La pazza idea del Centrosinistra unito alle elezioni

Continue spaccature dopo i doppi mandati di Cerroni e Ciotoli. Il Centrosinistra di Ceccano si è riunito nella Casa Comune per non ripetere tre errori storici. Partendo dalla sfiducia all’ex sindaca Maliziola. È la prima vera analisi del voto degli ultimi dieci anni, con largo anticipo rispetto alle elezioni 2025. «Più forza all’opposizione contro un Centrodestra fallimentare». Resta compatto a livello amministrativo, ma è politicamente incrinato e passa per il banco di prova in Provincia.

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Incredibile, per i modi e per i toni. Ancor più per i contenuti. Roba che non si vedeva a Ceccano da quando esistevano il Partito Comunista e il Partito Socialista: quelli veri, non le discendenze di oggi. Quelli in cui si discuteva, si strillava, si litigava: ma alla fine si faceva la sintesi e non ci si divideva. Chi andava via era un apostata o uno scomunicato. E non si sa cosa fosse peggio.

Il Centrosinistra si è riunito in settimana nella Casa Comune di piazza 25 Luglio. E c’erano praticamente tutti. Già questo ha dello straordinario, non succedeva da decenni. Per tanti è stata l’occasione per guardarsi in faccia, chiedere scusa e voltare pagina una volta per tutte. C’è stata, finalmente, un’analisi del voto e delle spaccature degli ultimi dieci anni. Se l’incredibile ha una definizione, è esattamente questa.

È stata, di fatto, la prima riunione ufficiosa di un’area politica che torna a correre unita dopo averlo fatto divisa nelle ultime quatto tornate elettorali: le ultime due a sfavore. C’è, dall’altra parte, un Centrodestra compatto a livello amministrativo, ma politicamente frammentato. Si regge, tra distinte mire di successione, attorno ai punti programmatici del secondo mandato del sindaco Roberto Caligiore. Nessuno, pur volendo, si sognerebbe mai di farlo cadere come nel 2019.

Perché la storia insegna che sfiducia e caduta hanno sempre un principale artefice. Si professa come un salvatore della patria, ma finisce per diventare inevitabilmente “colpevole” del seguente commissariamento prefettizio del Comune: visto dalla Politica come un’Amministrazione troppo ordinaria, come se già non ne facesse una straordinaria di suo.

L’evoluzione della specie

I banchi dell’opposizione consiliare di Ceccano

L’ultima volta hanno tacciato di tradimento Marco Corsi: il presidente del Consiglio Comunale che fece cadere il civico Caligiore 1, già velatamente a trazione FdI, con l’opposizione. Si era poi candidato invano contro di lui alla testa di una coalizione civica di Centrosinistra rafforzata dal Psi nonché da un Pd schierato senza simbolo. E poi rimasto pure senza seggio.

Oggi Corsi, commissario della sfasciata Lega locale, fa un’opposizione moderata al Centrodestra di Caligiore: fatto di Fratelli d’Italia, tra lista di Partito e satelliti, per cinque sesti di Giunta e otto decimi di maggioranza consiliare. Tonino Aversa, anch’egli tra i dimissionari anti Caligiore, si è subito dichiarato indipendente dalla coalizione pro Corsi.

Il Centrosinistra, dopo tanti corsi e ricorsi storici, ha i volti degli altro quattro consiglieri di minoranza: Emanuela Piroli e Andrea Querqui, lei già candidata a sindaca e lui a consigliere regionale, nonché Mariangela De Santis (Nuova Vita) ed Emiliano Di Pofi (Psi), già sostenitori di Corsi. Hanno voluto riunire tutte le forze politiche e civiche che si proporranno in alternativa al Centrodestra che verrà.

Centrosinistra: solo presente e futuro

Un precedente incontro dei consiglieri con il resto del Centrosinistra

Da qui l’intento di tutti i presenti: «Dare maggiore forza all’azione di opposizione delle forze di minoranza – fanno sapere congiuntamente – per contrastare un’azione di governo fallimentare da parte della Giunta Caligiore». E poi quello futuro: «Valutare le prospettive di alleanza in vista delle elezioni amministrative del 2025».

Nelle prossime settimane verrà costruito un Coordinamento generale: «Che sia da supporto all’azione dei consiglieri di minoranza – auspica allo stato embrionale – riporti le forze di centrosinistra a sostenere le necessità e i bisogni dei cittadini, ricostruendo un tessuto sociale, politico e culturale che nell’ultimo decennio era stato mortificato».

