Il bilancio orfano passa senza problemi: via alle assunzioni (Conte della Selvotta)

Passa il Bilancio riequilibrato del Comune di Cassino. Messo a punto dal centrodestra e approvato dal centrosinistra. Votato dall'opposizione e dalla maggioranza. Ora lo scontro con D'Alessandro: "Visto? Erano tutte bugie quelle contro di me". Via a 15 assunzioni

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

Un ingente sciame di api invase il Foro di Cassino”. ANNO CCVIII a.C. Tito Livio Libro XXVII.

Cassino, 2019 d.C. Uno sciame di api invade l’Aula consiliare.

Montecassino, 2019 d.C. Uno sciame di api invade l’Albaneta.

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Passa il Bilancio. Di chi?

Il sindaco Enzo Salera

Un altro passaggio, tecnico, del dissesto finanziario varato dal comune di Cassino nel 2018 è stato adottato ieri sera dall’assise. È stato votato il bilancio cosiddetto “stabilmente riequilibrato”. Non senza polemiche e ripetendo sempre le stesse cose da tre anni a questa parte. Dividendosi ancora una volta sullo stesso argomento: se fosse necessario o meno. 

Una votazione articolata. A tratti paradossale. Perché sia l’attuale maggioranza di centrosinistra che due consiglieri di centrodestra sono stati costretti a votare a favore del bilancio con motivazioni diverse.

Dove sta il paradosso? La maggioranza di centrosinistra ha votato un bilancio concepito dal centrodestra che era in precedenza al governo. Due consiglieri di opposizione si sono trovati a votare con la maggioranza della quale sono avversari.

Il centrosinistra ha considerato un obbligo amministrativo votare il bilancio sviluppato dal centrodestra di Carlo Maria D’Alessandro. Per via di quello che i libri chiamano “Continuità“: chi entra in un’amministrazione riparte da ciò che ha lasciato la precedente, non può tracciare una linea e fingere che non esista quanto fatto dai predecessori.

I consiglieri di centrodestra Mario Abbruzzese e Franco Evangelista invece hanno votato a favore in coerenza con la passata amministrazione che lo aveva approvato. E della quale facevano parte, a diverso titolo. Uno ne era l’ispiratore politico, l’altro ne era assessore.

A favore anche i neoeletti  Michelina Bevilacqua e Renato De Sanctis. Si sono astenuti Giuseppe Golini Petrarcone e Massimiliano Mignanelli.

L’unico a votare contro è stato Salvatore Fontana. Per due motivi: “Perché non mi appartiene e perché non posso votare un  libro dei sogni voluto da questa amministrazione”.  

Il dubbio di Abbruzzese

I consiglieri Evangelista, Bevilacqua e Abbruzzese © Giornalisti Indipendenti

L’ex consigliere regionale Mario Abbruzzese è ancora in dubbio se lasciare lo scranno al primo dei non eletti Carmine Di Mambro. Che, però, è passato con il movimento civico di Benedetto Leone.

Ad Abbruzzese l’Aula del consiglio piace. Piace lo scontro dialettico, la polemica amministrativa. Ancora una volta ha aperto, sempre da primo della classe, la raffica degli interventi della minoranza. Il tutto, comunque, con toni pacati anche per il clima natalizio.  

Il suo è stato un discorso ad ampio raggio giustificando prima la necessità del dissesto e poi accusando chi c’era prima di non averlo fatto. E quindi  avvertendo il sindaco di non aver accompagnato il documento contabile con una relazione sulla visione strategica della città in proiezione futura.

L’appello: sindaco, quale città vogliamo avere per i nostri cittadini.  Sulla sua falsariga si sono orientati anche gli altri interventi. Petrarcone, invece, ha difeso, come Salera, la volontà di non fare il dissesto durante la sua amministrazione.  Punzecchiate dagli altri consiglieri.

Le bacchettate del sindaco

Poi sono arrivate le bacchettate del sindaco Enzo Salera. Il quale come un carro armato ha ribattuto su ogni osservazione dei consiglieri che lo avevano criticato in parte o avanzato domande scontate. 

Spiegando che il bilancio riequilibrato non certifica la validità del riconoscimento del dissesto. E di essere convinto della non necessità di tale atto. In particolare ha preso di mira Mario Abbruzzese e il compaesano Franco Evangelista.

Si torna ad assumere

Cassino, l’Aula del Consiglio Comunale. Massimiliano Mignanell, Salvatorei Fontana e Renato De Sanctis

L’approvazione del Bilancio consente l’avvio dell’iter per le assunzioni in Comune. Enzo Salera stimava di afre un primo lotto già entro la fine del 2019: glielo ha impedito – ha spiegato – la crisi di governo in estate che ha ritardato tutto.

Con il via ai conti avvenuto adesso, parte l’iter per formare le graduatorie. Bisognerà assumere 15 persone: 6 agenti di polizia locale, 5 tecnici, 4 amministrativi.

I bandi partono a gennaio, l’iter potrebbe concludersi in un semestre.

Il fantasma di Carlone

Sull’intera seduta ha aleggiato lo spettro dell’ex sindaco Carlo Maria D’Alessandro. Per tutta l’ultima parte del suo mandato è stato messo sotto assedio: sostenendo che il dissesto non fosse necessario, attaccando in modo frontale i conti. Lui ha sempre sostenuto che quelle dei suoi avversari fossero bugie.

Poche ore prima del consiglio comunale di ieri ha lanciato la sua profezia. Sibillino. “E adesso li voglio vedere mentre votano il mio bilancio stabilmente riequilibrato. Se lo votano ammettono che tutto ciò di cui mi avevano accusato erano bugie“. Il bilancio l’hanno votato.

Carlo Maria D’Alessandro con Peppino Petrarcone

Si va così ad una curiosa coda della campagna elettorale persa dal centrodestra la scorsa estate. In cosa consiste la coda? Nel fatto che il 31 dicembre il sindaco Enzo Salera, come da tradizione, terrà la relazione sull’attività svolta. Invece il 1 gennaio Carlo Maria D’Alessandro terrà una contro conferenza stampa sul web per contestare, punto su punto, quanto detto dal suo successore.

Dove sta il Pd

E il Pd di Cassino dove sta? In Aula c’è ed è fedelissimo al primo cittadino. Lo guida il capogruppo Gino Ranaldi il quale vorrebbe  allargare il comando anche sull’altra lista: la civica del sindaco. Per creare così un listone e dare più compattezza alla maggioranza.

All’esterno è la presidente d’Aula Barbara Di Rollo a guidare la ricostruzione del Partito e di una sede. E tra i fedeli del Pd s’invoca un rilancio del Partito nel territorio cassinate, lanciando anche un segnale politico a Frosinone per reclamare una maggiore considerazione.

Il Pd insieme ad altre liste ha vinto le elezioni con un sindaco supervotato. E che potrebbe diventare anche presidente della Provincia. Come annunciato a maggio scorso, non rinnoverà la tessera per il 2019 a quelli che si sono candidati contro il Pd, eletti e non, con Petrarcone o con  altri schieramenti. Lo prevede lo Statuto. Ed il segretario reggente Domenico Alfieri aveva lanciato l’ultimatum.