La Regione Lazio concorda con l'Anbi e apre al "Piano invasi": bacini per la raccolta delle "bombe d'acqua" da riusare nei campi in tempi di siccità. Chiesti anche interventi strutturali per abbassare le bollette agli agricoltori. Procede, intanto, la proposta di legge contro il dissesto idrogeologico. A Ceccano, superando anche i fossati politici, si sono viste bonifiche dopo vent'anni.
Fusione dei tre Consorzi di bonifica e contrasto alla siccità con gli invasi: bacini artificiali nei quali creare una riserva d’acqua sfruttando i temporali. Li hanno già lanciati in Nord Italia per contrastare la “grande sete” che avanza. Anbi e Regione Lazio si sono incontrate e hanno concordato la linea d’azione. Lo hanno fatto nel corso di un incontro tenuto stamane nella sede del consorzio A sud di Anagni: prossimo alla fusione con gli omologhi di Valle del Liri di Cassino e Conca di Sora nel venturo Consorzio Lazio sud-est.
«Dobbiamo riscrivere con la Regione Lazio l’elenco delle priorità per la salvaguardia del territorio. Dobbiamo farlo soprattutto ora che la nostra funzione è quella di affrontare le emergenze innescate dai cambiamenti climatici», ha detto Sonia Ricci, presidente regionale dell’Associazione dei Consorzi di Bonifica Italiani.
L’assessore regionale Giancarlo Righini, delegato al Bilancio e alle Politiche Agricole, ha parlato senza mezzi termini di «arretratezza mostruosa e inconcepibile nell’affrontare i cambiamenti climatici e le conseguenze che stanno determinando sulla nostra agricoltura».
Fare scorta d’acqua
Ecco perché la Regione vuole che siano direttamente i Consorzi ad attuare le misure di contrasto alla siccità. Anche in collaborazione con i Comuni. L’assessore Righini ne è convinto al punto che ha preannunciato il parare favorevole al “Piano invasi”. È semplice semplice, sulla carta. Si tratta di raccogliere le ormai classiche “bombe d’acqua” e redistribuirle durante i periodi in cui non cade manco una goccia di pioggia. Altrimenti restano inesplose, sprecate. Ma gli in vasi bisogna progettarli e costruirli.
La Regione Lazio è disponibile a fare la sua parte. Ma cosa significa? In conferenza stampa viene domandato e la risposta è chiara: «Stiamo già traducendo in atti amministrativi questa disponibilità», ha detto l’assessore regionale Giancarlo Righini, espressione di Fratelli d’Italia. Significa che stanno già lavorando ai provvedimenti con cui metterci i soldi. L’Anbi lo chiede da anni e non se lo fa ripetere due volte. Ha progetti già pronti per le province di Latina e Rieti; in via di definizione ce ne sono due per la provincia di Frosinone. Ma li la situazione è più difficile perché il terreno è a forte rischio di dissesto idrogeologico. La svolta decisiva, a detta della presidente Ricci, parrebbe ormai dietro l’angolo.
Si è discusso poi di salvaguardia idrogeologica. Sono stati richiesti anche interventi strutturali per il ribasso delle bollette degli agricoltori finiti nel vortice della siccità e dei rincari energetici.
La fusione dei Consorzi
Sullo sfondo c’è la riorganizzazione dei Consorzi laziali, ridotti da dieci a quattro, «razionalizzando e risparmiando – ha detto Sonia Ricci – dal momento che abbiamo ridotto da dieci a quattro i Consigli d’amministrazione e le presidenze». Com’è stato già fatto, praticamente, con i Consorzi industriali e con le caritatevoli ex Ipab riunite nelle Aziende per i servizi alla persona (Asp).
Sonia Ricci, quarto commissario straordinario del Frusinate, ha ricordato anche tutte le difficoltà avute nei Consorzi di bonifica in via di fusione dal 2015. Vuole l’apporto di tutti gli attori interessati.
«La bonifica non può andare avanti da sola – ha affermato -. Serve una programmazione sinergica con le istituzioni e i sindaci. I Consorzi di bonifica sono Enti partecipanti alla sicurezza e alla valorizzazione del territorio, non meri esattori di tasse». (Leggi qui L’Anbi mette d’accordo tutti)
Anche contro il dissesto
Il confronto è stato moderato da Andrea Renna, direttore di Anbi Lazio. Ha visto partecipare tra gli altri tre referenti territoriali della Ciociaria: il deputato Aldo Mattia (FdI) e i consiglieri regionali Daniele Maura (FdI) e Sara Battisti (Pd): l’uno membro di maggioranza della Commissione Agricoltura-Ambiente e l’altra componente di minoranza della Commissione Sviluppo Economico, di cui è vicepresidente lo stesso Maura.
