Il cuore oltre l’ostacolo: la lezione di Letta per Frosinone

Il segretario del Pd ha detto che l’Italia di più non può fare per l’Ucraina, ma questo non vuol dire disimpegnarsi, anzi. Una presa di posizione che il Partito dovrebbe tenere in considerazione, anche a Frosinone, dove c’è stata la “chiamata alle armi” di De Angelis.

Di più l’Italia non può fare, perché altrimenti dovrebbe entrare in guerra. Il segretario del Pd Enrico Letta ha trovato il coraggio di dirlo chiaramente e non è stato semplice. Perché gli ucraini chiedono protezione nei cieli e da un giorno all’altro milioni di persone sono passati da una condizione di famiglia normale a quella di profughi. 

La politica solitamente si schiera e ci sono iniziative svariate. Ma la forza di dire che di più non si può fare non la trovano tutti. Non significa che non si sta facendo: sull’accoglienza, sul ricongiungimento rapido dei gruppi familiari, sullo studio e sul piano sanitario l’Italia sta facendo moltissimo. (Leggi qui).

Quel realismo che può riavvicinare il Pd alla gente

Nicola Zingaretti (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Enrico Letta non ha problemi a dare la linea del Partito Democratico e il fatto che abbia riportato il Partito al primo posto nei sondaggi è molto significativo. Ha spostato l’asse verso i problemi reali delle persone, mentre sul piano delle alleanze ha scelto i Cinque Stelle. Non senza problemi, perché il segretario del Pd confida di poter raggiungere un accordo anche con Azione di Carlo Calenda e con Italia Viva di Matteo Renzi. Che i Cinque Stelle nemmeno vogliono sentirli nominare. (Leggi qui Testa a testa tra Pd e Fratelli d’Italia).

La scelta di Letta è nel solco dello stesso percorso tracciato da Nicola Zingaretti alla Regione Lazio. Non è vero che il Partito Democratico è in crisi. Non in Italia e non nel Lazio. Neppure in provincia di Frosinone se si pensa che a dicembre è riuscito ad eleggere ben 4 consiglieri provinciali. Il sistema elettorale è di secondo livello perché votano gli amministratori. 

Però nessuno ricorda che sindaci e consiglieri vengono eletti direttamente e questo vuol dire che il Partito Democratico mantiene la maggioranza di consiglieri e sindaci. Ha inoltre due consiglieri regionali. Con ruoli non secondari: una è Presidente di Commissione, l’altro è coordinatore della maggioranza.

Lo scatto che manca

È in difficoltà al Comune di Frosinone perché non riesce ad effettuare uno scatto unitario. Per esempio presentando una lista molto forte a sostegno del candidato sindaco Domenico Marzi. Presentando alla griglia di partenza quelle straordinarie individualità che rispondono ai nomi di Fabrizio Cristofari, Michele Marini, Norberto Venturi, che non meritano di sparire nell’ombra del sospetto di un individualismo esasperato.

Francesco De Angelis ha fatto una vera e propria “chiamata alle armi” per convincere tutti a stare in campo e a dare il loro contributo. Un invito a metterci il cuore oltre che la militanza e l’impegno politico.

Dal numero di quelli che accetteranno questo invito si capirà quanto il Pd locale avrà voglia di allinearsi a quello nazionale e regionale.