La verifica, il rimpasto in Giunta e le quote rosa

La manovra di Claudio Fazzone in Regione Lazio. Che rende più comprensibile l'atteggiamento di Forza Italia contro il sindaco di Frosinone. L'effetto quote rosa in giunta: se entra Vicano non c'è spazio per Crescenzi. Che già ha messo la caparra

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Nessuno scommette un euro sulle elezioni anticipate. Non lo fa il vicesindaco Antonio Scaccia, non azzarda nemmeno il consigliere Mauro Vicano, prudente anche il capogruppo Dem Angelo Pizzutelli. Lo hanno detto con chiarezza l’altra sera in diretta dal salotto di A Porte Aperte su Teleuniverso. Ma tutti hanno messo in chiaro un’evidenza: in questo momento di grande fibrillazione al Comune di Frosinone come mai era accaduto nei 12 anni di governo del centrodestra, la votazione del Bilancio il 29 marzo sarà uno spartiacque. Nessuno mette in discussione l’approvazione del conto finalmente risanato dopo dieci anni di sacrifici ma per tutti è chiaro se a seconda di come verrà approvato, il sindaco Riccardo Mastrangeli deciderà tra il prosieguo della consiliatura o la sua interruzione anticipata. Lui e soltanto lui.

Proseguire ma come

Il tema allora non è se proseguire o non. Ce n’è prima un altro: se proseguire, come proseguire. Per questo tra Partiti e Gruppi consiliari di centrodestra stanno facendo le valutazioni e le proiezioni sui possibili voti favorevoli al documento contabile. Su di lui e sui contenuti ma anche sui margini della verifica politica con il sindaco Mastrangeli.

È qui che passa la stabilità futura dell’esecutivo: sui possibili nuovi assetti di Giunta. Perché la verifica passa anche attraverso il rimpasto di Giunta. Innanzitutto, con l’uscita dal Piano di Riequilibrio Finanziario decretata in settimana dalla Corte dei Conti, Mastrangeli si siederà al tavolo della verifica con i suoi Consiglieri da una posizione di ritrovata indiscutibile forza. Perché sarà veramente difficile provare a “sabotare” il prosieguo della consiliatura. (Leggi qui: Bersaglio centrato: “I conti di Frosinone ora sono in equilibrio”)

Ora che i conti del Comune sono finalmente in ordine si potranno fare assunzioni in pianta organica, necessarie come il pane per ridare nuova vitalità e competenze all’organizzazione degli uffici. E sarà possibile contrarre mutui. Soprattutto, si potrà finalmente tornare a fare una programmazione di sviluppo della città smettendo di ragionare solo sul contenimento dei costi. Ricandarsi al Consiglio Comunale dopo aver fatto cadere un’amministrazione appena risanata, è come andare al quartiere “Testaccio” di Roma e gridare Forza Lazio. Fattibile. Ma rischioso.

Cosa farà la differenza

Antonio Scaccia (Foto: Erica Del Vecchio © Teleuniverso)

In ogni caso, è manifestamente chiaro a tutti che a casa, prima del tempo, nessuno ci vuole andare. Tanto a destra, quanto a sinistra. Non ci sono proprio i presupposti, specialmente a ridosso delle elezioni Europee. Anche perché chi in questo momento tenta di logorare il sindaco può mettere nell’urna solo poche centinaia di voti.

Il Bilancio verrà approvato, su questo non ci sono dubbi. Resta da capire con quanti voti e di chi: questo farà tutta la differenza del mondo. Il sindaco punta al massimo obiettivo possibile: tutti e 22 voti della sua maggioranza. In ipotesi ci sta. Anche se è complicato. Paradossalmente non tanto per le posizioni dei “malpancisti” storici (Anselmo Pizzutelli – Maria Antonietta Mirabella – Giovanni Bortone), che i documenti contabili li hanno sempre approvati, quanto per quelle dei due esponenti di Forza Italia Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo, che ormai hanno messo i guantoni da pugile (metaforicamente parlando ovviamente) pronti a colpire ogni volta che incrociano il Sindaco.

