Ciacciarelli «In Provincia? Ci caccino» «Roma? Benvenuti nella realtà» «Fiuggi? Da qui al governo»

La dichiarazione che ufficializza la rottura dei rapporti con il Pd dopo due anni di governo in amministrazione provinciale, piomba sullo stato maggiore di Forza Italia riunito al Palazzo della Fonte a Fiuggi per la convention annuale con i big nazionali del Partito. L’annuncio fatto dal presidente provinciale del Pd Domenico Alfieri (leggi qui il precedente) è un fulmine ma non a cielo sereno.

Da mesi, i falchi all’interno dei due Partiti (Simone Costanzo e Pasquale Ciacciarelli) lavorano per mettere fine ad un’alleanza che «gli elettori non capiscono e faticano ad accettare»; il patto ha retto solo grazie alle colombe presenti in entrambi gli schieramenti (Antonio Pompeo e Danilo Magliocchetti).

 

Il coordinatore provinciale di Forza Italia apprende la notizia leggendo la notifica di Alessioporcu.it mentre sta verificando l’elenco degli interventi previsti a Fiuggi per il pomeriggio.

 

Alessioporcu.it – E’ l’annuncio della rottura: è soddisfatto?
Pasquale Ciacciarelli: Noi abbiamo sottoscritto un accordo elettorale con il presidente della provincia poi eletto Antonio Pomepo. E’ stato un patto alla luce del sole e senza i nostri voti Pompeo non sarebbe diventato presidente. Non saremo noi a disattendere l’accordo. Per noi il patto resta valido fino alle prossime elezioni provinciali.

 

Virtualmente, siete fuori.
Noi non disattendiamo alcun patto. Vorrei ricordare al Pd che è lui ad avere perso le elezioni provinciali, il suo candidato era Enrico Pittiglio e non è stato eletto, il nostro è Antonio Pompeo ed è diventato presidente. Poi, che per opportunismo, il Pd sia saltato sul carro della maggioranza riunificandosi è una dinamica che non ci riguarda.

 

Cosa volete dimostrare con l’incontro di oggi a Fiuggi: un’esibizione di potenza di Abbruzzese e Tajani?
Nessuna esibizione muscolare. Quelle le fa il Pd prima delle riunioni per il voto sulla tariffa idrica e poi perde come è acceduto con molta chiarezza pochi giorni fa. Quella di oggi a Fiuggi è il proseguimento dell’opera di ricostruzione del nostro Partito che adesso il presidente Berlusconi ha affidato prioritariamente nelle mani di Stefano Parisi.

 

Parisi viene a Fiuggi: verrà a studiare il modello Frosinone? Perché se è così gli va spiegato che a Sora ha vinto il vostro candidato ma non il vostro Partito, a Cassino la vittoria è stata sul filo del rasoio. Ammetterà che non è tutto questo grande modello.
Intanto, stabiliamo che Forza Italia ha vinto le elezioni comunali sia a Cassino che a Sora e le ha vinte in maniera chiara e legittima. Poi stabiliamo che Forza Italia è a pieno titolo nel governo delle due città. Inoltre, stabiliamo che abbiamo preso entrambe le città togliendole dalle mani due governi di sinistracentro. Premesso tutto questo, Fiuggi costituisce un vero e proprio cantiere di idee che saranno le linee guida dell’attività del nostro Partito nel prossimo futuro. Ed i risultati elettorali che abbiamo saputo conseguire a Frosinone ci legittimano a fornire il nostro piccolo contributo di idee nel dibattito.

