La grande sfida per rilanciare l’industria in Ciociaria

Il confronto in Regione Lazio sul rischio di una grande fuga delle industrie dal territorio ciociaro. I numeri di De Angelis: "Occupate quasi tutte le aree industriali’. Il dito nella piaga. La ricetta di Sara Battisti. Il ruolo centrale del Consorzio Industriale. Il tavolo permanente. La visione di Coppotelli (Cisl)

La grande fuga degli industriali dalla provincia di Frosinone? Non c’è. I problemi per chi vuole fare industria sul territorio? Ci sono ed è lì che si deve intervenire: in maniera chirurgica e mirata. Porta i numeri Francesco De Angelis, presidente del Consorzio Industriale del Lazio. Sono quelli l’unico grimaldello con il quale scardinare la differenza degli imprenditori davanti ad un politico che gli disegna un quadro industriale a tinte colorate.

I numeri di De Angelis

L’intervento del presidente Francesco De Angelis

I numeri messi in fila da Francesco De Angelis però sono chiari. Raccontano una Ciociaria che si sta giocando le sue carte sul piano della competitività. “Sulla provincia di Frosinone il Consorzio Industriale del Lazio ha 1.293 ettari di aree e ad oggi solo 66 ettari sono liberi. Se sono quasi tutti occupati vuol dire che non è tutto fermo”.

Ma scordatevi l’industria come quella di una volta: il manifatturiero europeo si è spostato da anni verso oriente. I numeri dicono che ora è tempo di logistica. “Sulla logistica non ci sono più aree libere e proprio per questo dobbiamo mettere mano al piano Regolatore. Certo non è il manifatturiero, ma è una realtà significativa”. Il presidente del Consorzio Industriale del Lazio lo ha detto durante la riunione della Commissione regionale convocata a proposito del declino industriale nella provincia di Frosinone. Lo ha chiesto la consigliera Sara Battisti nei giorni immediatamente successivi al J’Accuse fatto dal vice presidente di Unindustria Gerardo Iamunno. Ha trasferito la sua azienda da Paliano al Friuli dicendo che nel Lazio è da matti fare industria. (Leggi qui: Iamunno se ne va, “In Ciociaria non si può fare industria”).

I numeri di De Angelis non negano quel racconto. Ma gliene sovrappongono un altro. Alle scale di grigio contrappone i colori. Come quelli delle infrastrutture: il presidente del Consorzio dice che sta investendo 16 milioni di euro sull’agglomerato di Frosinone,  dove ci sono 26 progetti già esecutivi che attendono solo le risorse della Regione Lazio. È stata completata la mappatura dei siti dismessi: tra questi c’era l’ex Videocolor di Anagni, secondo per estensione solo alla Fiat di Piedimonte San Germano. “Si è già conclusa l’operazione di recupero ed il sito è tornato produttivo. Insieme alla Regione possiamo fare una grande operazione sugli altri siti dismessi”.

Visione di prospettiva

L’assessore Roberta Angelilli

C’è una visione di prospettiva che Francesco De Angelis indica alla Commissione ed ai sindaci presenti. Grandi aspettative sono legate al nuovo Piano Regolatore Industriale di Cassino approvato recentemente: nell’area sta arrivando Fincantieri con la joint venture P4F. Ma soprattutto De Angelis ha annunciato che è ormai pronto “il progetto sull’idrogeno, il primo di questo genere in Italia. Occuperemo un sito dismesso a Patrica realizzando una grande operazione di energia verde in collaborazione con Università di Cassino, Engie e Sgi”. 

Tutto bene madama la marchesa? No ed è proprio Francesco De Angelis a dirlo, evidenziando in particolare due problemi. «Il primo riguarda i tempi, con una oramai necessaria semplificazione delle procedure»: tempi troppo lunghi per avere le autorizzazioni. C’è gente che ha aspettato 7 anni e chi per non dove ripetere lo stesso calvario preferisce non cambiare i macchinari nonostante possano fargli migliorare la produzione. Il presidente propone una soluzione: “Il Consorzio, nella nuova mission, può diventare uno strumento di supporto importante proprio per questa semplificazione. È l’istituto più vicino al territorio”.

