Di Maio ed i fantasmi a Cinque Stelle in Ciociaria

Il ministro degli Esteri ha messo a nudo i limiti del M5S sui territori. Nonostante tre parlamentari e un consigliere regionale, nessuno è andato a Fiuggi. "So benissimo che non siamo radicati. Tutti siamo stati eletti grazie a Casaleggio e Grillo. Ora stiamo cambiando le cose”

Dal palco di Fiuggi, teatro del congresso del venticinquennale di ConfimpreseItalia, il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha parlato della necessità di sostenere le piccole e medie imprese e di molto altro. Fissando una serie di punti politici ben precisi ed in modo molto chiaro.

Il Di Maio di Stato e di Partito

Sul Quirinale: «Se il Movimento 5 Stelle avesse un candidato per la presidenza della Repubblica si verrebbe a sapere». Sul futuro del Governo: «Dobbiamo proteggere il presidente del Consiglio dal totonomi perché rischiamo di compromettere la legge di bilancio: Draghi ha tutto il nostro sostegno, sta portando avanti riforme che ci consentiranno di avere una ripresa solida. Se portiamo Draghi o Mattarella nel dibattito sul Quirinale indeboliamo le istituzioni». Sulle elezioni anticipate da evitare «Se andiamo a votare dopo il voto per Quirinale, a febbraio o marzo, non avremo un governo prima di luglio e se non hai istituzioni nel pieno delle funzioni come fai a fare le norme per affrontare la pandemia?».

Luigi Di Maio a ConfimpreseItalia

Per niente ecumenico, capace di dire cose scomode. «Il vero problema è che ci sono alcune forze politiche che, siccome nel governo Draghi si fanno cose serie e responsabili, non riescono a capitalizzare voti con boutade e sono in grande difficoltà».

Spietato e lucido anche nell’analisi sul Movimento. «So benissimo che il nostro Movimento non si è radicato nei territori. Noi tutti siamo stati eletti grazie al lavoro di Casaleggio e di Grillo. Se Beppe non fosse andato nelle piazze nessuno di noi avrebbe avuto da solo la forza per essere dove sta adesso”. Ha ben chiara la situazione sui territori: “Noi sui territori non ci siamo. In tanti mi chiedono con chi devono parlare, perché sui territori non sanno chi sia l’interlocure e quelli che ci sono spesso hanno pure opinioni diverse tra loro.

Spiega la missione di Giuseppe Conte: “Abbiamo una persona con l’esperienza di un ex premier che si è messa a disposizione per costruire questo radicamento e questa organizzazione sul territorio. Ci vorrà tempo. Ma intanto cominciamo”.

Nessun grillino per il Ministro

Il Luigi Di Maio visto all’Ambasciatori di Fiuggi non è quello che è apparso sulla scena anni fa con la prima ondata di parlamentari grillini. E nemmeno è quello che si affacciò dal balcone di Palazzo Chigi per annunciare che la provertà era stata sconfitta. È un Luigi Di Maio diverso, con un senso dello Stato e con una prospettiva in mente. Con un senso del Partito e della politica. Che non parla per slogan, dribbla le risposte scomode ma entra comunque nella sostanza del problema.

Luca Frusone (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Ha un profilo istituzionale e resta lui il leader del Movimento Cinque Stelle. Un Partito che però dovrà cambiare tanto quanto il suo Ministro degli Esteri. Perché quello visto a Fiuggi è stato l’esempio più imbarazzante: è apparsa in tutta la sua evidenza l’assenza di radicamento dei Cinque Stelle nel territorio. Esattamente come aveva appena detto il Ministro dal palco.

In Ciociaria i pentastellati nel 2018 hanno eletto 3 parlamentari: Ilaria Fontana (sottosegretario alla transizione ecologica), Luca Frusone (presidente della Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare della NATO) ed Enrica Segneri. E anche un consigliere regionale: Loreto Marcelli che è pure Capogruppo alla Pisana.

Nessuno li ha visti a Fiuggi. Nemmeno una comparsata.

La solitudine nei Comuni

Immaginate per un attimo se Giulio Andreotti fosse andato a Fiuggi e Giuseppe Ciarrapico non fosse andato a stringergli la mano, se Fernando D’Amata se ne fosse rimasto a Pontecorvo, se il senatore Vincenzo Ignazio Senese avesse preferito rimanere in pantofole nella sua Sora. Impensabile. I Pentastellati lo hanno fatto.

Mai è stata avviata una fase per cercare di portare il Movimento a livelli più importanti negli enti locali. Nessun sindaco, pochissimi consiglieri comunali, assenza totale negli enti intermedi. Un esempio su tutti: nemmeno ad Alatri è stata presentata la lista per le recenti Comunali eppure è la città che esprime il deputato Luca Frusone eletto per due volte dal M5S.

I consiglieri comunali di Frosinone Bellincampi e Mastronardi

Il 18 dicembre si vota per eleggere 12 consiglieri provinciali. I pentastellati non hanno i numeri per poter mettere in campo una lista. Christian Bellincampi, consigliere comunale di Frosinone e candidato sindaco nel capoluogo nel 2017, sarà in campo nella civica del vicepresidente Luigi Vacana, punto di “attrazione” del Psi, dei Socialisti tricolori, di Demos, dell’area di Smeriglio e di tantissime altre cose ancora.

Ci sono le elezioni comunali di Frosinone all’orizzonte e una parte del centrosinistra ha chiesto un incontro proprio con il Movimento. Per cercare di capire se esistono gli spazi per delle convergenze e perfino per degli accordi. Potrebbe essere un inizio.