 

Scusi, lei dice che a Fiuggi volete parlare di riforme: ma le ha già adottate il Governo Renzi e voi siete molto critici tanto da annunciare il No al prossimo referendum
Scusi lei, Direttore, le riforme vanno fatte ma come si deve. Ad esempio, le pare seria ed utile al nostro Paese e soprattutto alla nostra Democrazia una riforma che prevede un nuovo Senato formato da senatori nominati dai partiti e scelti all’interno dei vari consigli regionali e tra i sindaci delle grandi città? Questa riforma non fa altro che togliere il voto ai cittadini (come già accaduto con le province) ed assegnare alla politica una vera e propria lottizzazione del nuovo senato. No non ci siamo proprio, è una vera e propria schifezza, non a caso sono pronti a votare No da sinistra a destra, compresi autorevoli esponenti dello stesso partito di Renzi ed illustri costituzionalisti, che la definiscono semplicemente anticostituzionale.

 

A proposito di lottizzazione, a Roma Virginia Raggi comincia a confrontarsi con la realtà?
Sta accadendo semplicemente quello che avevamo previsto e denunciato in campagna elettorale, e cioè che l’inesperienza e l’equivocità strutturale del movimento avrebbero nuociuto al destino della città di Roma. Vede, il Movimento 5 stelle ha imbonito ed illuso gli italiani decantando onestà, capacità, coinvolgimento del cittadino in ogni scelta politica del movimento, eliminazione di privilegi e appannaggi economici.

 

Ed invece?
Ed invece questi primi mesi stanno evidenziando tutte le contraddizioni di un movimento nato con validi principi filosofici ma non applicati nella realtà: spuntano figure indagate e poco cristalline, la creazione di correnti e fazioni, la rinuncia dei privilegi a macchia di leopardo. Per non parlare dell’individuazione dei membri della giunta e dell’assegnazione degli incarichi, tutte decisioni verticistiche, peraltro neppure condivise tra i vari capobastone, l’uno contro l’altro.

 

Beh non mi pare che accada tanto diversamente all’interno di voi partiti cosiddetti tradizionali?
Non è affatto vero. Probabilmente questo accadeva nei partiti della prima repubblica, come Dc e Pci, dove le decisioni venivano calate direttamente dall’alto. Oggi, almeno per quanto ci riguarda, non accade proprio così. Ad esempio abbiamo vinto le elezioni in città come Pontecorvo, Frosinone, Cassino e Sora e la composizione delle giunte e l’affidamento delle varie deleghe sono avvenuti a seguito di accordi intervenuti tra i consiglieri che sostengono la maggioranza sulla base delle competenze e del consenso elettorale conseguito.

 

Ma se i partiti funzionano meglio, come spiega il consenso crescente del Movimento 5 Stelle?
Guardi, non è affatto vero che i partiti funzionassero meglio, almeno fino a qualche tempo fa. E’ stato proprio l’appannamento dei partiti tradizionali a favorire la crescita del voto di protesta che si è concretizzato nel consenso ai 5 stelle o nell’astensionismo. Per diversi anni i partiti tradizionali hanno, per così dire, perso la bussola chiudendosi in se stessi, quasi con arroganza. Poi è intervenuta la crisi economica, che ha ancor di più indebolito l’incisività della politica tradizionale. Ma adesso le cose stanno cambiando e, paradossalmente, dobbiamo ringraziare i cittadini che ci hanno trasmesso un avviso di sfratto con il voto astensionista o pentastellato. Forza Italia, almeno in provincia di Frosinone, ha recepito in pieno questo messaggio tanto che ha avviato subito una nuova stagione di rinnovamento e di partecipazione popolare.

Lo dimostra proprio l’affidamento alla mia persona, un giovane quasi neofita, del delicato compito di coordinatore del partito in provincia. Abbiamo concretizzato un forte rinnovamento generazionale, comune per comune, con tantissimi giovani che si sono e si stanno avvicinando a noi. Ed i risultati si sono già visti in occasione degli ultimi appuntamenti elettorali dove Forza Italia ha fatto registrare una crescita superiore ad ogni altro territorio italiano. Questa è la strada che stiamo percorrendo: ridare un senso alla politica e ritrovare il contatto con la gente. Ed è questo messaggio che porteremo anche alla kermesse di Fiuggi per far tornare Forza Italia partito di governo guida del Paese.

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