Il colpo di coda del Covid: la pandemia è ancora in corso

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Il Coronavirus non è stato sconfitto, nel Lazio preoccupa l’Rt a 1,23. L’allarme lanciato da Alessio D’Amato, il contagio in provincia di Frosinone e la necessità di non abbassare la guardia.

La pandemia da Covid-19 non è finita. Il virus non è andato in vacanza e parlare di fase 1, 2, 3 o 4 significa nulla. Anche perché nel mondo la curva è entrata in orbita: negli Usa, in Brasile, in India, ovunque. Il caldo non ha sconfitto il Coronavirus.

In Italia va meglio, ma la guardia non va abbassata. Soprattutto nel Lazio, dove l’indice di trasmissibilità continua a stare stabilmente sopra quota 1. E questo è preoccupante.

Nel report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della salute è scritto: «Il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 in Italia rimane a bassa criticità. Con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 29/6-12/7) di 4.6 per 100.000 abitanti (in lieve aumento). A livello nazionale, si osserva un Rt nazionale = 1.01, sebbene sia inferiore ad 1 nel suo intervallo di confidenza minore. Questo indica che la trasmissione nel nostro Paese è stata sostanzialmente stazionaria nelle scorse settimane»

Iss e ministero: focolai rilevanti

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«Il numero dei casi rispetto alla scorsa settimana è più o meno stabile – ha affermato Gianni Rezza, capo dipartimento Prevenzione del ministero della Salute-. L’Rt è 1,01, con intervalli di confidenza che vanno da poco sopra a poco sotto l’unità. Questo è dovuto alla presenza di focolai di dimensioni più o meno rilevanti, spesso dovuti a casi importati dall’estero. Ne consegue la necessità di continuare con comportamenti ispirati alla prudenza. La sanità pubblica deve intervenire prontamente per intercettarli e contenerli rapidamente»

L’indice Rt — che misura il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure decise per contenere la malattia — ha superato il livello di guardia (che è 1) in 6 regioni: Veneto, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna. Nel Lazio è 1,23. Vuol dire che un contagiato può infettare 1,23 persone.

Lazio, pesano i casi di importazione

Alessio D’Amato © Foto Imagoeconomica / Sara Minelli

Ieri nel Lazio sono stati registrati 14 nuovi casi. Di questi ben 13 sono casi di importazione: 9 casi hanno un link con voli di rientro dal Bangladesh già attenzionati, un caso di rientro dall’India, uno dal Montenegro, uno da Albania e uno dalla Romania.

Ha detto l’assessore Alessio D’Amato: «Nel Lazio abbiamo un rischio moderato, ma non bisogna abbassare il livello di attenzione». Poi ha alzato l’attenzione sul caso della persona che è andata al lavoro con la febbre ad Ostia. Dicendo: «E’ andato al lavoro in uno stabilimento balneare di Ostia, pur avendo la febbre. Qualche giorno dopo ha scoperto di essere positivo al Coronavirus. Ora la struttura sul litorale romano è stata chiusa, per permettere tutti i controlli del caso».

«L’uomo che si è contagiato è un cittadino del Bangladesh che lavora presso lo stabilimento. Ora è ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma. Da una prima relazione della Asl Roma 3 che sta svolgendo l’indagine epidemiologica emerge che il lavoratore ha dichiarato di aver avuto la febbre fin dal giorno 14 luglio e dolori muscolari già dal 12 di luglio. Ha lavorato presso la struttura fino al 16 luglio. Questa circostanza la considero grave e chiediamo la massima responsabilità. Con la febbre e con sintomi si deve rimanere a casa e contattare un medico. Non è possibile che si vada in giro o al lavoro».

Frosinone, addio Covid free

Coronavirus, operaio in mascherina e tuta. Foto © Paolo Lo Debole / Imagoeconomica

In provincia di Frosinone, dopo undici giorni a zero casi, l’altro ieri un contagiato a Cassino. L’uomo si è recato in ospedale per altri motivi e ha scoperto di essere positivo al Covid-19.

Vuol dire che il virus continua a circolare e che l’abbassamento di concentrazione può rappresentare un gravissimo errore.

I numeri delle ultime ore parlano chiaro. Nel Lazio ad oggi sono 852 i casi positivi. I più gravi sono 9 e tutti in Terapia Intensiva. Altri 175 casi sono seri e ricoverati in ospedale. Grazie alle cure mese a punto sono ben 668 i pazienti che vengono seguiti a casa dove si trovano però in isolamento: non possono e non devono avere contatti con nessun altro, nemmeno i familiari residenti nella stessa abitazione.

Durante la pandemia il lazio ha pagato al coronavirus un tributo di 849 vittime su 8399 casi scoperti ed esaminati.

E c’è ancora oggi gente che va in giro senza disinfettarsi le mani o indossare la mascherina.