Il rimpasto? Iniziamo con un rimpastino

Le difficoltà di un rimpasto a Cassino. Che in prospettiva futura rischia di avere più costi che benefici. Assessorato per assessorato, tutte le spine per il sindaco Salera.

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

La strada è stretta. E pure in salita. Al punto che non c’è spazio per un rimpasto vero e proprio. Ma per un rimpastino si. Si complica il percorso che conduce alla sostituzione di metà della Giunta comunale di Cassino: ma non abbastanza da impedire la sostituzione di almeno un assessore.

Salvi il suo braccio destro Danilo Grossi ed il suo vice Francesco Carlino, il sindaco di Cassino Enzo Salera è intenzionato ad un vero e proprio tagliando con la verifica sugli altri cinque delegati che compongono il suo esecutivo. Ma ci sono una serie di condizioni che assolutamente non spianano la strada al primo cittadino.

Il doppio binario

L’assessore Emiliano Venturi

Sono due i binari sui quali si muove il sindaco. Il primo è quello amministrativo: che incide sul presente. Ma bisogna considerare anche la prospettiva futura. Enzo Salera intende ricandidarsi nel 2024 e sa che le mosse di oggi (quelle compiute ma anche quelle non fatte) in fase di rimpasto, saranno decisive per il futuro.

L’esempio più eclatante è quello rappresentato da Emiliano Venturi: detiene, tra le altre, la delega alla Manutenzione. Si tratta di un settore che oggi è in maggiore sofferenza. Ma Enzo Salera ha voluto l’avvocato in Giunta sebbene fosse stato candidato nella lista “No Acea“. Lo ha difeso ed ha respinto le sue dimissioni dopo che il consigliere comunale Renato De Sanctis ha strappato il patto programmatico sottoscritto con Enzo Salera al ballottaggio. Venturi quel giorno si è ritrovato in forte imbarazzo e senza “copertura politica” in assise. (Leggi qui: La mina De Sanctis: i problemi di Salera sono nelle sue file. E leggi anche Salera respinge le dimissioni di Venturi).

Emiliano Venturi fu uno degli assessori che il predecessore di Salera, Giuseppe Golini Petrarcone sollevò dall’incarico sul finire della sua consiliatura per permettere l’ingresso in Giunta di Igor Fonte. L’assessore – all’epoca deteneva la delega al personale e alla Municipale – godeva e gode tutt’oggi di un notevole credito tra l’elettorato della sinistra più radicale: nel 2016, però, inevitabilmente non sostenne il sindaco che lo aveva mandato via. Un copione che potrebbe ripetersi, tale e quale, nel 2024. Un errore che Enzo Salera non intende bissare: i punti fermi della sua giunta sono dunque tre, nonostante alcune criticità difficili da nascondere.

Più il danno che il beneficio

Arianna Volante con Matteo Orfini e Luca Fantini

Le cose non vanno assolutamente meglio sul fronte del Commercio. È un settore, che così come la manutenzione, ha diversi nervi scoperti. Ma in questo caso c’è già stato un cambio in giunta, a inizio del 2021, quando Chiara Delli Colli ha lasciato a favore di Arianna Volante che era stata eletta in Consiglio comunale in quota Giovani Democratici.

Estromettere dalla Giunta l’assessore complicherebbe i rapporti con la segreteria provinciale del Pd dal momento che il Segretario Provinciale Luca Fantini è stato il massimo vertice dei Gd nel Lazio e Arianna Volante è cresciuta sotto la sua ala. Ed è in qualche modo l’anello di congiunzione tra la Giunta comunale e la Segreteria provinciale del Pd: i margini per una sua sostituzione sono insomma molto stretti. Perché rischiano di essere maggiori i danni che i benefici.