Con loro più o meno trenta Sindaci, tra cui il padrone di casa Daniele Natalia. Che ha aperto il dibattito con i problemi ancora da affrontare. «Il cuneo salino, le manutenzioni e le riparazioni, la vetustà degli impianti e della rete irrigua. E la difficoltà legate ad una irrigazione che ormai viene garantita praticamente tutto l’anno a scapito di una manutenzione appropriata».
Contro il dissesto idrogeologico è stato proposto anche il coinvolgimento dell’Astral: l’Azienda che gestisce le strade regionali. Si propone come un approccio innovativo alla prevenzione e al miglioramento della sicurezza. «Sia per dotarsi in tempi brevi – si è motivato – di un’analisi dettagliata dello stato attuale dei versanti prospicienti la rete viaria affidata in gestione all’Azienda e individuare quelli caratterizzati da elevato rischio di dissesto gravitativo, sia per la progettazione e realizzazione degli interventi eventualmente necessari». Meglio tradurlo in termini più comprensibili: ci sono costoni di montagna che che arrivano sulle strade; con le piogge torrenziali che da qualche anno cadono anhe a queste latitudini alcune strade sono a rischio. Occorre censire quali sono e cosa si rischi.
Maura propone una legge
Da quasi un mese il consigliere regionale Daniele Maura (Fratelli d’Italia) ha presentato una sua proposta di legge anti dissesto alla Commissione “Tutela del territorio”. «È per una gestione diversa dei fondi già in essere per aiutare gli enti locali – spiega – che spesso non hanno le competenze necessarie ed il personale, per impiegare i fondi che vengono messi a loro disposizione».
E aggiorna sull’iter: «Prossimamente verrà dato seguito alla prima seduta della Commissione con un’audizione degli enti interessati Astral e Anci, l’associazione dei Comuni Italiani». La reale portata della mission dell’Anbi Lazio è stata riassunta dal filmato mandato in onda durante l’incontro: canali da oltre 10mila chilometri, l’irrigazione di un territorio esteso per più di 70mila ettari, la sicurezza idraulica per milioni di cittadini.
Secondo Andrea Renna, direttore di Anbi Lazio, «bisogna aprire anche in provincia di Frosinone, come nel resto del Lazio, un nuovo modo di operare». Cosa intende? «Deve essere in sinergia con Regione e Comuni – spiega il direttore Renna – per concretizzare il “Patto per il suolo” che porti benefici alle imprese, ai consorziati ed ai cittadini La salvaguardia idrogeologica del territorio passa attraverso un lavoro di squadra».
Non soltanto bollette
Si vuole andare oltre l’etichetta di Consorzio che si vede soltanto quando deve riscuotere. «I consorzi di bonifica non possono essere considerati solo strutture demandate a chiedere contributi ai cittadini – sostiene Renna – ma devono diventare sempre di più e meglio strutture capaci di catalizzare risorse comunitarie e nazionali con le quali tradurre nei territori ancora meglio le professionalità».
Il “Patto per il suolo” ha visto raccogliere frutti negli ultimi anni “A sud di Anagni”. A Ceccano, ad esempio, sono stati bonificati vari fossati dopo vent’anni: grazie alla sinergia tra l’ente consortile e il Comune. Se n’è occupato l’assessore all’Ambiente Riccardo Del Brocco (FdI), delegato altresì alla tutela e salvaguardia del territorio.
Del Brocco, chiamato in causa, accentua sin da subito «la totale collaborazione con il sindaco Caligiore e Giancarlo Santucci, capogruppo della “Grande Ceccano”, che ha seguito con me ogni lavoro». Cos’è cambiato? «La presenza e la percezione del consorzio “A sud di Anagni” sul nostro territorio – riconosce l’assessore comunale -. Ai cittadini che vedevano questa solo come una tassa iniqua, finalmente è stata chiara e tangibile l’importanza del lavoro del consorzio».
Bonifiche dopo vent’anni
È bastato, quando la Regione era ancora a guida Pd anziché FdI, andare anche oltre i fossati politici. «Tutti i fossati di loro competenza sono stati ripuliti, messi in sicurezza e manutenuti in maniera eccellente – dice Del Brocco del Consorzio -. Un intervento che non vedeva luce da vent’anni, importante e quantificabile in centinaia di migliaia di euro come investimenti sulle nostre aree consortili».
Del Brocco, pertanto, elogia il Consorzio che era “A sud di Anagni” ma ben presto finirà nel “Lazio sud-est” con gli altri due enti provinciali commissariati. «Negli ultimi tempi non c’è stato nessun allagamento in quelle zone che vivevano puntualmente disagi ad ogni precipitazione», attesta l’assessore.
E conclude: «I Consorzi, infatti, possono mettere a disposizione mezzi e professionalità specifiche che come Comuni non possiamo nemmeno lontanamente avere. Per questo li ringrazio e spero in una collaborazione sempre più fattiva a tutela e salvaguardia del nostro territorio».