E Conte diventò il problema più grande per Zingaretti

Più il premier resta a Palazzo Chigi più il Partito Democratico arretra e smarrisce la strada tracciata con Piazza Grande. Il segretario lo ha capito bene e adesso proverà a favorire un Governo guidato da un altro. Senza temere le elezioni anticipate. Ma Conte è pronto a resistere.

Il Partito Democratico e i Cinque Stelle hanno chiesto a Giuseppe Conte un passo di lato per evitare che la situazione precipiti. Ma il presidente del Consiglio non vuole saperne di lasciare Palazzo Chigi, anche se non è stato eletto né deputato né senatore.

Sempre i Cinque Stelle, per favorire un’intesa con i Democrat a Roma, hanno fatto sapere alla sindaca Virginia Raggi che dovrebbe valutare l’idea di non concorrere. Magari potrebbe essere nominata ministra nel prossimo rimpasto di Governo. (Leggi qui Virginia ‘scansate’: è il Movimento che te lo chiede).

Nelle stesse ore Bruno Astorre, senatore e Segretario Regionale del Partito Democratico, ripeteva per la millesima volta che mai il Pd sosterrà la Raggi come candidata sindaco. E’ perfino normale che Giuseppe Conte da un alto e Virginia Raggi dall’altro cerchino di “resistere”. Ma adesso davvero il gioco è nelle mani del Partito Democratico.

La piazza grande accantonata

Nicola Zingaretti (Foto: Paola Onoifri / Imagoeconomica)

Nicola Zingaretti ha accantonato completamente il progetto alla base di Piazza Grande e lo ha accantonato per sostenere un Governo che non va semplicemente perché non governa. Va bene l’ala ministeriale e governativa del Partito, ma il potere per il potere ribalta il convincimento andreottiano: logora chi ce l’ha.

Le posizioni dei Cinque Stelle non sono quelle dei Democrat e andando avanti in questo momento succederà quello che i sondaggi già evidenziano: il Pd arretra, i Cinque Stelle reggono e in qualche caso crescono.

Un Conte ter con il Pd ancora gregario non ha senso politico, soprattutto per la Segreteria di Nicola Zingaretti, sottoposta ad un stress fortissimo perfino all’interno del Partito. Per questo il Segretario ha iniziato a far mandare messaggi che i il Pd non teme il voto. E non lo teme davvero.

Perfino Goffredo Bettini, uno dei massimi estimatori del premier Conte, sta valutando con estrema serietà l’ipotesi delle elezioni anticipate. La settimana prossima sarà importantissima.

Giuseppe Conte

La partita è chiara: serve un cambio di passo, non solo nei contenuti ma anche in maniera visuale. Serve un Governo che governi e che abbia il coraggio di mettere fine all’emergenza, serve una maggioranza che si confronti e che abbia il coraggio di affrontare le Aule legittimando l’opposizione e venendone legittimata. Serve iniziare il cammino verso quella nuova fase che abbiamo chiesto di finanziare tramite il Recovery Plan.

Ma se Giuseppe Conte resisterà a Palazzo Chigi il Pd e Nicola Zingaretti non avranno molto da festeggiare.