Piste ciclabili: ecco la relazione sulla fattibilità

Cosa dice la relazione finale sulle Piste Ciclabili a Frosinone. Era stata commissionata proprio per capire meglio punti di forza e criticità. Eccoli

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

 Ha il protocollo numero 45205, acquisito in data 4 settembre 2023: il titolo è “Documento propedeutico all’aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano e del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Frosinone”. Si tratta dello studio commissionato il 21 agosto scorso dal Comune di Frosinone per capire se le piste ciclabili si possono realizzare e come superare le eventuali criticità.

Se n’è occupata la ditta Leganet, con la richiesta di “monitoraggio, analisi critica e revisione” del Piano al fine di sottoporlo a quella che i tecnici chiamano ‘verifica di assoggettabilità’.

Il dubbio e la verifica

L’incarico alla ditta si è reso necessario in quanto” è stata realizzata la pista ciclabile su Via Marittima e di conseguenza sono emerse delle criticità per il tracciato della pista Scalo – Matusa, la cui progettazione precedente a quella di Via Marittima, non prevedeva stravolgimenti di circolazione veicolare“. In pratica: il Comune si è fatto venire qualche dubbio e si è affidato ai tecnici specializzati.

La conseguenza è stata il fermo per l’appalto, al fine di definire la nuova soluzione di viabilità dell’intera area “zona Scalo”. Una soluzione che possa garantire i sufficienti margini di sicurezza sia per le auto che per le bici ed i pedoni dopo la realizzazione di altri tratti di pista ciclabile nella Zona Scalo.

Di fatto la causa scatenante anche dal punto di vista politico  è stata la protesta dei residenti e dei comitati di Via Puccini e Via Fontana Unica. Quelle proteste hanno indotto l’amministrazione alcune settimane fa – in piena estate –  a sospendere i lavori e a  rivedere le proprie determinazioni. Malumori e proteste culminate  poi con l’incontro in solitaria del sindaco Riccardo Mastrangeli mercoledì scorso con i cittadini dello Scalo davanti la chiesa della sacra famiglia. (leggi qui: Mastrangeli impavido: “balla da solo”… allo Scalo senza i suoi).

La motivazione tecnico normativa invece è quella riportata nella delibera di Giunta numero 367. È quella che prende atto delle osservazioni rilevate nella relazione. E nel contempo fornisce alla struttura tecnica del Comune gli indirizzi per la prosecuzione del procedimento del Sistema di piste ciclabili di Città. Primo Stralcio (tratto Scalo-Matusa).

Ha ragione il Comune

Riccardo Mastrangeli

Quali sono queste osservazioni di Leganet fatte proprie dall’amministrazione Mastrangeli nella delibera? Eccole.

L’analisi condotta, evidenzia che è possibile ed è in linea con gli strumenti di panificazione e programmazione vigenti, la classificazione di via Puccini e via Fontana Unica quali Strade urbane ciclabili, ad unica carreggiata”. In che modo? “Attraverso l’istituzione di una zona con limite di velocità non superiore a 30 km/h, definita da apposita segnaletica verticale ed orizzontale”. Ma non basta: occorre dare “priorità per i velocipedi, con Ordinanza del Sindaco”.

Viene poi ricordato un elemento del passato. E cioè “già il Piano del Traffico 2010 proponeva le corsie ciclabili non separate fisicamente dal restante traffico. L’opzione oggi è resa possibile dalla normativa intervenuta. (Pagina 25 del documento Leganet).

Tradotto: la relazione di Leganet di fatto da ragione al Comune. Stabilisce che via Puccini e Via Fontana Unica possono essere classificate Strade urbane ciclabili, ad unica carreggiata. Si può fare ma attraverso l’istituzione di una zona con limite di velocità non superiore a 30 km/h.

Le criticità ed i punti di forza

Punti di forza e criticità vengono indicati nella pagine da 10 a 13. Lì viene spiegato che la rete ciclabile esistente presenta ancora delle carenze per gli aspetti di continuità e sicurezza. L’obiettivo per una rete ciclabile è quello di creare un sistema ciclabile che favorisca l’ingresso nel capoluogo. E che abbia come punti di partenza i parcheggi di scambio, permettendo di raggiungere agevolmente i principali luoghi d’interesse della città”.

Cosa va bene. Attualmente i tratti che garantiscono un discreto livello di continuità e sicurezza sono il tratto sull’intersezione di Via Berna e Via Parigi (Piastra quartiere Cavoni); il tratto che attraversa i giardinetti di Selva Piana tra viale Spagna e la via Monti Lepini; il tratto Via Refice, Piazza Pertini (stazione autolinee), Via Valle Fioretta, Via Michelangelo, Viale Olimpia, (stadio Comunale Benito Stirpe).

Cosa presenta criticità. I restanti tratti, con i quali si raggiunge un totale complessivo di 3,3 chilometri, necessitano di interventi sostanziali di adeguamento strutturale e regolamentare: Viale Spagna-Viale Austria (proseguimento del tratto dei giardinetti).

C’è poi la necessità di creare una pista ciclabile in sede protetta con precedenza dei ciclisti rispetto agli ingressi delle abitazioni private e segnaletica vistosa negli attraversamenti stradali.

Inoltre, sulla Monti Lepini la pista va dotata di segnaletica orizzontale e verticale, in quanto interrotta continuamente dall’intersezione di altre strade e dagli ingressi delle attività commerciale. In particolare “si propone una segnaletica ben visibile o lampeggiante di precedenza al traffico ciclistico”. Sempre sulla Monti Lepini si propone la “prosecuzione della pista da rotatoria via dei Volsci, via Simoncelli e via Vado del Tufo fino alla rotatoria di Brunella”.

Il nodo Centro Storico

La rete ciclabile già progettata copre capillarmente la parte bassa del capoluogo, ma lascia totalmente scoperto il centro storico. Inoltre, le tre stazioni di bike sharing realizzate nella parte bassa della città versano in stato di abbandono. Ed anche questo viene considerato un punto critico.

In un’ottica di connessione della città bassa e del centro storico, tra le principali strade, viene proposta “Viale Mazzini, quale tracciato idoneo per caratteristiche favorevoli di pendenza e di sezione (ampia e costante nella sua interezza), oltre ad intercettare il parcheggio multipiano in via Alessandro Ciamarra e conduce a Piazza San Tommaso d’Aquino (parcheggio) ex terminal dei bus fino agli anni 80/90, dove potrebbe essere inserita una stazione bike sharing”.

Nella relazione si ravvisa l’urgenza di attivare l’istituzione delle zone dove il limite massimo di velocità sia inferiore o uguale a 30 km/h. E di individuare delle Zone a Traffico Limitato nel nuovo aggiornamento del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile 2023, in un’ottica di condivisione dello spazio tra utenti motorizzati e utenti deboli con riduzione della velocità. “In questo senso, l’entrata in vigore delle nuove norme del Codice della strada, consentono la realizzazione delle piste ciclabili in sede promiscua nelle zone 30”. (Pagina 19 del documento Leganet)

La relazione sul PUMS dunque fornisce all’amministrazione Mastrangeli importanti e documentati elementi per continuare con l’adozione di nuove politiche ambientali sulla mobilità urbana nel Capoluogo.

Il dubbio però che le polemiche politiche e non sulle ciclabili e sul Brt siano effettivamente terminate resta concreto in tutta la sua complessità.

(Foto di copertina © DepositPhotos.com)