Bentornato Frosinone. Grazie Inter, speriamo di incontrarvi stanchi… L’abbraccio della A

La Serie A dà il benvenuto al Frosinone. La prima a salutare è l'Inter. Alla quale i canarini ricambiano con ironia. Allo Stirpe ora arriveranno tutte le big. Non troveranno la Cenerentola retrocessa due stagioni fa. Ma una principessa, con stadio, centro sportivo e struttura da regina.

La prima a dare il benvenuto è stata l’Inter. Ha ha salutato il ritorno del Frosinone in Serie A con un cinguettio su Twitter:

“Bentornato Frosinone1928 in SerieA_TIM! Ci vediamo a San Siro”.

 

La risposta del Frosinone è arrivata a stretto giro e sullo stesso mezzo. Con un po’ di ironia ed i piedi per terra.

 “Grazie Inter! Speriamo di incontrarvi dopo un match di ChampionsLeague… sai la stanchezza…”.

 

È un Frosinone che ispira simpatia questo che torna nella massima serie del calcio nazionale. Ed è un Frosinone molto diverso da quello che l’aveva lasciata due anni fa tra gli applausi del calcio nazionale: per il suo fair play, per il suo essere matricola terribile e poco riverente, per avere osato piegare la Vecchia Signora, per  avere messo in difficoltà il Diavolo.

Quello che torna è un Frosinone che non è più la cenerentola del calcio italiano. È una principessa: con uno stadio che è un gioiello, un centro sportivo che in molte se lo sognano, con una struttura ed un’organizzazione societaria dove nulla c’è da invidiare alle altre.

I profeti ed i visionari spesso non sono simpatici: la loro capacità di vedere prima quello che gli altri non riescono ad individuare se non quando ci stanno davanti li fa sembrare presuntuosi. O esaltati.

Il presidente Maurizio Stirpe è simpatico come la carta vetrata ma è proporzionalmente visionario: solo lui, due anni fa, vedeva il modo giusto nel quale il suo Frosinone poteva stare in Serie A, competitivo alla pari delle altre. Soltanto il suo istinto visionario gli permetteva di capire che la vera Serie A era con uno stadio di proprietà, un centro sportivo, un assetto societario da vera azienda dello sport.

Gli altri, nella migliore delle ipotesi, lo prendevano per esaltato. Così come facevano spallucce quando il papà Benito, fresco di approdo in Serie B, a chi gli domandava se fosse contento già parlava di andare nella massima serie «Perché a questa società non manca nulla».

Ora il Frosinone è tornato. Con lo stadio, costruito senza troppe polemiche e nulla che nemmeno lontanamente abbia a che vedere con le procedure in discussione in questi giorni a Roma. Con il centro sportivo ed i vivaio. E con un organigramma che è già pronto per navigare nella massima serie.

Musica per chi ama lo sport. A prescindere dal tifo. Le note potrebbero essere quelle di Ligabue, con lo spirito “dionisiaco” dell’attaccante del Frosinone. Balliamo sul mondo, va bene qualsiasi musica, cadremo ballando. Sul mondo, lo sai, si scivola. Facciamo un fandango. Là sotto qualcuno riderà, balliamo sul mondo. Non ti offro grandi cose però quelle lì le avrai. Niente case né futuro, né certezze, forse guai. Ma se dall’Atlantide all’Everest non c’è posto per noi. Guido io in questo tango, ci facciamo posto, dai”.

Oppure vanno bene anche le note di Vasco Rossi, perché in fondo “eh già, siamo ancora qua”. In serie A. Il prossimo anno al Benito Stirpe verrà la Juventus dei sette scudetti, di quel Massimiliano Allegri che ha detto no alla corte del Real Madrid. E’ lo stesso Massimiliano Allegri seduto sulla panchina del Grosseto il giorno della storica promozione in serie B del Frosinone. La Juventus, che per nominarla su queste pagine, al direttore hanno dovuto dare l’antistaminico. Andrea Agnelli si è messo in testa un’idea meravigliosa: cercare di prendere Cristiano Ronaldo. Sì CR7, quello dei 5 palloni d’oro e delle 5 Coppe dei Campioni, quello del record di gol, quello che ha superato un certo Lionel Messi, quello dell’ira funesta contro il Real che pensava di prendere Neymar. E per questo ha sbattuto la porte. Potremmo vederlo al Benito Stirpe, gioiellino di impiantistica sportiva all’avanguardia.

