Moschea e Lazio Pride, l’ora dei bacchettoni e dei furbetti

Elaborazione: © ICHNUSAPAPERS

Su due temi così importanti e delicati i criteri di scelta dovrebbero essere oggettivi e “aperti”. Invece prevalgono le considerazioni di tipo politico, perfino sul percorso. Ma il comune senso del pudore è cambiato di molto rispetto agli anni 70.

Il Gay Pride non sfilerà in via Aldo Moro ma a via Adige. Forse però alcuni carri, sicuramente il principale, potrebbe fare il suo ingresso nel Parco del Matusa. In realtà è chiaro che qualunque tipo di scelta sarà politica, anche perché (particolare non trascurabile) il sindaco Nicola Ottaviani è un esponente della Lega adesso e non vuole che sul tavolo di Giancarlo Giorgetti o dello stesso Matteo Salvini arrivino foto e relazioni che testimoniano come il Gay Pride sia “sfilato” lungo l’arteria principale del capoluogo,  cioè in via Aldo Moro.

Ma se alla fine la conclusione sarà nel Parco del Matusa (opera di punta di Ottaviani in questa seconda consiliatura), cosa sarà cambiato? Poco nella sostanza, molto nella forma, perché il percorso influirà non poco.

Certamente il sindaco si starà confrontando con il Prefetto e con il Questore, ma anche con il Vescovo Spreafico, che tiene in grande considerazione tutto ciò che succede nel capoluogo sotto il punto di vista dell’opportunità religiosa e morale. Però il Lazio Pride o è Pride o non è. Se Frosinone è stata scelta per ospitare l’evento, la ragione sta nel fatto che da questo territorio sono arrivate molte richieste, collegate anche al fatto che la comunità Lgbt in Ciociaria è vista e trattata secondo i canoni dell’oscurantismo. Invece ancora una volta prevarranno le scelte di carattere politico, sull’opportunità o meno perfino di un percorso piuttosto che di un altro.

Il capoluogo si trova a dover risolvere anche il problema della moschea. Prima o poi bisognerà decidere se realizzarla o meno in viale America Latina. In realtà è complicato pensare di non farla lì, considerando pure le aspettative (suffragate da atti formali) della comunità islamica. Peraltro lo stesso sindaco Nicola Ottaviani in questo caso è favorevole all’ubicazione. Ottaviani è uno scrupoloso e sicuramente si sarà confrontato pure in tal caso con Prefetto e Questore per valutare altresì i profili dell’ordine pubblico.

In ogni caso domani sera si celebra la fine del Ramadan e per l’occasione la comunità islamica ha invitato tutti in via Maria, dove il luogo di culto è ubicato in una sorta di garage. Potrà essere l’occasione per tutti di valutare il tema della realizzazione della moschea. Tenendo presente pure che terreno e immobile in viale America Latina sono stati acquistati e che quindi ci sono dei diritti soggettivi.

Naturalmente bisognerà tener presente delle esigenze urbanistiche della zona e anche del parere dei residenti. Ma è pur vero che in ogni quartiere ci sarebbero problemi, da via del Poggio ai Cavoni.

Il Lazio Pride e la moschea sono temi che andrebbero organizzati e affrontati in modo oggettivo, non sulla base di valutazioni di tipo politico. Perché proprio nelle pieghe delle valutazioni politiche si annidano bacchettoni e furbetti.