Consorzi che evitano inondazioni e ricreano ecosistemi

Poker servito sotto Natale dai consorzi di bonifica A Sud di Anagni e Conca di Sora. Interventi in tre Valli tra le province di Roma e Frosinone, mentre la natura si riappropria dei suoi spazi con le buone o le cattive

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Soltanto quest’anno le alluvioni in Emilia-Romagna, Marche, Piemonte, Lombardia e Toscana. Non si finisce di contare danni e morti di una bomba d’acqua che si verifica un’altra inondazione ancora più devastante. Colpa della crisi climatica e della cementificazione selvaggia, si dirà subito per chiudere la questione in modo facile.

Ma se l’acqua avesse fatto la propria corsa senza ostacoli? Ecco perché il nuovo poker dei Consorzi di bonifica, calato in tre Valli tra le province di Roma e Frosinone, è molto più di quello che può suggerire una “sistemazione idraulica”. Ormai riduce il rischio concreto di vedere palazzine e strade allagate, auto sommerse e galleggianti, gente tra la vita e la morte.

«La salvaguardia idrogeologica dei fossi e dei canali di nostra competenza – dichiara Sonia Ricci, commissaria dei tre Consorzi di bonifica del Frusinate – è al primo posto delle nostre attività quotidiane così come la sinergia con enti ed istituzioni con le quali dobbiamo garantire collaborazione per rendere al meglio i nostri servizi».

Le bonifiche prima degli invasi

Ecco, parliamo di qualcosa come centomila ditte consorziate in oltre 300mila ettari industriali e agricoli. Si paga la famosa bolletta per avere acqua durante la siccità e domarla durante i temporali.

Ormai si pensa anche a raccoglierla come fanno già al Nord, non più così lontano neanche nei progetti degli invasi: bacini artificiali che diventano laghetti pronti a dissetare la grande sete. Ma si sta finalmente ricreando, artificialmente, anche un ecosistema naturale.

Facciamolo dire a quelli bravi della Treccani: «L’insieme degli organismi viventi e delle sostanze non viventi con le quali i primi stabiliscono uno scambio di materiali e di energia, in un’area delimitata, per es. un lago, un prato, un bosco ecc». Per esempio, il lago di Posta Fibreno. Con “Eccetera”, in questo caso, s’intendono persino le zone industriali della Valle del Sacco. (Leggi qui La Regione dice sì alla bonifica e ai suoi invasi).

Incontro alle esigenze del territorio

Si arriva, oltretutto, alla Valle dell’Amaseno: che è di competenza dell’accorpato Consorzio di bonifica del Lazio Sud Ovest. È bastata una convenzione tra Comune e consorzio “A Sud di Anagni”, che ha portato anche al ripristino di un’antica sorgente.

I lavori vengono svolti da uno dei tre consorzi di bonifica della provincia di Frosinone, dal luglio 2022 sotto commissariamento da parte di Sonia Ricci, presidente dell’Anbi Lazio: la costola regionale dell’Associazione Nazionale delle Bonifiche e dell’Irrigazione.  

Il Consorzio “A Sud di Anagni”, che deve bonificare oltre 110mila ettari racchiusi da 37 Comuni, sta intervenendo sul Fosso Cenica di Frosinone e sul Fosso Boccatopa di Amaseno. Ma anche a nord della Città dei Papi, visto che le competono anche Valmontone e Colleferro. Sta riassestando fossi e canali che passano sotto ai noti Outlet e parco giochi, e arrivano fino alle sponde del fiume Sacco.

Tagliaboschi in entrambi i consorzi

Aurelio Tagliaboschi

Il Consorzio “Conca di Sora”, che deve badare a oltre 80mila ettari di 23 Comuni, si sta occupando invece della manutenzione del fiume Fibreno nei Comuni di Broccostella e Posta Fibreno.

Sì, quella del lago, la meravigliosa riserva naturale nella Valle di Comino: tutta da visitare, ma senza l’inaccettabile paura di finire sott’acqua. Provvidenziali, di certo, la messa in sicurezza degli argini e il taglio di verde selvaggio e infestante nei territori urbani ed extraurbani.

