi minuti. Quelli che su un fronte vedevano il centrosinistra impegnato a risolvere la spaccatura e ricostruire l’unità tra l’area della presidente del Consiglio comunale Barbara Di Rollo e quella del sindaco Enzo Salera. Ma è andata male. Molto male. In quegli stessi istanti l’ex presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mario Abbruzzese spianava la strada al dialogo nel centrodestra intervenendo alla trasmissione A Porte Aperte su Teleuniverso

La svolta di Mario

Mario Abbruzzese nello studio di A Porte Aperte

Infastidito come tutte le volte che è ospite del direttore Alessio Porcu, Mario Abbruzzese poco alla volta s’è ritrovato a parlare del tema che in tutti i modi aveva tentato di evitare: le Comunali di Cassino. Sbloccando la via del confronto con gli alleati. «L’unità del centrodestra non è in discussione. Se ogni mese dobbiamo formare un documento con cui certificare l’unità del centrodestra siamo in presenza di un atto di debolezza. Lo ripeto ancora una volta: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc e Noi con l’Italia viaggiano insieme. Questo è un progetto che ha portato il centrodestra al Governo nazionale ed a quello regionale del Lazio. E che noi stiamo cercando di portare in tutte le realtà del nostro territorio».

Abbruzzese stempera la situazione, spiegando che le alchimie su cui costruire la sintesi dell’alleanza riguardano tutti i centri chiamati al voto in primavera. «Ci sono 158 tavoli aperti su questo tema, uno per ogni Comune del Lazio chiamato al voto. Perché in ogni Comune c’è una realtà politica diversa, ci sono le rotture e le acredini personali a livello comunale che devono essere decantate con il tempo».

Poi però arriva la prima stilettata a Fratelli d’Italia che a Cassino sta coordinando il dibattito: «Se alleanza significa ‘O ti mangi sta minestra o tu butti dalla finestra’ mi domando a chi conviene fare questo ragionamento». Mette sotto accusa il metodo scelto dal commissario di FdI Fabio Tagliaferri: «Noi della Lega abbiamo detto semplicemente che vogliamo conoscere il nome del candidato sindaco prima di sostenerlo. Abbiamo messo in chiaro che riconosciamo il ruolo che Fratelli d’Italia sta svolgendo. E nonostante questo ci viene risposto che prima dobbiamo firmare e poi ci verrà detto il candidato. Ma che gioco è?». (Leggi qui: Lega: “Prima i nomi e poi il patto”. FdI: “Prima il patto, poi diciamo i nomi”. E qui: Il documento della discordia dove il centrodestra si è fermato).

Non è la Lega a giocare a rompere

Il documento che la Lega non ha firmato

Ribalta le posizioni. «Noi non giochiamo a rompere. Chi lo sta facendo se ne deve assumere le responsabilità. Devono capire che a Cassino senza un’alleanza che tenga insieme tutto il centrodestra ma anche le liste civiche non si vincono le elezioni. Andando divisi si rischia di andare a fare testimonianza. Di andare a mettere una presenza in Consiglio comunale e basta. Anziché giocare a chi ce l’ha più duro dobbiamo individuare la strada per riuscire a mettere insieme tutti gli avversari del centrosinistra uscente».

Per Mario Abbruzzese i problemi emersi nelle riunioni di queste settimane sono «scuse inesistenti. Pretesti. E ve lo dimostro. Come si fa a dire di voler scrivere un programma e poi individuare il candidato sindaco? Chi accetta la candidatura a sindaco pretenderà di scriversi il programma sulla base della sua visione della città. Ed ha ragione. È lui a dover guidare la coalizione. È lui a dover governare la città in caso di vittoria. Che facciamo: scriviamo un programma e poi troviamo un candidato che lo deve riscrivere?».

Poi l’altra stilettata. «Vi invito a guardare le foto di tre mesi fa: il centrodestra era unito e con lui c’erano i civici. Oggi c’è una situazione diversa. Fratelli d’Italia è il primo Partito in questo momento ed ha il diritto di esprimere la candidatura del sindaco. Qualora gli interessi. Poi, potrebbe anche dirci che non sono interessati ed allora ci sediamo e ridiscutiamo. Noi non abbiamo preclusioni: ma non si può venire al tavolo con otto nomi come avvenuto nei giorni scorsi perché significa non indicarne nessuno. Serve il candidato sindaco e serve adesso. Se vogliamo vincere le elezioni».

Il messaggio a Fratelli d’Italia è arrivato.