Sarà ancor più complicato sentirli pronunciare, venerdì 29 in Aula consiliare all’ora di pranzo, il fatidico Si al Bilancio: specialmente se il loro emendamento al documento di programmazione non verrà recepito e approvato. Urticante, perché prevede il dirottamento dei soldi dalla comunicazione istituzionale del Comune alla sicurezza in città. In caso negativo, non è da scartare un voto di astensione o una uscita dall’Aula da parte dei due Consiglieri.

Soluzioni trasversali

Claudio Fazzone ed Antonio Tajani (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Il voto contrario al Bilancio dei Consiglieri forzisti alla Snai è invece quotato al minimo. In un simile scenario, la verifica politica diventerebbe come il cubo di Rubik. Perché il posizionamento di Forza Italia contro Riccardo Mastrangeli vorrebbe dire una sola cosa: fine di questa alleanza e con lei fine di questa esperienza. Ma il senatore Claudio Fazzone, finissimo cervello di Forza Italia nel Lazio non si infilerebbe mai in una crisi del centrodestra al buio: una mossa del genere vorrebbe dire che sono vere le voci secondo le quali è in atto una trattativa trasversale per smontare questa maggioranza e ricomporla su basi del tutto diverse: come avvenuto a Ferentino con Piergianni Fiorletta. O come avvenuto alla Saf per l’elezione di Fabio De Angelis. Solo voci. Al momento.

Che però trovano sostanza con la posizione di rottura assunta da Forza Italia in Regione Lazio. Lì il Coordinatore regionale Claudio Fazzone ha minacciato di non mandare più in Aula i suoi Consiglieri. Il pretesto è che i dodici mesi di amministrazione Rocca appena celebrati non convincano il Partito fondato da Berlusconi. La realtà è un’altra: Forza Italia ha raddoppiato in un anno i suoi Consiglieri, accogliendo due transfughi del Movimento 5 Stelle e l’ex capogruppo della Lega Angelo Tripodi. Reclama un assessorato regionale e nel mirino c’è proprio la Lega alla quale intende dimezzare la rappresentanza. La tensione in Regione è sulla stessa lunghezza d’onda di quella nel Capoluogo ciociaro: dove il sindaco è civico ma di espressone leghista.

L’obiettivo minimo alla votazione sul Bilancio è comunque fissato tra i 19 e i 20 voti della maggioranza. Al netto delle assenze fisiologiche e non strategiche. Con un risultato simile la verifica sarebbe certamente più semplice da ricomporre. specialmente se basata sui “contenuti programmatici“: si usa dire così.

I ruoli di opposizione e Giunta

Angelo Pizzutelli

Resta da vedere cosa faranno i consiglieri di opposizione. La logica vorrebbe compatti 11 voti contrari (se tutti presenti). Tuttavia non sono da escludere “benevole astensioni” o addirittura qualche Si a futura memoria.

Resta poi da definire, in sede di verifica, anche i nuovi assetti di Giunta. Anche se tutti ufficialmente dicono di non essere interessati alla poltrone da assessore (ma in realtà non è così) ed il relativo problema quote rosa.

L’esecutivo Mastrangeli al momento è composto da 8 assessori: 4 uomini e 4 donne. Antonio Scaccia Assessore e Vicesindaco; Paolo Fanelli Assessore; Simona Geralico Assessore; Adriano Piacentini Assessore; Angelo Retrosi Assessore; Maria Rosaria Rotondi Assessore; Valentina Sementilli Assessore; Rossella Testa Assessore. Fino alle dimissioni rassegnate una sett9imana fa dall’avvocato Alessandra Sardellitti erano 9 assessori: 5 donne e 4 uomini.

Giunta composta a luglio 2022 nel pieno rispetto di quanto stabilito dalla legge n. 56/14 che dispone che “Nelle giunte dei Comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico.” Nell’esecutivo Mastrangeli il genere femminile (con la Sardellitti) era addirittura sovradimensionato.