Il nodo Valle del Sacco

La Valle del Sacco

Il secondo problema è quello del Sin: i vincoli posti a causa dell’inquinamento nella Valle del Sacco. Appena qualche ora prima il sindaco di Anagni Daniele Natalia ha detto che sono eccessivi e spesso esagerati. Lo stesso dubbio lo aveva avuto Nicola Zingaretti e davanti al presidente della repubblica aveva annunciato la richiesta per rivedere quei vincoli. Dal ministero l’allora sottosegretario Ilaria Fontana del Movimento 5 Stelle di frosinone gli aveva sbattuto la porta in faccia. (Leggi qui: La via di Natalia per l’ambientalismo consapevole. E leggi Catalent, Zingaretti annuncia la fine del Sin: “È figlio di errori ed illusioni”. I numeri: Sin, quei numeri che fanno la differenza tra successo e disfatta).

De Angelis mette il dito nella piaga. “Sicuramente il Sin è necessario ma ha bisogno di una procedura diversa e più veloce. Perché se questa necessita di anni, ecco qui che gli investimenti si perdono. Certamente un’indagine preliminare ci avrebbe aiutato, ma oramai si deve intervenire in altro modo”.

Ma il mood è il colore. Scommette sulla Ciociaria, il presidente del Consorzio. per questo invita tutti a guardare “l’agglomerato industriale di Frosinone che resta importante con tre settori di eccellenza: l’automotive, il chimico farmaceutico e l’aeronautico”.

La via di Battisti per uscire da deserto

Sara Battisti tra Pasquale Ciacciarelli e Daniele Maura

 Va bene, ma come se ne esce. È la presidente di Commissione Sara Battisti a tracciare una rotta che porti fuori dal rischio di desertificazione. Sostenere gli impianti di produzione energetica a basso costo per le industrie contribuendo a ridurre una voce di costo che oggi condiziona fortemente l’attività produttiva; puntare su un rafforzamento del legame tra imprese e mondo della formazione; lavorare ad una riduzione dei tempi non solo delle autorizzazioni ambientali ma anche delle altre forme di autorizzazione”.

A parole è bellissimo, ma nella sostanza? L’onorevole Sara Battisti va sul concreto. E nella sua visione delle cose la soluzione sta nella ” attraverso la “costituzione di una task force tra Consorzio Unico industriale e Ente regionale”. Ma non solo. Propone di “aprire una interlocuzione con il Governo per inserire la provincia di Frosinone nelle Zes, zone economiche speciali, nelle quali le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative; costruire strumenti normativi per riutilizzare i siti dismessi sul territorio; rivedere la perimetrazione del Sito di interesse nazionale”.

Sindacati, imprese ed associazioni fanno le loro proposte. Ovvero, investire sulla formazione del personale della Pubblica Amministrazione, la salvaguardia dei fondi del Pnrr che il Governo vuole tagliare e della programmazione europea anche e soprattutto in vista di eventi come il Giubileo e l’Expo, l’investimento sulle vie di comunicazione, l’alta velocità in primis, la centralità dell’Università di Cassino.

Sara Battisti raccoglie le sollecitazioni e propone “di rendere permanente questa sede di discussione affinché dal confronto possano scaturire risposte concrete alle problematiche del nostro territorio. Il primo passo è stato fatto e il mio impegno sarà quello – conclude – di far sì che gli impegni assunti oggi non cadano nel vuoto“.

La linea del sindacato

Il Segretario Generale Cisl del Lazio Enrico Coppotelli

Anche per il Sindacato è il Consorzio Industriale del Lazio ad avere un ruolo centrale. Lo dice con chiarezza il Segretario Generale Cisl del Lazio Enrico Coppotelli.

Spiega che “La provincia di Frosinone rappresenta nel Lazio un esempio di eccellenza nel manifatturiero e della forza lavoro. Abbiamo la necessità da un lato di rimettere in parallelo sviluppo ed occupazione con un ruolo centrale delle competenze per rendere più competitivi lavoratori e sistema industriale”.

Alla vice presidente della Regione ed assessore allo Sviluppo Roberta Angelilli ha detto che “Va data una rinnovata importanza al consorzio industriale unico e dobbiamo tornare ad essere un territorio attrattore di talenti e di nuova economia”.