Il decalogo di Piacentini per blindare Ottaviani e isolare i ribelli

Articolata analisi a tutto campo del presidente del consiglio comunale di Frosinone: “Perché non si celebrano i successi ottenuti e si cercano cavilli e alibi per smarcarsi? L’unità del centrodestra è il valore aggiunto. Seminare dubbi e zizzania è un’operazione dal fiato corto”.

Siamo troppo lontani, non ha senso”. Adriano Piacentini lo ripete a tutti. Ad essere troppo lontana è la conclusione del secondo mandato da sindaco di Nicola Ottaviani. Mancano due anni e mezzo alla scadenza, un’era geologica nella politica attuale. A non avere senso è lo scontro che si è aperto all’interno della maggioranza, specialmente sulla candidatura a sindaco del dopo Ottaviani. (leggi qui C’era una volta la maggioranza).

Piacentini è un “veterano” di mille battaglie. Era lì quando la formidabile macchina da guerra che aveva eletto sindaco Paolo Fanelli iniziò a sgretolarsi. Sa cogliere i segni. Dice: “Come centrodestra vinciamo se siamo uniti e questo schema va salvaguardato. Mi riferisco all’alleanza tra Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, più le altre formazioni politiche e soprattutto le liste civiche che si riconoscono nei nostri valori. Con questo schema abbiamo vinto per due volte le elezioni, con questo schema abbiamo governato e cambiato il capoluogo, sostenendo la straordinaria azione del sindaco Nicola Ottaviani”.

Piacentini e Tagliaferri

Piacentini ha un asse di ferro con Riccardo Mastrangeli e Massimiliano Tagliaferri. Continua: “Capisco Ottaviani. Lui dice: ma come, con tutto quello che abbiamo fatto, siamo qui a pigolare sul nulla” Cita una serie di traguardi tagliati in questi anni: stadio Benito Stirpe, Parco Matusa, messa in sicurezza della Monti Lepini, Festival dei Conservatori, Teatro fra le Porte, lavori pubblici a raffica, lotta all’inquinamento, isole pedonali (che rappresentano un cambio culturale). Sottolinea quello che sta in cantiere: rifacimento dei Piloni, riqualificazione dello Scalo, risanamento dei conti del Comune dopo aver ereditato un deficit di 50 milioni di euro.

Essere stati ammessi ad un Piano di rientro evitando il dissesto è stato un capolavoro. Ma c’è qualcuno che si rende davvero di conto di cosa avrebbe significato il fallimento del Comune? So cosa prova Ottaviani: ma perché nessuno, all’interno della maggioranza, celebra quello che abbiamo fatto insieme e invece polemizza, s’impunta, cavilla? Forse perché è già preoccupato di smarcarsi per ottenere una candidatura a sindaco?

La lotta alla successione, esplosa in pieno Consiglio Comunale l’altra sera (leggi qui La crisi corre sul filo) rappresenta un elemento di rottura grave. È da qui che nasce la sua preoccupazione politica. Dal fatto che si rischia di incrinare l’alleanza nel momento in cui invece occorre la massima compattezza.

Il ragionamento di Piacentini è chiaro. “Ci sono alcuni punti fermi da sottolineare bene. Il primo: dopo aver cambiato la città insieme, dopo aver sostenuto Ottaviani per dieci anni, chi si candida alla successione tutto può fare meno che mettersi in contrapposizione con quello che anche lui ha fatto”.

Gianfranco Pizzutelli, presidente nazionale del Polo Civico

Va bene tutto. Ma Gianfranco Pizzutelli, il suo potentissimo Polo Civico, non sono disposti a lasciare a Nicola Ottaviani la libertà di scegliersi il successore ed incoronarlo. La soluzione Piacentini è a portata di mano. “Le primarie, in grado di garantire la continuità con l’Amministrazione Ottaviani. Chi farà altre scelte si metterà fuori dal contesto nel quale è stato, fuori dalla maggioranza della quale ha fatto parte. E’ inevitabile”.

Nel corso dell’ultima seduta, Pizzutelli ha innescato un braccio di ferro con Ottaviani, lanciando una sfida che fa capire quali siano le intenzioni del Polo Civico per il futuro: esprimere la candidatura a sindaco o quanto meno avere un peso determinante nella scelta, disegnando equilibri solidi.

Non apprezza il metodo Adriano Piacentini. “Nel corso dell’ultima seduta consiliare ho sentito, da presidente dell’aula, ragionamenti veramente paradossali. Ma esiste una sola delibera che può essere portata all’attenzione del consiglio se le carte non stanno a posto? Se non c’è un parere favorevole anche dell’apparato tecnico, specialmente quando si parla di tematiche contabili e finanziarie? No, non esiste. Questa Amministrazione costantemente, per via del Piano di rientro, trasmette le carte alla Corte dei Conti. E ha superato tutti gli esami. Non va bene che in maggioranza ci sia chi semina dubbi e poi se ne va. Oppure chi lascia filtrare messaggi che quelli che votano alcune delibere potrebbero ritrovarsi a dover poi risarcire di tasca propria. E’ assurdo, oltre che palesemente falso”.

Nicola Ottaviani © Stefano Strani

Per questo lancia un invito a ritrovare la compattezza, attraverso un confronto sereno. “Guardiamoci negli occhi, andiamo avanti lungo un solco tracciato. Ma aggiungo: programmiamo perfino il futuro, insieme. Nel frattempo però sosteniamo tutti con lealtà e convinzione il sindaco Nicola Ottaviani per questo ultimo scorcio di consiliatura. Lasciamo stare certi “giochetti” che fanno parte di una politica archiviata dalla storia. Se poi c’è chi ha già fatto altre scelte, allora lo dica. Noi però andremo avanti lo stesso. Con i programmi e con i numeri”.