Il direttore di Exodus e la lettera al Presidente della Provincia che vuole debellare il "Cigno Nero": perché il Terzo settore è cruciale
Una lettera ufficiale per dire che sì, va fatto qualcosa e che forse va fatto ancor meglio di come sia già in encomiabile agenda. Chi l’ha scritta invoca nuovi ambiti e chi l’ha ricevuta ne cerca di nuovi, perciò la faccenda può funzionare.
Può funzionare perché “riteniamo si tratti di un atto di coraggio che la pone naturalmente alla guida, a viso aperto, di una grande comunità. Fatta di cittadini, imprese e istituzioni che non abbassano la testa di fronte alla sfida di una crisi economica che richiede grande senso di responsabilità”. Chi è alla guida e di quale comunità?
Manovre agili e lentezza bandita
Il direttore di Exodus Cassino ed assessore cittadino alla Coesione Sociale Luigi Maccaro chiama il presidente della Provincia Luca Di Stefano. E il campo di azione della riscossa di un territorio intero diventa larghissimo come è giusto che sia. La contraerea per il Cigno Nero (cioè le conseguenze sull’economia e l’industria generate da due fattori imprevedibili come il lockdown e la speculazione sui costi dell’energia) deve sparare anche dalle casematte del no profit, per mettere Ciociaria e Cassinate in condizione di reagire su un piano allargato.
Gli Stati Generali della Provincia di Frosinone sono imminenti e in questi ultimi due mesi l’iniziativa ha avuto il grip che merita. Il sistema produttivo del territorio è sano ma al tempo stesso paga pegno ad una burocrazia asfittica.
A procedure cioè che non lasciamo margine certo alle manovre agili di cui l’industria del terzo millennio necessita per creare ricchezza. Crearla e soprattutto tenerla saldamente in arcione alla terre in cui dispiega la sua opera. Il presidente della Provincia Luca di Stefano ha chiamato a raccolta tutti per far fronte all’emergenza e ciascuno è chiamato a soluzioni pratiche con declinazioni di settore.
Il quadro disegnato da De Angelis
Banditi i settarismi, silenziate le grancasse funeree ora tocca agire, e mettere a sistema protocolli che siano mastice per le imprese. Pochi giorni fa c’era stato il confronto in Regione Lazio suggerito dalla dem Sara Battisti ed impalcato da Enrico Tiero di FdI. Un segnale di ecumenicità per cancellare il sospetto di una iniziativa-fotocopia di quella ideata da Palazzo Iacobucci.
E in quella sede Francesco De Angelis, presidente del Consorzio Industriale del Lazio, aveva aperto la lente focale sullo scenario. La Ciociaria è sì competitiva e ci sono spazi occupati con “1.293 ettari di aree e ad oggi solo 66 ettari sono liberi”. Tuttavia la metamorfosi funzionale da manufatturiero che fu a logistica che è e che sarà deve essere agevolata, altrimenti saranno guai. E su tutto vige una lettura di importanza fondamentale. (Leggi qui: La grande sfida per rilanciare l’industria in Ciociaria).
Lo “scalino largo” per ripartire davvero
L’ha messa in lavagna Luigi Maccaro, direttore di Exodus Cassino, assessore alla Coesione sociale del Comune di Cassino e coordinatore provinciale di Demos. Maccaro ha scritto a Luca di Stefano ed ha illustrato i punti chiave per fare degli Stati Generali uno scalino ecumenico di ripartenza, scalino largo. Va chiarito un aspetto fondamentale: la lettera al presidente della Provincia di Frosinone è stata inviata con firma in calce del responsabile di Exodus Cassino.
Cioè del referente di una delle realtà più funzionali e delicate di un settore che è molto più legato di quanto non si creda al mondo della produzione in punto di economia liberal. Nella sua veste di “latore” di quello scritto perciò Maccaro è contestualmente ma non prioritariamente amministratore cassinate ed esponente politico provinciale. Qual è la chiave di lettura di Maccaro? Poco “missionaria” e molto ma molto pratica. E’ quella per cui dove funziona il no profit funziona anche l’industria.
Si tratta di una simbiosi che va intuita ma che ha una portata potenzialmente enorme. Se ci sono associazioni che forgiano intelligenze e cittadini allora nella scala dei valori sociali ci saranno anche individui, specie giovani, integrati ed orientati nel tempo, nello spazio e nei sistemi complessi in cui agiscono. E’come il Pnrr ma sciorinato nel pratico: vanno messi soldi in un sistema, non per una singola missione.
Il vantaggio di una società sana e funzionale
Perché quelli forgiati dal III settore sono individui pronti ad essere arruolati nel mondo del lavoro al netto di qualunque pulsione caotica che non fa bene neanche alla produzione. Che significa?
