Bus Rapid Transit: ecco chi rischia di rimanere a piedi a Frosinone

La metropolitana di superficie del capoluogo come termometro degli equilibri della Giunta Mastrangeli. E dell'assenza delle opposizioni. C'è chi vuole tenere una lieve ma costante pressione su Mastrangeli. E chi è sparito del tutto

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

A Torino quando finirono i lavori, gli scontenti accolsero la nuova pista ciclabile con uno striscione: “Una cagata pazzesca”. A Frosinone il tema della mobilità urbana rischia di finire con qualcosa di simile. Agita la maggioranza, lo usano gli scontenti che vorrebbero un posto in giunta: soffiano sul fuoco della polemica per fare pressione sul sindaco Riccardo Mastrangeli. Che finora è l’unico ad avere chiara dall’inizio la situazione: la nuova mobilità urbana rappresenta un cambiamento prima culturale e solo poi stradale nelle radicate abitudini dei cittadini di Frosinone.

È un bivio: tra il solito capoluogo sonnacchioso ed una città finalmente smart. Non solo per le piste ciclabili. Ma anche per il percorso del Brt (Bus rapid transit), la cosiddetta metropolitana di superficie.

Il dibattito resta centrale. Tutto interno alla maggioranza Mastrangeli. È fisiologico che ci siano valutazioni da fare, aspetti da approfondire. Partendo da un antefatto: sul percorso del Brt ci sono state nei giorni scorsi delle puntualizzazioni precise nella maggioranza. Ed il sindaco ha incaricato una verifica tecnica sul percorso, sulla sua fattibilità. Sulla base della relazione tecnica deciderà se arroccarsi o mettere in discussione il tracciato.

Cosa puntualizzano i due Tagliaferri

Ci sono da registrare le mosse all’interno della maggioranza. Sia da parte del Presidente del Consiglio Comunale Massimiliano Tagliaferri, esponente di punta della lista civica dell’ex sindaco Nicola Ottaviani. Sia da parte dell’assessore ai Servizi Sociali Fabio Tagliaferri, di Fratelli d’Italia: il Partito che per tutto questo primo anno della consiliatura Mastrangeli ha rappresentato fattivamente la guardia pretoriana schierata intorno al primo cittadino. Lo ha fatto pur non esprimendo politicamente il sindaco.

Ora, se due esponenti di Partito/liste che sostengono l’amministrazione e ne costituiscono parte integrante, sentono l’esigenza di manifestare, apertamente e pubblicamente i propri distinguo sul Brt è evidente una cosa. Che, fino ad oggi, l’argomento non è stato, sufficientemente, analizzato all’interno della stessa maggioranza. Anche in relazione agli effetti dell’apprezzamento, ergo popolarità, nei cittadini del Capoluogo.

Di fatto, si è arrivati sotto porta, quasi alla scadenza dell’approvazione del progetto. Tuttavia senza attivare la necessaria camera di compensazione politica. Serve a far decantare le posizioni differenti nei partiti e tra i consiglieri, per arrivare ad una sintesi. Necessaria.

Il segnale di forza

E’ chiaro che il progetto passerà. Su questo non ci sono dubbi. È impensabile rischiare di far perdere a Frosinone un finanziamento da circa 2,5 milioni di euro, per questioni politiche. Non solo per l’importo ma anche per il tipo di rivoluzione connessa a quel progetto: storicamente Frosinone muore soffocata dal traffico e dallo smog; c’è una percentuale altissima di patologie respiratorie dovuta alle micro polveri buttate in aria dai veicoli.

Il tema, sul piano politico è uno: con quanti voti della maggioranza verrà approvato. Gli stessi 22 volti del bilancio di previsione? Sarebbe un segnale: la conferma che gli equilibri raggiunti prima di quella seduta sono ancora validi e stanno reggendo. Un segnale di forza per il sindaco. (Leggi qui: Mastrangeli incassa il Bilancio: subito e con 22 voti).

Impensabile che nella maggioranza qualcuno possa non votare un progetto definito strategico dal sindaco e per il quale ci ha messo la faccia. Anche in questo caso sarebbe un segnale: di rottura di quell’equilibrio di cui sopra.

