Pizzutelli avverte Ottaviani: “Via dall’Asi ci tagliamo tutto”

Gianfranco Pizzutelli tra due fuochi. Comune e Asi di Frosinone. Che rischiano lo scontro. Impegnato in municipio ma anche in CdA al Consorzio, il leader del Polo Civico spiega perché rinunciare alla nuova struttura regionale sarebbe una perdita molto grave

Non sono tamburi di guerra ma il rullio si leva alto da Frosinone. Gianfranco Pizzutelli è l’uomo che guida la pattuglia più numerosa in Consiglio Comunale con il suo Polo Civico. Che è l’alleato più solido per il sindaco leghista Nicola Ottaviani. Ma è anche Consigliere d’amministrazione nel Consorzio Industriale Asi che nel capoluogo ha portato opere per milioni tra strade, rotatorie ed il via alla resurrezione dell’area Permaflex. Ed è guidato dall’alfiere Dem Francesco De Angelis.

Nicola Ottaviani

Tra il leader del Carroccio e quello del Pd la temperatura sta salendo. In modo parallelo all’avvicinarsi delle elezioni comunali del 2022. E se De Angelis ha tutte le intenzioni di minare la fascia tricolore per il centrodestra, Ottaviani ha ogni volontà di fare altrettanto con il fortino nel quale intende issare la bandiera il leader di pensare Democratico: il Consorzio Industriale Unificato del Lazio.

In quel consorzio andrà a confluire anche l’Asi di Frosinone. La nuova struttura avrà il peso di due super assessorati regionali: pianificherà lo sviluppo industriale in tutta la Regione. Ma il Comune di Frosinone, socio dell’Asi, non ha intenzione di starci: preferisce uscire da Asi e crearsi un prorpio Consorzio.

Ulivo e Kalashnikov

Gianfranco Pizzutelli fa sentire la sua voce: da leader politico e da amministratore consortile. Senza voler innescare alcuno scontro, senza voler creare fratture o lacerazioni con Nicola Ottaviani. Ma con chiarezza dice che “Il Consorzio industriale regionale unico è una straordinaria opportunità, restarne fuori condannerebbe le imprese alla marginalità”.

A dargli ragione sono i numeri. Un dato su tutti: su 13 milioni di euro di finanziamenti per 8 progetti ben 6,7 riguardano l’area del capoluogo. Ben oltre il 52%. Parliamo di interventi che verranno realizzati nei prossimi tre anni, con il termine che è scattato dalla firma della convenzione (8 giugno 2020). Due di queste opere partiranno entro la prossima primavera.

Gianfranco Pizzutelli (Polo Civico)

Spiega Pizzutelli che “Il Consorzio industriale regionale unico è una straordinaria opportunità per le imprese e per il territorio. Non è un decentramento di competenze. Al contrario è un’opportunità, esattamente come la Camera di Commercio del Basso Lazio. Anche di più considerando le dimensioni regionali. Il Consorzio è destinato ad aumentare e trasformare le sue competenze. E dobbiamo costantemente tener presente che al centro dei ragionamenti devono esserci le imprese».

Ci tagliamo fuori da soli

Gianfranco Pizzutelli poi spiega che chi non farà parte del Consorzio si taglierà fuori dai finanziamenti. Oltretutto senza creare il minimo problema a Francesco De Angelis, al Partito Democratico ed al Consorzio unico. Perché il nuovo ente si farà in ogni caso, indipendentemente dalle scelte di chi pensa di restare fuori. “Dal punto di vista delle opportunità imprenditoriali una decisione di uscire dal Consorzio determinerebbe, per esempio, la perdita di cospicui finanziamenti europei e regionali riservati alle aziende che ricadono nelle aree industriali”.

Non solo. Le aziende si troverebbero tagliate fuori da strutture e servizi. Ad esempio, non potrebbero più usufruire dei depuratori consortili, dei suoi sitemi fognari.

Fuori dal Green e dai progetti

FRANCESCO DE ANGELIS

Pizzutelli mette in risalto anche un’altra conseguenza. “la perdita di imprescindibili destinazioni urbanistiche di aree ricomprese nel Prt sovracomunale. Per non parlare della perdita di fondamentali destinazioni d’uso. Non aderire significherebbe tagliare fuori le aziende del territorio, condannandole irrimediabilmente. Per non parlare delle penalizzazioni oggettive su tutta una serie di fronti: la ricerca di investitori nazionali ed esteri, la promozione di progetti di innovazione strategica, la riqualificazione delle aree dismesse, la logistica.

C’è poi tutta la frontiera del Green e della costituzione delle Apea. Sono le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate: per loro l’Unione Europea ha già stanziato i fondi. Uscendo dall’Asi, Frosinone rinuncerebbe a quei progetti. Oltre alle sinergie di tipo distrettuale, agli studi e alle ricerche finalizzate all’innovazione.

Il leader del Polo Civico solleva anche il rischio di una delocalizzazione. È legato al fatto che a pochi metri ci sono le aree di Ferentino e Anagni. Gianfranco Pizzutelli mette in chiaro che “su argomenti come questo la politica non c’entra nulla. E men che meno c’entrano i  Partiti e le logiche muscolari che guardano a prospettive elettorali”.

In base alla sua esperienza all’Asi “Restarne fuori e intraprendere altre strade avrebbe un solo effetto: condannare le imprese del territorio alla marginalità”.

Non sono tamburi di guerra

Gianfranco Pizzutelli con Francesco De Angelis e Miriam Diurni al Consorzio Asi

Non è un messaggio indiretto a Nicola Ottaviani in vista delle elezioni Comunali. Molti osservatori stanno seguendo con attenzione ogni mossa del Polo Civico, perché per sua natura “non è né di destra né di sinistra”. E potrebbe essere un decisivo ago della bilancia nella prossima sfida.

Ma in questo caso il segnale è diretto. Pizzutelli conosce dall’interno le potenzialità dell’Asi targata De Angelis, conosce cosa svilupperà il Consorzio Regionale Unificato. E vuole mettere in guardia il suo Comune.

Per i tamburi di guerra elettorale ci vorrà ancora molto tempo.