Verrà anche il Napoli di Carlo Ancelotti, il condottiero di mille battaglie in mille posti diversi. Lo squadrone partenopeo che tiene testa alla Juventus. Verrà la Roma di Edin Dzeko e De Rossi, quella che ha fatto tre gol al Barcellona delle meraviglie e si è giocata la finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool di Salah. 

Ci sarà l’Inter di Suning, con Mauro Icardi, con Perisic, con Brozovic. Con una bandiera come Xavier Zanetti in tribuna. A proposito di tribuna, ci sarà Wanda Nara, bellissima moglie di Maurito Icardi. E in studio, ragazzi, cambio della guardia tra Diletta Leotta e Ilaria D’Amico. Potremmo votare con il televoto.

Ci sarà la Lazio di Claudio Lotito, con Ciro Immobile. E chissà se anche con Milinkovic Savic, corteggiato dai grandi club di tutta Europa. Sarà bello vedere la faccia di Lotito ammirare la partita dalla tribuna dello Stirpe: chissà cosa penserà della sua infelice telefonata in cui diceva che il Frosinone, tre anni fa, non doveva salire in A perché muoveva poco tifo e poco interesse televisivo. Benvenuto nel calcio tutto cuore, tigna e sudore, presidente Lotito.

Ci sarà il Milan di “Ringhio” Gattuso e chissà che scintille con Moreno Longo. Poi il Torino, quella maglia granata che tanto del suo tremendismo troverà a Frosinone: le partite perse all’ultimo secondo, le rimonte impossibili in 3 minuti e 40 secondi.

O la Fiorentina, l’Udinese, la Sampdoria, il Genoa, il Cagliari, il Chievo. Ma anche la Spal e il Sassuolo. Ritroveremo l’Empoli e perfino il Parma. Saremo nel calcio che conta. E tutti potranno vedere il miracolo dello stadio Benito Stirpe.

Mentre Maurizio Stirpe, in tribuna, sarà gomito a gomito con Andrea Agnelli, Aurelio De Laurentis, James Pallotta, Claudio Lotito. Anche con il proprietario del Milan magari, il fantomatico Mister Li. Ci sarà da divertirsi. E da essere orgogliosi. A proposito: appello al sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani e al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: ce la facciamo a realizzare la strada di accesso per i tifosi ospiti al Benito Stirpe?

Per il Frosinone c’è idealmente un “componimento motivazionale” che però è un ringraziamento. L’autore è Ejay Ivan Lac:

Scivolano su di te mille pensieri, centinaia di parole, che feriscono e fanno male, camminando per la tua città, guardando i muri, ti accorgi che la vita colora ogni parte di ciò che hai intorno, molte immagini feriscono altre invece ti riempiono, come una tela e il suo colore ti fanno diventare un quadro che racconta ogni tipo d’emozione, e diranno che sei un dipinto con centinaia di sbavature e milioni di errori, cadrai e ti spaccherai mille volte, ma tu non lasciarti assorbire dall’aria, rimettiti in piedi e corri verso la tua meta, non fermarti mai, ogni minuto della tua vita è prezioso, ogni minuto della tua esistenza, è oro, perderai lacrime e perderai persone importanti, ma questa è la vita di ogni essere umano, di ogni creatura che guarda e corre lontano.

Chi ti abbandona non sa tenerti per mano, chi ti colpisce ha semplicemente, paura di te, ma tu, tu non fermarti mai, la vera forza sta dentro il tuo cuore e fa vibrare la tua anima, sei un quadro meraviglioso che aspetta di appendersi nel museo più grande del mondo, quello del successo, per essere ammirato da miliardi di persone e da tutti quelli che speravano di farti perdere tutto il tuo colore”.

Ora non fermatevi più. Non smettete di far sognare una terra che in questi anni ha faticato e sudato tutto fino all’ultimo centimetro, senza sconti né regali.

Ma ve lo immaginate Terranova che ferma Cristiano Ronaldo?

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