Crisi di Governo e variabili in Regione Lazio (di C. Trento)

Comunque finisca, nulla sarà più come prima in Regione Lazio. Maggioranza, elezioni, candidature: tutte le indiscrezioni

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Entra o non entra? Questo è il dilemma. Mentre invece, in caso di elezioni anticipate, nessun dubbio: Nicola Zingaretti non potrebbe non candidarsi alla Camera o al Senato. Parliamo del segretario nazionale del Partito Democratico. 

Nicola Zingaretti Foto © Simone Desiato

In ogni caso alla Regione Lazio in tanti, da giorni, trattengono il fiato. Perché la nomina di Zingaretti vicepresidente del consiglio e ministro aprirebbe la strada ad elezioni anticipate anche alla Regione. Nell’uno e nell’altro caso (deputato o ministro) Nicola Zingaretti dovrebbe lasciare il ruolo di Governatore. I tempi però sarebbero diversi: dopo l’elezione a parlamentare avrebbe comunque un periodo di tempo nel quale “optare”. Mentre nel caso di ingresso nell’eventuale Governo giallorosso (ipotesi fortemente avanzata da Giuseppe Conte) i tempi sarebbero più stretti. Comunque impossibile immaginare elezioni anticipate nel Lazio prima della prossima primavera. È un problema di finestre. Elettorali naturalmente

Ma in questi giorni di crisi nazionale la politica ha rubato la scena al… calciomercato. Nel senso che situazioni e scenari cambiano a velocità supersonica e davvero può succedere di tutto. Complicato perfino smentire. C’è un dato però che bisogna tenere presente. Sin dall’inizio di questa crisi Nicola Zingaretti ha impostato il ragionamento “oltre il momento”. Guardando cioè anche a possibili alleanze in vista delle regionali che si celebreranno in Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Calabria. Adesso potrebbe aggiungersi perfino il Lazio.

Fabio Rampelli

Si è molto parlato di opzioni di alleanze o patto di desistenza tra il Pd e i Cinque Stelle. È evidente infatti che il test delle prossime regionali assumerebbe una valenza enorme sul piano politico. Con la Lega di Matteo Salvini decisa a conquistare le tradizionali “roccaforti” della sinistra. Naturalmente nell’alveo di una coalizione di centrodestra. Con Fratelli d’Italia e Forza Italia quindi.

Democrat e pentastellati, se divisi, difficilmente potrebbero fronteggiare una forza d’urto del genere. Nel Lazio le indiscrezioni fioccano. Per quanto riguarda il centrodestra, sono due i nomi dei possibili candidati alla presidenza che vanno per la maggiore: Claudio Durigon (Lega) e Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia). Nel centrosinistra c’è l’attuale vicepresidente Daniele Leodori. nei Cinque Stelle Roberta Lombardi. Eventuale “sintesi ” complicata.

Roberta Lombardi

Patto di desistenza? Da verificare. Intanto però, nell’eventualità di un accordo tra Pd e Cinque Stelle, l’attuale maggioranza potrebbe rafforzarsi non poco visto che sono dieci i consiglieri pentastellati. In grado quindi di archiviare definitivamente il patto d’aula. Inoltre, Roberta Lombardi ha sempre avuto un’attenzione politica importante nei confronti dell’esecutivo guidato da Zingaretti. Diversa invece la posizione di Davide Barillari

Zingaretti e Mauro Buschini

E a livello locale? Attualmente i consiglieri regionali sono quattro. Due del Partito Democratico: Mauro Buschini (presidente dell’aula della Pisana) e Sara Battisti. Uno di Cambiamo: Pasquale Ciacciarelli, eletto in Forza Italia. Uno del Movimento Cinque Stelle: Loreto Marcelli

Certamente lo scenario di elezioni anticipate riaprirebbe la giostra delle candidature ad ogni livello. Il 4 marzo 2018 la vittoria alla Regione Lazio spianò la strada a Nicola Zingaretti per quel che riguarda la segreteria del Partito Democratico. Lui infatti riuscì a vincere nel giorno della disfatta di Matteo Renzi. A distanza di un anno e mezzo altro incrocio politico da brividi. Non solo per i Democrat. 

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