Ora, all’esito della verifica, ed una volta trovata la quadratura programmatica, se il patto sottoscritto 2 anni fa con la lista di Vicano verrà mantenuto (e nulla fa pensare che non sarà cosi) Mastrangeli dovrà sostituire la rappresentanza in Giunta della lista. Diversi rumors danno per quasi certo l’ingresso in Giunta dello stesso Mauro Vicano. Giovedì sera intervenendo ad A Porte Aperte ha detto “se dovesse essere utile per contribuire a creare un clima più sereno accetterei. Vedremo”. In Consiglio, al suo posto entrerebbe il primo dei non eletti Marco Sordi.

Fattore donna ed auspici di Crescenzi

Sergio Crescenzi

Con l’ingresso in Giunta di Vicano l’esecutivo sarebbe sempre perfettamente in regola con la legge, ma questo preclude di fatto la eventuale ulteriore sostituzione di un assessore donna con un maschietto. Chiunque volesse avvicendare una delle donne in Giunta, per qualsivoglia motivo, dovrà farlo con un’altra donna. Punto. Quindi se c’è qualcuno, dentro o fuori l’aula consiliare, che aspira a fare l’assessore a Frosinone, o a indicare lui un suo uomo in Giunta, deve affrettarsi a farlo. Perché se entra Vicano poi non c’è nè più per nessuno. Ma solo per qualcuna.

Lo scenario si complica nel momento in cui ieri Sergio Crescenzi ha posto la caparra su un posto in Giunta. Il Consigliere di Fratelli d’Italia è stato il più votato nella sua lista alle elezioni di un anno e mezzo fa. Ma dovette fare un passo di lato proprio per una questione di equilibri rosa, cedendo il passo all’assessore Simona Geralico alla Cultura; con l’impegno ipse dixit che da lì ad un anno la situazione sarebbe stata rivista. Cosa che non è avvenuta. Con un’aggravante: alle Provinciali di dicembre Sergio Crescenzi ha sfiorato l’elezione mancandola per un voto e l’amministrazione Mastrangeli non lo ha sostenuto.

I cambiamenti di queste settimane nel gruppo FdI hanno riacceso le sue legittime ambizioni. È uscito Fabio Tagliaferri per andare a guidare la ALeS SpA partecipata dal Ministero della Cultura; al suo posto è stato chiamato l’ex sindaco Paolo Fanelli. Nelle ore scorse ha rassegnato le sue dimissioni il consigliere regionale FdI Alessia Savo ed al suo posto entrerà il primo dei non eletti Marco Ferrara.

Fagiolo indigesto

Domenico Fagiolo

A complicare la partita siano le contemporanee aspirazioni di Pasquale Cirillo (civica Frosinone Capoluogo poi transitato in Forza Italia) che vuole avvicendare il suo assessore in Giunta. Anche in questo caso ad uscire dovrebbe essere una donna, Maria Rosaria Rotondi. Da sostituire con un’altra donna? “A me risulta che Cirillo intenda entrare personalmente in Giunta”.

Una vulgata vuole che quella sostituzione sia stata rallentata per impedire con il trasferimento di Cirillo in Giunta, l’ingresso del vulcanico Domenico Fagiolo. Circostanza smentita giovedì sera dal vicesindaco Antonio Scaccia: “La storia politica e la serietà umana di Domenico Fagiolo sono la garanzia che mai commetterà gesti ostili verso il sindaco o l’amministrazione”. Fermo restando il problema delle quote rosa.

Nel frattempo, a conferma che non ci saranno fibrillazioni innescate da Fratelli d’Italia, l’altro giorno il capogruppo Franco Carfagna ha rilasciato una dichiarazione di lealtà e sostegno al sindaco ed alla coalizione. Altrettanto non è arrivato da Forza Italia: dietro le quinte tutti rassicurano l’assessore Adriano Piacentini. Ma dichiarazioni ufficiali del coordinatore Rossella Chiusaroli non ce ne sono.

Fiducia a parole. Non si sa se a tempo determinato o indeterminato.

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