Nulla oltre la sfilata: incapaci di costruire il futuro

In tanti si affollano per partecipare alle sfilate degli eventi celebrativi: Salvo poi rivedersi... l’anno successivo. Senza proporre una soluzione ai problemi. La vera sindrome è quella di apparire

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Colpo d’occhio da gioco di squadra alla cerimonia del 2 giugno, per celebrare i 75 anni della Repubblica. Le fasce tricolori dei sindaci e quella blu della Provincia, le divise dei militari e delle forze dell’ordine, l’abito talare del Vescovo. E poi i rappresentanti delle associazioni di categoria, delle forze sociali, degli ordini professionali. C’erano anche i referenti delle istituzioni.

Il Prefetto Ignazio Portelli ha sottolineato l’importanza dell’unità del territorio per agganciare il treno della ripresa post Covid. Perché la ripresa ci sarà, anche e soprattutto grazie alle risorse del Recovery Plan. La campagna di vaccinazione sta funzionando e i giovani stanno rispondendo in maniera forte. Un segnale inequivocabile della voglia di libertà dal virus.

(Foto: Loïc Manegarium Pexels)

In settimana c’è stato pure il via libera della giunta regionale al Consorzio industriale unico. Un ente di dimensione regionale. Pochi mesi fa il semaforo verde alla Camera di Commercio del Basso Lazio. Si va nella direzione di realtà più grandi, almeno interprovinciali. (Leggi qui La giunta dice si al Super Consorzio Industriale).

L’equazione banale è la seguente: più ampie sono le dimensioni, meno la Ciociaria conterà. Non è vero: è un alibi. Dipenderà dai rappresentanti della provincia di Frosinone contare e farsi ascoltare. A guidare il Consorzio industriale ci sarà un ciociaro, Francesco De Angelis.

Il punto vero è un altro: il deficit di rappresentanza politica che questo territorio continua a scontare. Da anni. Ad ogni livello. Sedici mesi di pandemia hanno dimostrato che questo territorio ha le competenze e le energie per fronteggiare qualunque tipo di situazione. Lo ha fatto sul piano sanitario, cambiando in poche settimane assetti che sembravano destinati a durare per sempre. Stefano Lorusso, Patrizia Magrini e Pierpaola D’Alessandro hanno rivoluzionato il volto della Asl ciociara. Ora si apre un’altra fase, quella dell’ordinaria amministrazione. Sfida più difficile da vincere. 

La politica e la sindrome dell’apparire 

Dicevamo del colpo d’occhio della cerimonia del 2 giugno. Solo quello però. Perché poi,  quando si entra nello specifico dei problemi, l’unità non esiste. Non nel campo della politica.

Ci si sta avviando verso un’emergenza rifiuti annunciata senza una vera azione di coordinamento e di proposta di questo territorio. Non c’è stata una sola iniziativa che abbia cercato di affrontare il tema con l’urgenza e le competenze che richiede. (Leggi qui No ai rifiuti a Roma: perché avete chiuso Roccasecca?).

Verso il caos rifiuti tra Roma e Province

Sul tavolo delle possibilità c’è pure quella di una possibile riapertura temporanea (12-18 mesi) di impianti chiusi. La solita pezza peggiore del buco, nell’eterno gioco del tirare a campare. Ma i parlamentari di questo territorio, i consiglieri regionali, i sindaci, i consiglieri comunali potranno una volta far sentire la loro voce nell’ambito delle proposte? Invece che nel campo della polemica politica fine a sé stessa e finalizzata soltanto alla campagna elettorale? Poi magari la “battaglia” si perde lo stesso, ma perlomeno arriva un segnale.

I progetti concreti non piovono dal cielo

Stesso discorso per un altro settore chiave, quello dell’economia: per agganciare il treno della ripresa serviranno progetti e finanziamenti. Non piovono dal cielo. Associazioni di categoria e forze sociali qualche segnale intendono lanciarlo? Oggi tutti parlano di transizione ecologica e digitalizzazione. Argomenti chiave per progettare il futuro di qualunque territorio. Ma nel frattempo c’è qualcuno che può declinare concetti astratti in opzioni concrete? Magari per il risanamento della Valle del Sacco o per dare la possibilità alle nostre imprese, alle nostre scuole, alla nostra pubblica amministrazione di avere connessioni sicure, ultraveloci, affidabili.

Ma per avviare percorsi del genere occorre che qualcuno assuma l’iniziativa. Sul serio però. “Ehi, vi serve un grande capo?”: così titolò un grande giornale molti anni fa. A proposito della situazione di crisi politica in Italia. Mancava un punto di riferimento. Come oggi in questo territorio. Non c’è una persona che possa riunire attorno allo stesso tavolo le energie migliori della provincia. Il passo obbligato è questo. Inutile girarci troppo intorno.

Mentre in tanti si affollano per partecipare alle sfilate degli eventi celebrativi: Salvo poi rivedersi… l’anno successivo. 

L’eclissi dei partiti e l’eterno dualismo nel Pd 

Non ci sono più le condizioni politiche affinché i Partiti svolgano il ruolo di qualche anno fa. In pochi fanno riunioni, quasi nessuno celebra i congressi. Con l’unica eccezione del Pd, che ne fa pure troppi ma senza un confronto vero. A volte sarebbe preferibile una “conta” piuttosto che un accordo a tavolino.

I Partiti si vedono quando ci sono le elezioni. Siano esse comunali, provinciali, regionali, nazionali. Poi lasciano il posto alle correnti, ai vertici che sempre meno spesso si tengono nelle sedi e nei circoli. Da quanto tempo la nomina di un segretario o di un commissario provinciale di Partito non avviene a seguito di un congresso? Complicato ricordarlo, perfino per gli addetti ai lavori.

Oggi funziona così: i parlamentari e i consiglieri regionali aggregano nei rispettivi territori. Chi non è d’accordo resta senza spazi di… gestibilità politica. Vuol dire senza candidature. Può andare a lamentarsi dal referente regionale o nazionale, che però ha scarso interesse a sconfessare l’operato di chi esercita il ruolo di segretario o commissario.

Nel Pd invece non c’è alternativa alla divisione tra le correnti. All’iniziativa di Collepardo di venerdì si è notata l’assenza del presidente della Provincia Antonio Pompeo. Non sarà stato invitato. È un esempio. Se ne potrebbero fare tanti altri. (Leggi anche Ottaviani vs Ruspandini la madre di tutte le lacerazioni).

Però è un fatto che i Dem in Ciociaria sono fermi al 2014, anno della prima elezione di Pompeo a presidente della Provincia. Dopo una spaccatura senza precedenti tra Francesco De Angelis e Francesco Scalia. Poi ci sono stati diversi congressi unitari. Sulla carta però. Nella realtà divisioni e notti da lunghi coltelli. Che senso ha? 

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