Il Pantano del centrosinistra

Gino Ranaldi

Sull’altro fronte. Una lunga riunione, l’ennesima, per trovare la quadra sulle prossime elezioni provinciali che sancirà la pace interna nel Pd: ma la sintesi ancora non c’è. Peggio: la maggioranza di centrosinistra potrebbe presentarsi alle elezioni Provinciali del prossimo 22 dicembre con due candidati. Nelle prossime ore – c’è tempo fino a domani per presentare le candidature – le diplomazie torneranno ad attivarsi, ma il consigliere uscente Gino Ranaldi e la sua collega di partito Barbara Di Rollo ancora non giungono ad un accordo.

Nell’ottica di ricucire i rapporti in vista delle elezioni comunali del 2024, in accordo con i vertici regionali e provinciali del Partito Democratico, la maggioranza di centrosinistra con in testa il sindaco Enzo Salera si è impegnata a sostenere la presidente del Consiglio alle prossime elezioni Provinciali. L’uscente Gino Ranaldi avrebbe fatto un passo di lato per poi essere eletto alla presidenza del Consiglio al posto di Barbara Di Rollo. (Leggi qui: La maggioranza dice si alla staffetta Di Rollo – Ranaldi).

La riunione che si è svolta ieri sera dopo il Consiglio comunale doveva servire a trovare la quadra, invece sono volati gli stracci: Gino Ranaldi ha abbandonato anzitempo l’incontro. Per problemi personali. Ma ha evidenziato che lui sarebbe disposto a fare un passo indietro solo se Barbara Di Rollo presenta le dimissioni da presidente del Consiglio entro questa sera. La miss delle preferenze ha ribadito che lei è disposta a lasciare l’attuale incarico, ma solo ad elezione avvenuta, datando le sue dimissioni al giorno 23 dicembre. Le colombe avevano proposto di suggellare la staffetta e far annunciare le dimissioni a Di Rollo in conferenza stampa ma i falchi hanno alzato la voce ed hanno spiegato che se Di Rollo non si dimetterà prima, loro non la sosterranno.

Il timore dei franchi tiratori

Barbara Di Rollo seduta vicino al sindaco Salera

La presidente del Consiglio teme di restare impallinata e non ha gradito la totale mancanza di fiducia nei suoi confronti: dunque non solo non lascia, ma intende raddoppiare. Ovvero: non si dimetterà da presidente del Consiglio e si candiderà ugualmente alle Provinciali. In caso di elezione non dovrà niente a nessuno e manterrà entrambi gli incarichi, qualora non dovesse centrare l’obiettivo resterà comunque alla presidenza del Consiglio.

Il rischio vero, però, è che con una doppia candidatura – a quel punto sarà infatti in campo anche Gino Ranaldi – Cassino rischia di non esprimere più neanche un consigliere provinciale e a quel punto la rottura in vista del 2024 potrebbe essere davvero insanabile. 

Per questo motivo nelle prossime ore si attiveranno tutte le diplomazie per cercare di evitare la rottura ed una doppia candidatura.

Consiglio acceso

Benedetto Leone

Intanto, ieri pomeriggio, prima della riunione di maggioranza, si è riunito il Consiglio comunale che era slittato martedì per discutere tre punti richiesti dalle opposizioni. In merito alla caserma militare il sindaco ha dato conferma che non solo non chiuderà, ma sarà potenziata. All’unanimità l’Aula ha poi votato la mozione presentata dal sindaco per quel che riguarda Stellantis: il primo cittadino ha annunciato che il 6 dicembre, quando ci sarà la riunione al Ministero tra la dirigenza Stellantis e i sindacati, i 32 sindaci della consulta dei sindaci del Lazio Meridionale saranno presenti in piazza con la fascia.

Lo scontro si è acceso invece su un finanziamento ricevuto dal Comune e un evento autunnale organizzato dalla Pro Loco. A cadere nel tranello delle opposizioni è stato il capogruppo del Pd Gino Ranaldi che ha perso la pazienza e ha accusato gli esponenti dell’opposizione di essere “saleropatici“. I consiglieri Benedetto Leone e Massimiliano Mignanelli che hanno bacchettato l’esponente della maggioranza: “Qui non siamo davanti al bar, rispetti l’Aula“.

A riportare il sereno e ad andare alla sostanza dei fatti sono stati l’assessore al Commercio Maria Rita Petrillo e il sindaco Enzo Salera, che ha quindi concluso: “Noi riteniamo che l’iter che abbiamo seguito è corretto, se voi siete convinti del contrario non basta un Consiglio comunale, presentate un esposto alle autorità competenti e saremo ben lieti di andare a fornire tutte le informazioni“.

Cala il sipario sul Consiglio, forse l’ultimo presieduto da Barbara Di Rollo. Forse!