Il primo risultato? «La partecipazione, praticamente plenaria, di tutte le varie forze politiche, civiche e sociali che si riconoscono nell’area del Centrosinistra, inclusi ospiti eccellenti come tre ex Sindaci». C’erano anche Maurizio Cerroni, Antonio Ciotoli e Manuela Maliziola, gli ultimi tre sindaci di Centrosinistra: praticamente il Ventennio prima dell’ascesa di Caligiore.

Ex Sindaci e odierni Consiglieri

Maurizio Cerroni, due volte Sindaco di Ceccano con gli allora Democratici di Sinistra (Ds e Pds)

Doppio mandato per il dem Cerroni e il socialista Ciotoli, ma appena due anni di Amministrazione Maliziola per via di un’altra famosa caduta: causata dalla sfiducia in primis della sua maggioranza dopo l’azzeramento e la rinomina della giunta comunale nel giro di una notte.

Ma, a parte i Sindaci del passato e gli odierni Consiglieri, c’è stata una grossa adesione: Partito Democratico, Partito Socialista, i gruppi civici Cives Ceccano (Piroli-Querqui), Nuova Vita (De Santis) e Ceccano 2030 (le Sinistre), i Verdi Europei e il movimento giovanile Progresso Fabraterno.

Era rappresentata persino Insieme per Ceccano, storica lista del compianto socialista Giovannino Montoni, attraverso la presenza del coordinatore Ernesto Pirri. A sintetizzare le varie anime di Ceccano 2030 il filosofo Filippo Cannizzo. (Leggi qui L’estate è finita: una notte verde dopo l’onda rossa).

Primo errore: la caduta di Manuela

Manuela Maliziola, Sindaca di Ceccano dal 2012 al 2014

Sono intervenuti i due segretari dell’asse Pd-Psi: Giulio Conti e l’ex sindaco Ciotoli. Si sono scusati davanti a tutti con Manuela Maliziola per la defenestrazione di quasi dieci anni fa. A suo tempo, con un Centrosinistra spaccato e in cortocircuito, si decise di staccare la spina.

L’ex Sindaca, ormai dirigente locale e nazionale di Demos, si è quasi emozionata davanti al riconoscimento dell’errore storico. Non l’unico, perché ne sono stati individuati principalmente tre come causa della disfatta del Centrosinistra.  

«I passaggi importanti, in questo senso, sono state le ammissioni e le scuse su tre errori storici del Centrosinistra – esternano dalla Casa Comune -, ovvero la caduta della Giunta Maliziola nel 2014, lo strappo dell’alleanza dopo le Primarie del 2015 e l’ultima spaccatura alle elezioni 2020».

Secondo errore: le Primarie 2015

Antonio Ciotoli, due volte Sindaco di Ceccano con il Partito Socialista

Nel 2015 si decise di passare per le Primarie del Centrosinistra. Ottenne più voti Luigi Compagnoni, poi principale competitor del primo Caligiore, ma alla fine corsero anche l’ex sindaco Dc Giovanni Querqui (poi Democratico), la sfiduciata Manuela Maliziola e, in rappresentanza della Sinistra e dei Comitati per l’acqua pubblica, Domenico Aversa.

Gianni Querqui, di cui Andrea è figlio d’arte, riteneva a suo tempo che il risultato di Compagnoni fosse stato “drogato” da voti in arrivo da Destra. Un po’ quello che è accaduto in epoca recente con il congresso nazionale Pd: dove i voti degli elettori grillini ai gazebo hanno eletto Elly Schlein mentre tra i tesserati aveva vinto Stefano Bonaccini. Nel caso delle primarie del 2015 si parlò di un accordo stretto dall’ex sindaco socialista Antonio Ciotoli per far convergere voti di destra e pilotare la consultazione. Si parlò di una cena decisiva a Fossanova.

Un altro paio di cene, quella ufficiale in un ristorante di Ripi, sentenziò invece cinque anni fa la defenestrazione di Emanuela Piroli come segretaria cittadina del Pd. Troppo autoritaria e di Sinistra secondo la dirigenza storica, che non vedeva di buon occhio le sue alleanze con l’ex sindaca Maliziola e Nuova Vita.

Terzo errore: defenestrare Emanuela

Emanuela Piroli, rientrata nel Pd dopo la defenestrazione come segretaria

Manuela Maliziola era stata sfiduciata dai Socialisti e, tra gli altri, dal democratico Giulio Conti. L’altra, invece, è la lista civica a cui è stato ormai perdonato il peccatore originale della provenienza dal civico Caligiore 1.

