Leone, un nuovo centrodestra per ruggire

La strategia di Benedetto Leone per sfidare il centrosinistra ed impedirgli il bis alle prossime elezioni. Punta su un centrodestra nuovo: senza gli attuali consiglieri FdI, Forza Italia ed ex Lega

Alberto Simone

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Un nuovo Centrodestra, alternativo a quello che oggi fa opposizione all’amministrazione comunale di Cassino. Concepito con un assetto diverso, senza gli attuali consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Forza Italia ed ex Lega. Progetto nuovo, persone nuove: valori della destra, ma impronta marcatamente civica. Ci sta lavorando, in silenzio, il consigliere di minoranza comunale Benedetto Leone.

Dire ancora oggi, come molte volte sento, che Cassino è una città di destra, non significa nulla. Questo – spiega il Consigliere – era un ragionamento che si poteva fare nella Prima Repubblica. Adesso è il momento di guardare avanti, di coinvolgere nuove persone. Chi avrebbe mai scommesso, nel 2019, sulla vittoria di Enzo Salera? Ha tentato un progetto nuovo, ed è stato premiato. Questo è quello che intendo fare io dall’altro lato del campo”.

Un contenitore ampio

Benedetto Leone

Il contenitore è ancora da costruire, dopodiché andrà riempito. Il progetto è solo all’inizio: bisognerà attendere che si avvicini lo snodo del 2023 con le elezioni politiche e Regionali prima di dare identità al progetto.

Ad oggi, l’unica cosa certa, sono gli esclusi: non ci saranno gli attuali consiglieri comunali di Centrodestra Franco Evangelista (ex Lega), Michelina Bevilacqua (Fdi) e Francesca Calvani (Forza Italia). Lo lascia intendere in maniera esplicita il consigliere Leone. E l’ex ed ultimo sindaco di Centrodestra, Carlo Maria D’Alessandro, di cui Leone è stato assessore e braccio destro? “Non lo sento da un po’”, si limita a spiegare il consigliere. Se non è un’esclusione, poco ci manca.

E l’ex presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mario Abbruzzese? In passato Leone aveva detto che il suo modello andava superato. Oggi sembra invece cogliere gli aspetti positivi: “Bisogna riconoscere – dice – che Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli sono probabilmente gli unici che hanno una rete di contatti su tutto il territorio e fanno realmente politica”. Se non è un’apertura, poco ci manca. E appare ormai evidente il ritrovato feeling tra i due.

Area molto vasta

Fardelli, Leone ed i 3 dell’opposizione più dura

Leone ha capito che c’è un’area molto vasta, il cosiddetto polo degli scontenti”, che non è idealmente di Centrodestra ma che nel 2024 difficilmente sosterrebbe la candidatura di Enzo Salera. Qualche esempio? Gli esponenti di Italia Viva e di Azione, con cui Leone ha un canale di dialogo aperto; coloro che nel Pd non si sentono rappresentati in amministrazione.

Ma non solo. Leone approfitta della linea di demarcazione tracciata dal sindaco Salera e spiega che c’è un campo larghissimo che si può costruire dal momento che il sindaco resta chiuso nel cerchio magico dei suoi fedelissimi. In quel cerchio non c’è Demos di Luigi Maccaro e non c’è (ancora) Luca Fardelli. C’è insomma una prateria anche a sinistra, per cercare di costruire un nuovo soggetto civico. (Leggi qui Il sottile gioco di Luca Fardelli che porta all’assedio).

Ma la strada non è affatto in discesa. Perché? Nel Centrodestra sono in tanti ad aspirare a costruire l’alternativa a Enzo Salera. In primis l’ex sindaco Carlo Maria D’Alessandro .

Carlo Maria chi?

Carlo Maria D’Alessandro

È l‘ex sindaco di Forza Italia di cui Leone fu per un periodo il vice. E con il quale – prima del suo rientro in Consiglio – Leone diede vita ad un’associazione politica di non allineati.

Oggi Carlo Maria D’Alessandro continua ad essere evocato in ogni Consiglio comunale dal sindaco Salera. E tra i Partiti di centrodestra c’è attenzione per individuare le mosse che farà. Perché una cosa appare certa: D’Alessandro nel 2024 non farà lo spettatore, ma sarà della partita.

Con quale ruolo? Leone fornisce un buono spunto: “Nel 2019 l’area di Enzo Salera e dell’ex sindaco Peppino Petrarcone era profondamente divisa con quella dei consiglieri Francesco Mosillo e Barbara Di Rollo: quando le diverse sensibilità del Pd hanno sotterrato l’ascia da guerra e si sono unite, sono riuscite a vincere le Comunali”. Come a dire: oggi i rapporti con D’Alessandro si sono rotti, ma non è detto che i cocci non si possano incollare: Salera docet!