Gran Casin(ò) Stellantis: una partita a poker su più tavoli

Il Tavolo Stellantis rivela il piano degli industriali del Cassinate: 144 milioni per creare un Tier One. Progetto da esportare anche in Asia ed Americhe. Tavares non parla di Cassino. Giorgetti convoca le parti

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Il mondo dell’Automotive cambia, l’auto di domani non sarà quella di oggi. Ed il modo per fabbricarla sarà differente. Il Ceo Carlos Tavares ha svelato i progetti per il futuro di Stellantis. Lo ha fatto nel corso della videoconferenza di oggi pomeriggio durante la quale ha presentato agli investitori il piano strategico a lungo termine del gruppo. Non ha parlato dei singoli stabilimenti. Ma ha spiegato che cambierà tutto.

Sparirà l’indotto. Non sarà più quello degli anni Settanta e Ottanta. Smetterà di essere un insieme di fabbriche che realizza i pezzi per lo stabilimento. Se vuole sopravvivere dovrà diventare un centro di eccellenza capace di produrre per tutti i player.

È una strada che a Cassino è già iniziata: gli imprenditori sono pronti a costruire un percorso autonomo. Che potrebbe essere parallelo a Stellantis. Trasformando quello che era l’indotto in una nuova filiera. Hanno pronti 144 milioni di euro per finanziare un piano che risegna completamente il settore e genera 350 nuovi posti di lavoro.

Obiettivo Tier One

L’obiettivo degli industriali del cassinate è quello di unirsi e diventare Tier One cioè fornitore di primo livello. È un soggetto che parla con Stellantis guardandola direttamentge negli occhi. E può parlare con qualunque altro player.

A Cassino i numeri ci sono. L’indagine fatta da Anfia (l’associazione che riunisce tutti i produttori del settore automotive) ha rivelato un quadro che la politica, al Tavolo dell’Automotive convocato oggi in Regione Lazio, ha dimostrato di non conoscere. Molti consiglieri regionali hanno espresso concetti vecchi di almeno quarant’anni, parlando di aziende dell’indotto che soffrono a causa della crisi Stellantis.

A smentirli sono i numeri. La nuova Maserati Grecale che sta nascendo dalle linee di Cassino Plant è fatta per il 45% da aziende che non sono sul territorio. L’indotto di Cassino è composto da aziende che per il 75% non lavorano solo per Stellantis. Tra loro ci sono realtà che dal cassinate lavorano per Stellantis solo al 10% mentre il 90% della loro produzione è per Volvo, Bmw e Volkswagen.

Il progetto Tier One è ambizioso. Mettendo insieme le varie competenze è possibile fornire tutti i pezzi necessari per fare una macchina. Il piano messo a punto dagli industriali di Unindustria e presentato oggi in Regione mette insieme tutte le aziende dell’Automotive laziale. Punta a configurare il territorio del Lazio come un tier one diffuso.

C’è già un piano di marketing territoriale. Per proporre il Modello sviluppato dagli industriali di Unindustria ai player di Corea, India, Cina, Taiwan.

La Regione scende in campo

Mauro Buschini

L’iniziativa degli industriali è stata al centro del Tavolo virtuale aperto dal coordinatore della maggioranza che governa la Regione Lazio Mauro Buschini. Collegati via remoto c’erano un po’ tutti: i consiglieri regionali eletti sul territorio, i sindaci di Cassino e Piedimonte San Germano, la Camera di Commercio, l’Università di Cassino, Francesco De Angelis, l’amministrazione provinciale, i sindacati e le associazioni datoriali.

L’idea che prende sempre più corpo è quella del “Lazio Regione dell’automotive“, un territorio che possa essere tra i primi in Italia a camminare di pari passo con la transizione e non a rincorrerla. “Il nostro obiettivo – ha spiegato Mauro Buschini è stato assumersi l’impegno di coinvolgere tutte le forze in campo, stringendo un patto che concerti le scelte e le azioni utili a rendere sempre più appetibile il nostro territorio a nuovi investimenti“. Per l’ex Presidente del Consiglio Regionale, il dibattito ha messo in fila le priorità sulle quali lavorare nei prossimi mesi, nell’ottica di essere al fianco di imprese e lavoratori.

Collegato anche l’Assessore allo sviluppo economico Paolo Orneli, che ha tracciato la rotta sulla quale l’Amministrazione Zingaretti navigherà nei prossimi mesi. “Noi siamo pronti – ha detto Orneli – stiamo lavorando per inserire nella prossima programmazione europea fondi per la ricerca nel settore, 20 milioni per infrastrutture e ricerca. La partita non la giocheremo da soli, ma con un grande partner al nostro fianco, come il Consorzio Industriale del Lazio“. L’Assessore ha però ricordato che la Regione non è ferma, ricordando l’impegno con i 50 milioni di investimento sull’area del cassinate che ha permesso di attrarre iniziative come quella di Fincantieri. (Leggi qui Perché P4F è l’operazione più importante dai tempi di Fiat).