Entrambi i Consorzi sono diretti da Aurelio Tagliaboschi. Con il comprensorio “Valle del Liri”, che salvaguarda altri 140mila ettari ricadenti in 43 Comuni, sono le realtà che attendono di fondersi nel mega Consorzio del Lazio Sud Est. Tra “A Sud di Anagni” e “Conca di Sora”, che fanno quasi 200mila ettari in 60 Comuni, si sono fermati anche nell’area industriale frusinate della Monti Lepini. Si sono già visti interventi dopo decenni anche nella confinante Ceccano.

A Sud ma anche a Nord di Anagni

Nel capoluogo ciociaro è in corso la manutenzione ordinaria, merce rara di questi tempi, del Fosso Cenica. È semplicemente il fossato vicino ad ospedale, tribunale, uffici tecnici comunali e Stadio Benito Stirpe. In quel tratto lungo via Monti Lepini, a vocazione industriale e commerciale, abitano pure numerosi frusinati.  

«La corretta manutenzione di questo particolare tratto è essenziale – sottolineano dal Consorzio “A Sud di Anagni” – anche ai fini dello strategico snodo viario della strada regionale Monti Lepini, arteria particolarmente trafficata che collega numerosi comuni della provincia frusinate oltre che i vari quartieri della parte bassa del capoluogo».

Ma l’attenzione di “A sud di Anagni” è rivolta anche a monte della Valle del Sacco. Massiccia la sistemazione idraulica del Fosso Savo di Valmontone: l’affluente intermittente del fiume Sacco, fino alle sue sponde di Colleferro, che interessa anche ferrovia e via Casilina.

Bonificano e ricreano ecosistemi

Il consorzio “Conca di Sora”, invece, ha avviato la manutenzione del Fibreno. Anche in questo caso, erano stati richiesti interventi urgenti da parte dei Comuni interessati. «Le lavorazioni – spiegano – sono finalizzate alla messa in sicurezza ed alla salvaguardia dei territori urbani ed extraurbani attraverso la trinciatura degli argini, il taglio dell’alberatura pericolanti e lo sfalcio delle erbe infestanti all’interno dell’alveo con l’utilizzo di una motobarca sfalciante».

Direttore Tagliaboschi, state mettendo in sicurezza Frosinone?

«A Frosinone interveniamo certamente su uno dei punti salienti per la difesa idraulica del territorio. Il corso d’acqua è molto profondo e serve un mezzo speciale da diciannove metri. È persino a doppia banchina, lavorando con un primo escavatore su un bordo e un altro su quello più basso».

Si sta ricreando anche lì un ecosistema?

«Sì. È una zona industriale, ma nelle sue acque c’è una quantità smisurata di pesci. È un ritorno importante anche dal punto di vista ambientale, mentre anche i depuratori consortili hanno avuto ottimizzazioni negli ultimi tempi. Si può dire che funzionano».

Uno scambio di materiali ed energia

La giusta cornice anche al lago di Posta Fibreno?

«Abbiamo avviato la pulizia di uno dei migliori corsi d’acqua a livello territoriale, visto che è una sorgente che nasce direttamente dal lago e apprezzato per la sua splendida riserva naturale. Dà acqua pulita al territorio ed è veramente un gioiello dal punto di vista ambientale. Stiamo pulendo tutte le sponde, e togliamo tutte le piante pericolose e le erbacce».

Il commissariamento regionale dei Consorzi del Frusinate, da quasi un anno e mezzo, è stato decisivo?

«C’è un’operatività costante e continuativa, senza esasperazioni. C’è una programmazione che richiede impegno per 365 giorni all’anno. La guida della commissaria Sonia Ricci è stata determinante. È incisiva e si vedono i risultati dei consorzi sul territorio».

Tanti interventi con i soldi delle “bollette”. Qual è stata la svolta?

«L’attenzione è rivolta particolarmente al mondo agricolo e alla tutela ambientale e idrogeologica del territorio. Ma c’è anche una forte attenzione alla parte economico-finanziaria dell’ente, affatto secondaria viste alcune situazioni debitorie del passato. Il 2024 sarà un anno in cui si raccoglieranno tanti frutti per poi arrivare un giorno alla potenziale costituzione del consorzio unico».