Riccardo Mastrangeli ha già fatto sapere che è pronto al confronto. Ma non è disponibile ad accettare stravolgimenti. Tradotto: il progetto del Brt e delle ciclopedonali si farà; al limite modificando qualcosa sul percorso ma solo per migliorarlo o renderlo più funzionale. Ed in punta di parere tecnico, non per cura delle coliche dei malpancisti nella sua maggioranza.

Chi ha il peso specifico per far cambiare le cose

È su questo tema, quello del nuovo percorso e della coesistenza con le piste ciclopedonali, che si capirà anche il potere di influenza di alcuni Consiglieri sulla stessa maggioranza ed al proprio interno.

Perché è chiaro che sul Brt si sta facendo ancora campagna elettorale: ma fuori tempo massimo. Il malcontento emerso nei mesi passati in alcuni quartieri di Frosinone si sta riproponendo. Sul percorso del Brt ed in particolar modo allo scalo, sulla localizzazione delle piste ciclopedonali che hanno creato evidenti problemi di circolazione stradale, tanto che alcuni cantieri sono stati sospesi.

Lo Scalo è da sempre un serbatoio di voti incredibile: chi aspira ad essere eletto consigliere Comunale del Capoluogo deve passare da lì. L’altra faccia della medaglia è che avere contro i cittadini di questa zona non è certamente garanzia di elezione o rielezione. E questo vale per le piste ciclopedonali, per il percorso del Brt e per qualunque altro tema.

L’ostacolo non previsto

Dopo la clamorosa uscita dall’aula fatta da 4 Consiglieri di maggioranza (tre di loro addirittura Capogruppo) questo sul Brt rischia di diventare un altro ostacolo, se qualcuno della maggioranza vorrà fare pressione. Proprio per questo Riccardo Mastrangeli in queste ore ha iniziato a serrare i ranghi, verificando con largo anticipo i presenti ed i votanti.

Il che può essere interpretato in due modi. Opposti tra loro. In modo negativo: dopo appena un anno di consiliatura non è tutto così normale, perché il progetto del Brt era stato inserito nel programma di Governo del sindaco e sottoscritto da tutti; candidati, partiti e liste civiche. Per contro può essere letto in modo positivo: al sindaco Nicola Ottaviani venne imputato di avere ingessato la sua amministrazione riducendola quasi ad una teocrazia; le oscillazioni di questi giorni sono il sintomo di un’apertura al dialogo e di una ritrovata dialettica.

Punti di vista.

L’impressione è che sul sindaco si tenti di mantenere una live ma costante pressione da parte di alcuni per ricordare la loro richiesta di rivedere la giunta. Dopo le recenti rideterminazioni degli stipendi per gli Amministratori (si chiamano emolumenti) la poltrona nel Comune capoluogo ha una ragione in più per essere ambita al di la dei nobili e alti ideali che muovono le umane azioni.

Opposizione silente su tutti i fronti

Angelo Pizzutelli

Chi risulta totalmente assente ingiustificato, nel dibattito sul Brt è l’opposizione consiliare. Fatto salvo il solito distinguo personale e solitario per il Consigliere comunale del Pd Angelo Pizzutelli. Anche su questo tema ha detto la sua ed ha fatto la sua proposta alla maggioranza.

Lascia disorientati il silenzio assordante dell’opposizione cittadina sul Brt e su tutto il resto della vita amministrativa e politica. Una totale mancanza di unità, coralità e condivisione della visione della Città. Non una presa di posizione. Non una proposta alternativa. Non una proposta di confronto tra maggioranza e opposizione. Non un intervento, anche coinvolgendo i comitati di quartiere e le associazioni cittadine per sollecitarle ad esprimersi sulla bontà del progetto.

Non uno straccio di azione di strategia politica per cercare di inserirsi nelle potenziali crepe della maggioranza sul tema, evidenziandone i distinguo. Nulla di nulla. Come se il tema della mobilità urbana non interessasse minimamente coloro che si erano proposti (non costretti) come alternativa di governo cittadino al centrodestra.

Forse, non a caso, la famosa scrittrice americana Helen Keller ebbe a dire: “La sola cosa peggiore di non avere la vista è di non avere visione.”