Alfa Romeo dimezza i costi a Cassino: ora è competitiva

Il ceo del brand Alfa Romeo rivela i numeri del semestre. Lo stabilimento di Cassino ha dimezzato i costi. "Ora è competitivo come gli altri brand premium del gruppo”. Il futuro non è la Cina

Tutto bello, organizzato benissimo: ma qui produrre le auto costa troppo”: aveva gelato tutti il nuovo amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares al termine della sua visita nello stabilimento Cassino Plant. È trascorso un anno e mezzo da quella visita durata sette lunghissime ore. Da allora è cambiato tutto. Oggi Maserati Grecale è una realtà, il numero dei dipendenti è stato ridotto, i motori termici sono il passato. Ma soprattutto “Cassino in un anno ha dimezzato i costi e Pomigliano ha fatto -20%” (Leggi qui: Tavares ed Elkann 7 ore a Cassino: la sfida è Grecale).

A rivelare i numeri è stato Jean Philippe Imparato, l’amministratore del brand Alfa Romeo: messo a capo del biscione da Carlos Tavares per rendere competitivi i conti del brand.

Tagli, riorganizzazioni, cuciture

Nel primo semestre 2022 Alfa Romeo ha raggiunto lo stesso utile di tutto il 2021. Lo ha fatto “con gli stessi volumi dei primi mesi dello scorso anno”: cioè producendo lo stesso numero di auto.

Se le auto prodotte sono le stesse e gli utili sono raddoppiati significa solo uan cosa: sono stati tagliati i costi.

Jean Philippe Imparato incontrando la stampa oggi ha aggiunto che per quanto riguarda i ricavi netti “siamo a livello del gruppo mentre il nostro margine Aoi è coerente con i marchi premium del gruppo“. Il ‘margine Aoi’ è quello che in Economia indica l’utile operativo rettificato: l’utile che rimane tenendo conto di molti parametri ed escludendo però operazioni rare o inusuali.

La voce sulla quale il manager francese ha agito con il bisturi sono stati i costi. Imparato ha spiegato che “Cassino in un anno li ha dimezzati e Pomigliano ha fatto -20%“; in tema di volumi ha aggiunto che “Alfa Romeo sta mantenendo gli stessi volumi dello scorso anno“. Le due produzioni Alfa di Cassino Plant non risentono degli anni, grazie anche ai modelli aggiornati e quelli per gli intenditori come le versioni Extreme. Il lavoro delle Concessionare è stato pregevole ed ha consentito di fare in modo che la produzione di Stelvio e Giulia sia stata pari a circa 25 mila unità.

Cassino, Pomigliano ma niente Cina

Per quanto riguarda gli ordini del Tonale, Imparato ha evidenziato che “a fine luglio sono tra i 12mila ed i 13mila che potrebbero arrivare a 14mila nell’ultimo weekend. Questo significa due mesi e mezzo di portafoglio e questa è la prima volta che abbiamo un portafoglio di ordini così forte“.

Il sogno cinese sembra sbiadirsi, quello americano per ora resta in piedi. Il manager ha detto che Alfa Romeo “non sarà prodotta in Cina; negli Stati Uniti non è deciso. Queste cose, però non si decidono a livello di brand ma di gruppo“. È una notizia buona per Cassino Plant e per lo stabilimento gemello ubicato a Pomigliano d’Arco.

Jean Philippe Imparato ha ricordato che “abbiamo due stabilimenti Cassino e Pomigliano, la mia battaglia è di renderli competitivi e su questo sono concentrato“.

Ci saranno novità nel corso dell’anno. Ma fanno parte di strategie centrali decise a livello di Gruppo. Stellantis non vuole rischiare di vedere la sua produzione azzoppata da governi stranieri che in questo modo potrebbero favorire le loro produzioni. O quelle di marchi a loro più vicini. Il caso concreto è quello della Cina, alla quale fino ad oggi ci si è rivolti per l’approvvigionamento di semiconduttori.

Noi siamo una compagnia occidentale – ha spiegato il Ceo Stellantis Carlos Tavarese operare in sistemi politici poco democratici presenta dei rischi. Lo abbiamo imparato nel caso dell’Iran e della Russia. E credo che ci siano alcuni nostri concorrenti vulnerabili alle tensioni in Cina”. Per questo Stellantis ha sottoscritto un accordo con la Taiwan: per assicurarsi le forniture di semiconduttori e batterie per le sue auto elettriche a partire dal 2030.