Io non voglio farla semplice – ha proseguito Orneli – ma il nostro lavoro sarà quello di convincere che su questo territorio ci si può scommettere, i presupposti ci sono tutti, perché le industrie vogliono investire. La Regione dovrà accompagnare il territorio del cassinate nella transizione e dovrà chiedere alle istituzioni statali di rafforzare le politiche per cogliere queste sfide“. Orneli e Buschini hanno poi concordato sulla regionalizzazione del tavolo, perché se Cassino è il cuore pulsante del settore nel Lazio, nel resto della Regione ci sono centinaia di realtà che dovranno affrontare questo momento di cambiamento. La prossima riunione del tavolo vedrà la presenza dell’Assessore Di Berardino, con lui si parlerà in maniera più specifica della situazione dei lavoratori.

Tavares mette i paletti

Carlos Tavares

Come anticipato da Alessioporcu.it, oggi da Tavares è venuto fuori nulla per quel che riguarda le fabbriche. (Leggi qui Martedì nessuna novità per Stellantis).

Il Ceo di Stellantis ha presentato “Dare Forward 2030“, il piano strategico per i prossimi otto anni. Ambizioso, ultra Green ed ottimista. Poi se si va a leggere nell’ultima pagina del comunicato c’è un bel disclaimer in cui si specifica che tutti i verbi al futuro riguardano la situazione attuale, quindi in questo mondo in continua evoluzione rappresentano buone intenzioni. Nulla di più.

I capisaldi sono quattro: il primo la riduzione delle emissioni del 50% entro il 2030; secondo, entro a fine del decennio il 100% di vendite elettriche in Europa ed il 50% negli States; terzo, essere la prima azienda nella soddisfazione del cliente; quarto, il raddoppio dei ricavi netti entro il 2030.

Bello. Anzi, bellissimo. Ma la ciccia dove sta? E’ tutta qui, in una AdnKronos delle 16:17. Alla domanda: “Quale il futuro delle fabbriche in Europa?“, il manager portoghese ha risposto in maniera tanto lineare, quanto disarmante. “Le dimensioni del mercato“, il che vuol dire quante auto vengono vendute in Europa rispetto al resto del mondo. “Il fattore decisivo è se le dimensioni delle vendite saranno condizionate dalle limitazioni all’uso delle auto: a questo devono rispondere i politici”. Provando a fare l’esegesi, viene fuori questo: i governi devono proteggere il mercato europeo, perché Stellantis può impegnarsi quanto vuole nel fare le auto più moderne e pulite possibile, ma gli europei devono sapere se possono usare le loro auto.

La critica è tutta rivolta verso quella transizione a tutta forza, già criticata dal grande capo di Stellantis, in quanto calata dall’alto e senza la possibilità che i cittadini possano cambiare materialmente auto. Perché un modello elettrico costa caro e le persone devono essere messe in condizione di acquistarla l’auto o di potersi muovere ancora con essa malgrado non proprio a zero emissioni. (Leggi qui L’urlo di Tavares: “Auto elettrica scelta brutale dei politici”).

Il manager dà anche un numero, che è 18 milioni. Quel numero rappresenta la quota di auto vendute in un anno in Europa prima del Covid, un numero sceso a 15 milioni. “Se restiamo a 18 milioni faremo la nostra parte – ha concluso Tavares – ma se continuerà a scendere sarà un problema per tutti, non solo per Stellantis“.

Il 10 marzo tutti da Giorgetti

Giancarlo Giorgetti (Foto Imagoeconomica)

Intanto il ministro Giancarlo Giorgetti ha convocato il tavolo Stellantis. In quell’occasione si dovrebbe parlare di stabilimenti. L’incontro si terrà giovedì 10 marzo prossimo, alle 11:30 in via Molise, nella sede del Ministero per lo Sviluppo Economico.

Presenti il padrone di casa, il ministro Andrea Orlando, i rappresentanti di Stellantis ed i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil. Il segretario Fim Cisl Uliano aveva affermato che in quella riunione si sarebbe affrontato il tema Cassino e lì il suo sindacato avrebbe chiesto che quei modelli, uno all’anno fino al 2026 di Alfa e Lancia, sarebbero dovuti essere prodotti proprio a Cassino, perché la fabbrica più adatta.