Anche Conti, segretario del Pd, riconosce ora l’errore della spaccatura del Centrosinistra nel 2020: quando sostenne Corsi ma in un’altra civica, in quanto fatto fuori dai civici Democratici per Ceccano per ostacolare la sua potenziale rielezione a Consigliere. Pd e Psi preferirono puntare sul più accreditato Corsi, pur proveniente dal Centrodestra, in luogo della compagna Piroli, poi andata oltre le aspettative con la Sinistra de “Il Coraggio di cambiare”. Uscì dalla finestra, ma è rientrata nel Pd dalla porta principale.

Quanto al Psi, il leader Gian Franco Schietroma vede Ceccano come un modello ideale di alleanza con il Pd: ben lontano dalle spaccature a livello provinciale per assenza di dialogo se non direttamente sotto elezioni.

Consiglieri più o meno Democratici

I consiglieri Andrea Querqui, Emanuela Piroli e Mariangela De Santis

Emanuela Piroli, ripartendo dal Comitato Start per Elly Schlein, è diventata componente dell’assemblea nazionale e poi membro della segreteria provinciale del Pd per la corrente “A Sinistra”. Quella maggioritaria, “Rete Democratica”, ha puntato invece su Andrea Querqui alle scorse Regionali.

L’uomo più votato alle Comunali 2020, secondo solo all’odierna vicesindaco Federica Aceto, ha contribuito alla rielezione di Sara Battisti come consigliera regionale. Andrea Querqui infatti ha preso più voti anche rispetto a Daniele Maura, appoggiato da tutta l’Amministrazione Caligiore. “Rete Democratica”, dal canto suo, ha eletto anche Alessandra Anelli nell’assemblea regionale e Damiano Cavese nella segreteria provinciale. Viene sostenuta anche dal gruppo civico rappresentato in Consiglio da Mariangela De Santis.

Evidenziano tutti «la necessità di mettere da parte l’orgoglio, i rancori, le antipatie e i dissidi del passato con l’obiettivo primario di pensare al bene di Ceccano e di ricostruire un rapporto con i cittadini, bistrattati dalla mala amministrazione della Destra in tutti questi anni». Paiono ormai messi da parte tutti i personalismi. (Leggi qui(Leggi qui Mai visti due ceccanesi in Segreteria. «Spero anche per il rilancio del Pd» e poi qui «Chi corre? Magari io, Emanuela o Mariangela»).

Ceccano, corsi e ricorsi storici

Roberto Caligiore, due volte Sindaco di Ceccano, candidato con FdI al Consiglio provinciale

Alla reunion del Centrosinistra, si apprende, «s’è parlato solo e soltanto di Ceccano». Non sono entrati nel dettaglio dei prossimi appuntamenti elettorali: ancor prima delle Europee, il rinnovo prenatalizio del Consiglio provinciale, per cui corre anche il sindaco Caligiore. Che, dopo tanti passi di lato, ha ottenuto una candidatura di riconoscenza per la militanza attiva in FdI.

Non è proprio la candidatura che sperava e arrivederci eventualmente al prossimo giro di elezioni. Ma la vetrina provinciale è stata già un trampolino di lancio per l’ormai consigliere regionale Daniele Maura: originario della vicina Giuliano di Roma, da sempre sostenuto da Ceccano. Una città, la quinta della provincia, che torna anche ad avere un candidato ceccanese eleggibile al Consiglio provinciale.

Il Centrosinistra di Ceccano, come già fatto dal Centrodestra con Maura, preferisce supportare e delegare potenziali referenti territoriali. La controparte, invece, ripresenta un candidato di Ceccano alla Provincia otto anni dopo. Nel 2017 venne candidata l’allora consigliera comunale Ginevra Bianchini, esponente della lista civica del Sindaco, oggi assessora nella Giunta Caligiore bis.

Il Caligiore 1, dopo la prima di tante spaccature, le fece mancare un voto che sarebbe stato decisivo per la sua elezione. Le elezioni Provinciali, anche stavolta, saranno anche e soprattutto un banco di prova della tenuta del variabile Centrodestra che guida Ceccano dal 2015: eccetto l’anno di commissariamento dopo la caduta di Caligiore. (Leggi qui Un Centrodestra in crisi di Identità Civica).