La balla che sono sempre gli stessi

Il rinnovamento non è un semplice nome nuovo, magari inesperto, da mettere in lista pur di avere un volto diverso dal passato. È invece proporre idee nuove. Come dimostrano le liste per le Provinciali.

Alla fine dello scorso mese di febbraio Luigi Di Maio, fondatore della terza versione del Movimento 5 Stelle (quello creato con Davide Casaleggio presso lo studio del notaio Tacchini di Milano il 20 dicembre 2017) ha compiuto un nuovo bagno nell’acqua del realismo. Colpito dalla sconfitta subita in Sardegna subito dopo quella rimediata in Abruzzo, in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati ha lanciato la sua nuova idea di Partito. Conteneva tre rivoluzioni: abolizione del limite dei due mandati, abolizione del divieto di fare alleanze, creazione di una struttura radicata sul territorio con un segretario provinciale.

Finora siete visto nulla. Terminata la conferenza stampa e ottenuto il titolo sui giornali, s’è fatto più niente.

All’inizio dello scorso mese di marzo, nel palazzo della Provincia di Frosinone, i delegati del Partito Democratico e di Forza Italia hanno depositato la lista con i rispettivi candidati alle prossime elezioni provinciali.

Senza che ci fossero grancasse rullanti, i due Partiti ‘tradizionali’ hanno messo in atto un radicale rinnovamento all’interno dei loro schieramenti. Forza Italia ha riproposto nessuno dei quattro consiglieri provinciali eletti due anni fa: tolta Rossella Chiusaroli, non candidabile per la caduta dell’amministrazione comunale di Cassino, nulla impediva al coordinatore provinciale Tommaso Ciccone di riproporre l’espertissimo Danilo Magliocchetti e il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo. Niente gli vietava di graziare e riabbracciare l’ex capogruppo Gianluca Quadrini con tutti i suoi voti.

Invece no. La lista presenta un rinnovo totale nei nomi. E nelle idee che portano avanti. La dimostrazione sta nella presenza di candidati come il coordinatore regionale di Forza Italia Giovani del Lazio Luca Zaccari e di Angelo Cervi, coordinatore provinciale di Forza Italia Giovani e consigliere comunale di Alvito a 18 anni (leggi qui Angelo, il predestinato che ora punta a conquistare anche la Provincia). Il gioco degli incastri tra le candidature proposte nelle varie liste, la caduta dell’amministrazione comunale di Arce (che ha colpito la lista di Quadrini, leggi qui Simonelli e Germani litigano: cade l’amministrazione. E Quadrini perde i voti) mette in pole position Cervi per l’ingresso a Piazza Gramsci. Una scelta politica. Presa da un Partito che sta mandando un segnale al suo elettorato e non solo.

La stessa situazione l’ha proposta il Partito Democratico. (leggi qui Provinciali 1 – Il Pd prepara il dopo Ottaviani: Savo capolista, Sardellitti in lista) La lista è rinnovata da nomi di nuovi amministratori: come Ermelinda Costa di Piedimonte San Germano o Tommasina Raponi (Alatri). Ma anche Vincenzo Savo e Alessandra Sardellitti.

La scelta fatta dai dirigenti Dem sottolinea anche un altro aspetto: il rinnovamento non è una questione anagrafica. Non è il nuovo a rappresentare il cambiamento. Sono le nuove idee. Che viaggiano sulle gambe degli uomini. ‘Nuovo’ può essere anche chi si è affacciato alla politica per la prima volta a cinquant’anni per rappresentare un mondo che fino a quel momento non ha avuto voce.

Nuovo non è un semplice cambiamento di nome. Non è un limite a due, tre o quattro mandati. Si è nuovi fino a quando si è portatori di idee di rinnovamento che mettano al centro del dibattito politico quel mondo che chiede un cambiamento. Per questo si può essere ‘rinnovamento’ anche a ottant’anni, come ha dimostrato Ciriaco De Mita.

Proprio per questo, letti i nomi messi in campo, non ci dicano che si presentano sempre gli stessi.