Piacentini: «C’è tempo per le candidature, ora facciamo vincere Ciccone»

Il coordinatore provinciale fiuta il pericolo e dice: “C’è spazio per tutti e per il sottoscritto si riparte dagli uscenti. Però gennaio è lontano. Chi dovesse mettersi di traverso? Non avrebbe senso, le fasce di ponderazione rendono agevole individuare chi si è disimpegnato e a quel punto sfumerebbero le possibilità di essere inserito in lista”.

«C’è spazio per tutti, ma gennaio è ancora lontano. E in questo momento l’unica priorità è quella di far sì che Tommaso Ciccone prenda un voto in più di Antonio Pompeo e diventi presidente della Provincia”. Adriano Piacentini, coordinatore provinciale di Forza Italia, non alza i toni ma lancia un messaggio preciso e mirato. Perché fiuta il pericolo. E il pericolo è che, continuando a parlare di lista per il consiglio provinciale, si perda di vista l’obiettivo immediato, che è quello della presidenza della Provincia. Perché, per ogni candidato da mettere in lista si possono determinare dieci scontenti.

 

L’odore del pericolo deriva dagli incendi che si stanno accendendo nei vari centri della provincia. A partire da Sora dove il capogruppo azzurro Alessandro Mosticone ha puntato i piedi e reclamato una candidatura blindata per il comprensorio. (leggi qui L’ultimatum di Mosticone: «Prima Sora e poi Forza Italia, vogliamo il Consigliere»).

Ma anche a Pontecorvo, il sindaco Anselmo Rotondo (consigliere provinciale uscente) non l’ha mandato a dire: «Il modo in cui Forza Italia sta selezionando la classe dirigente è sbagliato, non premia il merito».

Così come a Cassino, dove la capogruppo Rossella Chiusaroli si sente assediata da Mario Abbruzzese su un lato e Carlo Maria D’Alessandro sull’altro. Anche lei è tra quelli convinti che esista un patto con cui blindare l’elezione di Tommaso Ciccone al Consiglio in caso di mancata elezione alla presidenza. Con una seconda blindatura per il sindaco di Piedimonte San Germano Gioacchino Ferdinandi. (leggi qui Il patto segreto in Forza Italia: «blindati Ciccone e Ferdinandi»)

 

Adriano Piacentini cerca di tranquillizzare tutti. «Come per tutte le elezioni, per il sottoscritto si riparte dai consiglieri uscenti, che sono: Danilo Magliocchetti, Rossella Chiusaroli e Anselmo Rotondo. Dovranno essere loro a dire se intendono ricandidarsi oppure no. Poi alcune disponibilità sono state avanzate e altre lo saranno. Abbiamo tante frecce al nostro arco e sapremo trovare la giusta sintesi guardando ai territori e alla squadra. Però questo è il momento di sostenere Tommaso Ciccone con forza e convinzione».

 

E se qualcuno, senza la certezza di una candidatura al consiglio provinciale, dovesse oggi tirare il freno a mano? Non presentandosi alle urne, in un’elezione dove ogni singolo voto (sia per l’uno che per l’altro candidato) è decisivo. «Sarebbe quanto di più sbagliato. Intanto perché parliamo di come si sta in un partito. E in un partito ci si sta sostenendo i propri candidati. In secondo luogo, non prendiamoci in giro: le fasce di ponderazione dei Comuni rendono agevole individuare chi eventualmente dovesse disimpegnarsi o addirittura sostenere i nostri avversari. Inutile aggiungere che comportamenti del genere andrebbero a vanificare sul nascere ipotesi di candidatura al consiglio provinciale a gennaio».

 

Il coordinatore è convinto che non ci saranno franchi tiratori. «Il centrodestra ha i numeri ed i voti ponderati per portare Tommaso Ciccone alla vittoria. Sul palco del Fornaci qualche giorno fa c’è stato una specie di giuramento pubblico tra Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, Polo Civico, Cuori Italiano. Tutti per uno, uno per tutti. Facciamo vincere Ciccone».