Enzo Salera e Maria Concetta Tamburrini

Ad accendere la scintilla del rimpasto era stata una infuocata riunione dopo i disguidi che si erano verificati alla Notte Bianca dello Sport. L’assessorato è guidato da Maria Concetta Tamburrini, che allo stesso modo appare inamovibile avendo ampia copertura politica in assise. Perché ad indicare il suo nome è stato in primis il capogruppo della lista ‘Salera sindacoEdilio Terranova, mister preferenze del quartiere San Bartolomeo, eletto a suon di voti già nel 2016 quando il Centrosinistra fu relegato all’opposizione.

Impossibile, per Enzo Salera, alterare questi equilibri politici in vista del 2024.

Gli anelli deboli e quelli forti

Arianna Volante e Barbara Alifuoco

Comunque la si giri, sia in ottica presente che futura, queste cinque caselle sono insomma difficili da modificare. Cosa che non si può dire della casella occupata da Barbara Alifuoco. Guida l’assessorato alla Polizia locale e al Personale, come tutti i numeri, quelli dei suoi risultati possono essere interpretati in un modo o nell’altro.

Enzo Salera nei giorni scorsi ha chiesto un report sull’attività dei vigili. Sul perché i numeri dei verbali si siano drasticamente ridotti. Potrebbe essere il pretesto per un cambio in giunta. E scalda i motori la sua possibile sostituta. Si tratta di Jole Falese, che nel 2019 è stata candidata con Giuseppe Golini Petrarcone e vanta un rapporto di stretta amicizia con il consigliere indipendente di opposizione Luca Fardelli.

In mattinata Jole Falese ha diramato una nota nella quale ha elogiato l’operato del sindaco ed ha preso le distanze da propri presunti legami politici. In quelle righe non nomina mai Luca Fardelli. Ma il riferimento è implicito quando dice: “è una vita che sono stata catalogata come la “portaborse” di vari familiari, poi la “fedelissima” di un amico. Mi chiamo Jole Falese, sono una libera cittadina, sono capace di pensare da sola“. E dopo essersi smarcata., tesse le lodi del primo cittadino: “Un grande lavoratore seriamente impegnato nel non facile compito che gli è stato affidato. Ha guidato con mano sicura la città nel periodo difficilissimo della pandemia e lo sta facendo in maniera encomiabile in questo periodo di crisi economica“.

Il tutto lascia pensare ad un’imminente avvicendamento “in rosa” tra Barbara Alifuoco e Jole Falese. Che ha specificato, a scanso di equivoci, che anche se lei verrà nominata assessore non sarà in “quota Fardelli”, tutt’altro. I più maligni ci hanno visto lo zampino di Enzo Salera nella missiva di Falese, per rimarcare il fatto che con i Fratelli Fardelli non ci sarà nessun tipo di accordo.

Gli impegni di Maccaro

Luigi Maccaro

C’è poi la settima casella, quella di Luigi Maccaro. È l’assessore che più di tutti e prima di tutti ha mostrato dei distinguo arrivando all’apice della freddezza con il sindaco Salera quando ha presentato le dimissioni. Come con Venturi, furono respinte. (Leggi qui: Ciani fa dimettere Maccaro. Per farlo rimanere in giunta).

Sul Sociale non si registrano criticità. Ma non è escluso che, non appena si insedieranno ufficialmente deputati e senatori, possa essere lui a lasciare nuovamente, questa volta senza ripensamenti. Il motivo? Vanta uno stretto legame con il fondatore di Demos Paolo Ciani, eletto in Parlamento.

Luigi Maccaro ha una lunga e profonda esperienza nel campo del sociale: è il direttore di Exodus, ha un legame leale ed antico con don Antonio Mazzi. La sua esperienza potrebbe essere utilissima a Demos, di cui Maccaro oggi è il coordinatore provinciale.

Anche se Maccaro dovesse rispondere alle sirene romane, un assessorato dovrà essere sempre in quota Demos. Anche in questo si ragiona infatti in ottica futura, oltre che per il presente.

Il sindaco ragiona sul da farsi e intanto si prepara a tagliare il nastro della prima grande opera: il 15 ottobre è prevista l’inaugurazione di piazza Diamare.