Mario Abbruzzese non sconfessa Adriano Roma. Tutt’altro: condivide il suo attacco al presidente della Provincia Antonio Pompeo e soprattutto l’invito a dimettersi (leggi qui il precedente).
Il dominus di Forza Italia in provincia di Frosinone e l’ex vice coordinatore provinciale del Popolo delle Libertà rientrato da pochi mesi nel Partito, si stanno vedendo in questi minuti al Caffè Moro nel capoluogo. Sono seduti a pranzo: un primo leggero per Mario, portata più sostanziosa per Adriano. Concentrandosi, un paio di tavolini più in là è possibile sentire tutto o quasi.
Riassumono la situazione: il rapporto tra Forza Italia ed il Pd che due anni fa ha portato all’elezione di Antonio Pompeo alla guida della Provincia è in bilico. Le due anime del Partito Democratico ormai si sono ricompattate, non c’è più spazio per Forza Italia che di volta in volta faceva accordi con l’una o l’altra fazione. Soprattutto, buona parte della maggioranza Pd uscita dalle urne del Congresso vuole staccare la spina a quell’insolito connubbio: il segretario Simone Costanzo lo aveva messo anche in modo chiaro nel suo programma elettorale. Ma nessuno pensava che potessero essere gli azzurri a dichiarare il divorzio. Le dichiarazioni di Adriano Roma su Alessioporcu.it hanno cambiato lo scenario.
Se qualcuno si aspettava una sconfessione (leggi qui la reazione del Pd dopo le dichiarazioni di Roma) dovrà ricredersi: non arriverà. Abbruzzese poco fa, prima dell’arrivo dei piatti in tavola ha detto: «Bravo Adrià, a me è piaciuto quello che scritto». Parlano di altro, cose personali. Poi tornano sul tema Provincia: «In effetti – dice Abbruzzese – se vogliono mettere in discussione l’alleanza provinciale dovrebbe dimettersi Pompeo, perché l’accordo è stato sul presidente della Provincia, le liste camminano da sole».
Squilla il telefono: a questa chiamata Abbruzzese risponde. E’ Guido Bertolaso, candidato sindaco della Capitale. «Va bene, domani alle **:** a Roma» è un’altra tappa del tavolo al quale sta partecipando (leggi qui Abbruzzese al tavolo per Bertolaso).
Riprendono la discussione «Vai avanti Adrià, l’accordo è sul presidente e se vogliono disdirlo Pompeo deve dimettersi: la legge prevede un doppio voto, uno sulle liste ed abbiamo preso quasi il 26%, l’altro voto è sul candidato presidente: non è un voto collegato, ma distinto. Capisci Adrià? Non è nemmeno voto disgiunto ma scollegato e distinto. Pompeo lo abbiamo eletto anche noi ed a questo punto, se ritengono che il quadro sia cambiato, è giusto che ad ottobre pure lui torni a sottoporsi al giudizio degli elettori e non soltanto i consiglieri».
Ce n’è abbastanza. Meglio andare via e mettere on line appena girato l’angolo. Buona prosecuzione.