Il consiglio comunale affonda nel question time

Ieri sera ennesima seduta inutile e surreale. All’interno della maggioranza ci sono quelli che chiedono risposte alla Giunta che sostengono, mentre nessuno parla della verifica avanzata da Fratelli d’Italia. Le opposizioni hanno dimenticato da anni il loro ruolo ed è per questo che nessun consigliere di minoranza sarà candidato a sindaco.

Meglio non convocarle più. Parliamo delle sedute del Consiglio comunale di Frosinone dedicate alle risposte alle interrogazioni e alle interpellanze. Pochissimi consiglieri che partecipano, assessori con il contagocce. Ma soprattutto un dibattito sterile e sempre fuori tempo massimo.

Ieri sera c’è stato chi ha posto il tema del trasferimento dell’Aeronautica da Frosinone a Viterbo. E’ già avvenuto! Dove è stato il Consiglio comunale in tutti questi anni? Un parlarsi addosso che francamente sconcerta e per certi versi irrita. (Leggi qui Se di casa tua lo sai dal Tg poi lo stormo se ne vola via).

Il Consiglio Comunale di Frosinone (Foto: Giornalisti Indipendenti)

Ma le sedute dedicate al question time fanno emergere anche i limiti dei due schieramenti. All’interno della maggioranza ci sono quelli che pongono più quesiti: Marco Ferrara e Sergio Crescenzi per esempio. Tutti e due della Lista per Frosinone di Antonio Scaccia. E poi Claudio Caparrelli, del Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli. Tutti e tre consiglieri di maggioranza, che evidentemente hanno bisogno di risposte in aula perché non si confrontano e non si rapporto con i loro assessori di riferimento. Fanno l’opposizione all’interno della maggioranza. Magari preparando il terreno a future collocazioni altrove.

Inadatti al question time

Inoltre gli argomenti toccati mai hanno attinenza con l’urgenza e con l’attualità, requisiti fondamentali quando si presenta un’interrogazione. I problemi veri e concreti della città restano fuori.

Le sedute del question time fanno emergere ancora di più la distanza abissale che separa il sindaco Nicola Ottaviani e i gruppi consiliari. C’è una richiesta di verifica da parte di Fratelli d’Italia, ma questo tema in aula neppure arriva. E allora di cosa stiamo parlando? È come se Giorgia Meloni tuonasse contro il Governo Draghi nella buvette della Camera e non in Parlamento.

Sul versante delle opposizioni ancora peggio. Nessuna strategia comune, nessuna collaborazione tra i gruppi. Iniziative e interventi in ordine sparso, a macchia di leopardo. Più per dare segnali di vita politica che altro. Sono proprio le sedute del Consiglio comunale dedicate al question time a far capire perché per la scelta del candidato sindaco si pensa sempre a chi in aula non è seduto.

A Mauro Vicano per esempio.