“Buongiorno, io sono l’assessore”. Ma in realtà… (di F. Ducato)

L'eterna luna di miele del sindaco Daniele Natalia. Nella quale gli unici fermenti sono quelli per gli assessorati che in realtà sono solo deleghe. E che alcuni interpretano in modo troppo estensivo. Ma come ammoniva De Montaigne...

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

E dire che Papa Francesco lo aveva espresso a chiare lettere: “il potere senza umiltà è dannoso”.

Un monito importante, in arrivo dalla persona forse più importante al mondo, affinché chi ricopre cariche pubbliche, e quindi gestisce a vario titolo una fetta di potere, capisca che sta lavorando per gli altri, più che per sé stesso.

 

Però niente. Da quest’orecchio non ci sentono. E lo capisci da tanti piccoli particolari. Ad Anagni per esempio, quelli che hanno a che fare con lui, dicono che ultimamente Riccardo Ambrosetti, il referente della Pubblica Istruzione, si presenta agli incontri così: «Sono l’assessore alla pubblica istruzione». Facendo, con un colpo da maestro, due sbagli in una frase sola.

Il primo sbaglio è quello di darsi un titolo che, con tutta evidenza, il Consigliere non ha. Essendo, appunto, Consigliere con delega e non assessore.

Il secondo è quello di rivelare, in modo involontario certo, quello che si era sospettato da tempo alla consegna delle deleghe di giunta: e cioè che il fatto che per la prima volta ad Anagni non ci sia un assessore alla Pubblica Istruzione viene visto come una prova.

La prova che, evidentemente, il settore della Pubblica Istruzione non viene considerato tanto importante da meritare un assessore ad hoc.

Poi però ci sono gli incontri pubblici. Lì la vanità ha il sopravvento. E ci si autodefinisce assessori anche senza esserlo.

Anche perché

Se si va a guardare nello specifico l’attività del consigliere con delega (al netto delle foto maschie in cui si magnificano visite di controllo e sostituzioni di caldaie), si scopre però che tutto questo attivismo non c’è.

Solo per fare un esempio; sulla vicenda della guerra delle aule tra Comprensivo 1 e Comprensivo 2 in località Finocchieto, che all’epoca di Basetta fu il cavallo di battaglia di chi (giustamente) criticò l’attendismo dell’allora assessore all’istruzione Simona Pampanelli, si sa qualcosa? Ci sono novità? Pare di no.

E qualcuno, malignamente, dice che la bonaccia sul tema potrebbe essere legata ad un curioso incrocio. Quello relativo al fatto che all’epoca sul caso ci fu anche un ricorso al Tar da parte di un gruppo di genitori. E tra quei genitori c’era, vedi i casi della vita, anche l’attuale assessore al Bilancio ed alla Cultura.

Insomma, se la cosa andasse avanti, una parte della maggioranza si troverebbe in una situazione complicata. Forse è per questo che sul tema da un po’ si registra solamente silenzio.

 

A proposito dell’assessore al Bilancio (ma anche “Tributi, Cultura, Turismo, Spettacolo, Rapporti con gli Enti operanti nel mondo della Cultura e Formazione”).

Sembra che Carlo Marino tenda ultimamente a considerare il suo incarico in modo, per usare un eufemismo, un po’ estensivo. Cosa che a qualcuno non è che stia proprio benissimo.

«Non è che può decidere lui se i soldi per i lavori si possono dare oppure no»; questo il senso delle riflessioni che riguardano l’atteggiamento dell’ex esponente dell’Italia dei Valori passato al volo sul carro della maggioranza di centrodestra.

 

Indiscrezioni, certo. Che però sono rivelatrici di atteggiamenti da criticare. Nulla di nuovo, intendiamoci. A comportarsi allo stesso modo era anche chi, durante la scorsa consiliatura, diceva apertamente “ora i numeri li abbiamo noi e comandiamo noi”. Provocando le critiche di chi, arrivato in maggioranza, tende ad assumere gli stessi atteggiamenti.

 

Insomma, come direbbe sempre Francesco, “siate sobri ed umili”.

Perché, chioserebbe Michel De Montaigne, “anche sul più alto trono del mondo, siamo sempre seduti sul nostro culo”.