Quella consapevolezza di meritare la vittoria che vale più dei tre punti (di E. Ferazzoli)

Il pareggio del Frosinone a Parma è stato l'occasione per altre critiche. Sbagliate. Perché quel punto difeso al Tardini con le unghie e con i denti vale tantissimo in termini di serenità, consapevolezza e coraggio. E se qualcosa fosse andato storto, quelle stesse scelte sarebbero apparse avventate.

Elisa Ferazzoli

Giornalista in fase di definizione

Parma-Frosinone sarà ricordata come quella gara in cui il tifoso ha varcato i tornelli del Tardini sperando di portare a casa almeno un punto per poi uscirne rammaricandosi che non fossero tre.

Le ragioni risiedono nell’ottima prestazione di tutti i gialloazzurri in campo e in quei 30’ del secondo tempo disputati in superiorità numerica per l’espulsione al 61’ di Stulac reo di un intervento scorretto e pericoloso su un Chibsah ancora una volta monumentale. (leggi qui Il Frosinone assedia il Parma e porta a casa il terzo risultato utile di fila)

 

Sul banco degli imputati c’è ancora una volta mister Longo, “accusato” di non avere avuto il coraggio di rischiare, di utilizzare i cambi a disposizione per alimentare la spinta offensiva della squadra.

“Si poteva vincere”. “Sono due punti importanti persi”. “Longo ha giocato per difendere quel punto”.

 

Tutto vero. O forse no. Perché non sempre in superiorità numerica è più facile vincere, specialmente se l’avversario si chiude dietro a difendere quel punto, se D’Aversa risponde togliendo Ceravolo in attacco e inserendo Bastoni in difesa. Perché sullo 0-0, una partita la si può vincere o perdere con la stessa percentuale di probabilità e non bisogna andare troppo in là con la memoria per averne conferma; basta tornare all’ultima gara disputata al Matusa il 28 maggio dello scorso anno.

Perché sembrerà paradossale ma non è (solo) di punti che il Frosinone di mister Longo ha bisogno.

 

Quel punto difeso al Tardini con le unghie e con i denti vale tantissimo in termini di serenità, consapevolezza e coraggio. Sarebbe stato molto più facile per Longo lasciarsi trascinare dall’entusiasmo, cercare a tutti i costi la vittoria ed eventualmente raccogliere i favori del pubblico. Ma se qualcosa fosse andato storto, quelle scelte sarebbero apparse avventate, controproducenti e comunque motivo di critica. Va dato atto al mister che è anche grazie alla scelta di non “strafare” se fra due giorni il Frosinone si ritroverà a giocarsela con la Fiorentina in casa pensando che si tratti di un match alla sua portata.

 

Visto in quest’ottica lo 0-0 di domenica scorsa ha un valore inestimabile. È il terzo risultato positivo di fila dopo mesi di agonia, vuol dire poter affrontare la squadra di Pioli con la consapevolezza e la convinzione dei propri mezzi, vale lo stato d’animo di quei ragazzi che sono usciti dal campo fieri, rammaricati per aver perso una grande occasione e per la prima volta profondamente convinti di meritare di più.

 

A dispetto dello 0-0, domenica il Frosinone ha vinto. Perché dopo 11 giornate, si è finalmente reso conto di non trovarsi nella categoria sbagliata ma di poter davvero lottare per raggiungere e meritare la sua vittoria più grande, il sogno salvezza.