M5S spiana la via alla nuova linea del termovalorizzatore di San Vittore

Il Movimento 5 Stelle gioisce per un emendamento. Che ha come conseguenza la via spianata per una quarta linea al termovalorizzatore di San Vittore. Senza dibattito. Su un tema chiave.

Strada spianata per la 4^ linea dentro al termovalorizzatore di San Vittore del Lazio. Gliela apre il Movimento 5 Stelle con un emendamento approvato in Regione Lazio. È quello proposto dal consigliere Devid Porrello ed inserito nella legge di Semplificazione Regionale approvata nei giorni scorsi.

Il termovalorizzatore ACEA di San Vittore

L’emendamento vieta l’installazione ‘di impianti di incenerimento e coincenerimento non previsti espressamente nel Piano Rifiuti‘. La disposizione si applica anche ai procedimenti di autorizzazione in corso: è il caso dell’inceneritore al confine tra Tarquinia e Civitavecchia.

«È una vittoria – ha poi commentato Devid Porrelloper i territori che vivono da anni con la spada di Damocle di impianti ad alto impatto ambientale. Una misura che snellirà il lavoro degli uffici regionali, fornendo loro un ulteriore strumento normativo per esprimere diniego nella conferenza dei servizi convocata per il 5 marzo». Per lui è una vittoria: dimentica che per altri è una sconfitta. E non sono gli avvelenatori.

La via per San Vittore

La conseguenza, all’atto pratico infatti è la via spianata all’ampliamento della struttura di termovalorizzazione già esistente a San Vittore del Lazio. Che è l’unica al momento in grado di rispondere alle necessità di termovalorizzazione nel Lazio.

Se sia necessario o meno un nuovo termovalorizzatore nel Lazio è materia di discussione politica. Sarà la politica a decidere se i rifiuti vadano smaltiti lavorandoli, riciclando tutto il possibile, trasformando in combustibile da rifiuto ciò che non si può recuperare, bruciandolo e generando così energia elettrica. Come avviene oggi. E San Vittore del Lazio è il penultimo elemento della catena.

Oppure se la strada da imboccare sia un’altra. Perché si vuole adottare un diverso modello di gestione dei rifiuti.

Devid Porrello © Imagoeconomica, Stefano Carofei

È legittimo. Evitando però di usare il pregiudizio ideologico espresso da Devid Porrello, secondo il quale i termovalorizzatori sono “impianti ad alto impatto ambientale“. Non lo sono nel resto del mondo, non lo è quello di Copenhagen intorno al quale ci hanno costruito un quartiere e sul quale ci sciano, non lo è quello in funzione ad Acerra. Il problema non sono i termovalorizzatori ma il modo in cui vengono realizzati e gestiti.

Ciò che risulta inaccettabile è la superficialità con cui si affronta il tutto. Lasciando tutto il peso del problema sulla struttura di San Vittore del Lazio. Gestita da Acea. Che è controllata dal Comune di Roma, governato dal Partito nel quale milita il consigliere Porrello.

L’opinione bipartisan

Che il Lazio abbia bisogno di un secondo termovalorizzatore è opinione bipartisan: lo sta dicendo da settimane Claudio Durigon che è il candidato in pectore della Lega per le prossime Regionali. Da tempo lo dice Chicco Testa che proviene da tutt’altra area politica: già parlamentare del Pci ed attivista di Legambiente, ora manager del settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero.

Sta alla politica decidere. E quindi ai territori. Se usare questo modello o uno basato su un principio del tutto diverso. In attesa della decisione, ha drammaticamente ragione il movimento ambientalista Civis di Ferentino: ha calcolato che negli anni dal 2015 al 2019 sono partite da Roma e arrivate in provincia di Frosinone 280mila tonnellate per l’impianto Saf di Colfelice, 450mila tonnellate alla discarica Mad di Roccasecca; 1,2 milioni di tonnellate al termovalorizzatore di San Vittore del Lazio.

Chi ci ha guadagnato? Scrive Civis che “Relativamente ai vantaggi, va considerato che i ricavi derivanti dalla gestione dei rifiuti romani sono stati conseguiti soprattutto da soggetti privati, poiché la discarica di Roccasecca è proprietà della MAD srl ed il termovalorizzatore è posseduto da una società -ACEA Ambiente srl- direttamente controllata dal Gruppo ACEA spa le cui azioni sono detenute da investitori privati”. 

Lo stabilimento Saf

Solamente la SAF spa, in quanto proprietà dei Comuni della Provincia di Frosinone, può aver conseguito dei vantaggi per la collettività, poiché gli utili derivanti dal trattamento dei rifiuti romani hanno in parte rimpinguato le casse della società. 

Allora, “Se proprio dobbiamo sopportare il peso della ventennale inefficienza romana nella gestione del ciclo dei rifiuti, che il nostro territorio venga adeguatamente risarcito: almeno, pagateci Venire quei e fare tutto gratis è troppo comodo. Spacciare per un successo la via spianata alla 4^ linea per San Vittore, senza nemmeno la possibilità di aprire una discussione, ha il sapore dell’ennesima presa in giro.