Che una mente formata alla dedizione ed al senso della società sarà un manager, un operaio, un impiegato o un tecnico della logistica migliore di quanto già lo standard non richieda. E che fortificare quel settore significa dare vitamine anche ai settori complementari. Cioè quelli dove si fa profitto e dove per farlo bisogna essere smart in ogni sfaccettatura.
Ha scritto Maccaro: “Caro Presidente, voglio ringraziarla per l’iniziativa intrapresa di promuovere gli Stati generali della Provincia di Frosinone. Mi permetto di suggerirle di coinvolgere un mondo fatto di organizzazioni e di imprese che in Italia e nella nostra Provincia rappresentano una porzione piccola ma importante”. Si tratta di realtà importanti “nella costruzione di coesione sociale, nella tenuta della società civile di fronte all’impatto a più riprese della crisi economica”.
In quelle e “nella speranza che ‘gli ultimi fra gli ultimi’ non vengano lasciati soli al loro destino. Parliamo del mondo non profit, fatto di cooperative sociali, associazioni, fondazioni che alimentano l’economia sociale del nostro Paese”.
l’Istat e il report per Calderone
Maccaro a questo punto sciorina i numeri: “Parliamo di 400 mila enti (+7% negli ultimi 6 anni), oltre un milione e mezzo di lavoratori occupati. Ed oltre 6 milioni di volontari che, secondo gli standard ILO (International Labour Organization, Agenzia delle Nazioni Unite), equivalgono a 875 mila occupati”.
Si tratta di una vera branca parallela dell’economia, di “un terzo pilastro fra Stato e Mercato il cui valore della Produzione ha raggiunto nel 2022 gli 84 miliardi di euro”.
Dove li ha presi questi dati Maccaro? Lo spiega lui nel suo scritto. Nel Rapporto “Sussidiarietà e sviluppo sociale” realizzato dall’ISTAT in collaborazione con la Fondazione per la Sussidiarietà. Fondazione “alla cui presentazione, nel gennaio scorso, è intervenuta la Ministra del Lavoro, Marina Calderone”. L’occasione è stata ottima anche per lanciare spunti cognitivi: “Sarebbe interessante esplodere il dato per conoscere i numeri di questo mondo relativamente al nostro territorio. L’economia sociale gioca già oggi in Italia, come in altri Paesi d’Europa, un ruolo chiave per lo sviluppo del sistema socio-economico”.
Cruciali nell’ascoltare i bisogni
E si tratta di un ruolo che a parere del direttore di Exodus Cassino “che anche nella nostra Provincia può avere carburante anche da questo mondo”. In Maccaro coabitano l’operatore del sociale, il politico e l’amministratore, ed in questa ultima veste ha corroborato le sue ragioni. “La pandemia e le emergenze degli ultimi anni – lo dico da Assessore alle Politiche sociali oltre che da responsabile di una organizzazione non profit – hanno reso ancor più evidente il ruolo cruciale del Terzo settore”.
Ma in cosa potrebbe essere cruciale? “Nell’ascoltare i bisogni di persone e territori e dare risposte tempestive, creare opportunità, cucire le ferite del tessuto socio-economico affinché sappia essere più inclusivo e sostenibile”. Ecco dove potrebbe annidarsi la “magia” di un’inclusione negli Stati General: “L’economia sociale non va quindi vista solo come un mezzo per arginare problemi, ma anche come una condizione necessaria per generare sviluppo”.
Perché? “La presenza di organizzazioni non profit sul territorio contribuisce in modo significativo a ridurre l’incidenza dei giovani che non studiano e non lavorano (NEET) offrendo loro prospettive di inclusione. Mi permetto dunque di suggerirle un coinvolgimento anche anche del mondo non profit nella celebrazione degli Stati generali previsti per fine settembre”.
Un nuovo modello frusinate: collaborativo
La convinzione di Maccaro è quella di tutti quelli che hanno dato adesione all’iniziativa. Con la skill aggiuntiva di un approccio sociale al problema: “La collaborazione di tutte le parti sociali rappresenta l’elemento centrale attorno al quale costruire un nuovo modello di sviluppo, anche per la nostra Provincia di Frosinone”. E “nella convinzione che la collaborazione di tutte le parti sociali rappresenta l’elemento centrale attorno al quale costruire” quel nuovo modello.
Uno sviluppo che passi prima per l’uomo e poi per i sistemi che l’uomo ha creato nel mettere a regime buono la sua socialità. Perché a volte, per tornare ad essere primi, bisogna ripartire dagli ultimi.