Provincia, i tre verdetti del voto a Cassino

Sono tre i verdetti emessi dalle elezioni Provinciali su Cassino. Salera: è presto per parlare di candidatura da presidente. Abbruzzese: è ancora lui il dominus del centrodestra. Picano: ha i voti e gli amministratori per ambire alle Regionali

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Proiettate su Cassino, le elezioni Provinciali dimostrano due cose. La prima: i tempi non sono ancora maturi per ipotizzare una candidatura di Enzo Salera come presidente della Provincia. La seconda: in città i voti li hanno i Dem, Mario Abbruzzese e Gabriele Picano.

I numeri usciti dalle urne domenica condizioneranno le scelte ed il dibattito politico cittadino per i prossimi mesi; con ogni probabilità porteranno a chiarimenti e rese dei conti.

Il voto del Pd

Il Gruppo di maggioranza di Cassino

Il Partito Democratico guidato da Enzo Salera elegge il suo capogruppo Gino Ranaldi come Consigliere provinciale. Lo fa con una prova robusta nei numeri, convincente sul piano politico come mai fino ad oggi era avvenuto. È questa la vera differenza con il quinquennio di Giuseppe Golini Petrarcone: i 7.093 voti ponderati ottenuti da Ranaldi sono il segnale di una compattezza che nel passato non c’era.

I tempi non sono ancora maturi per una candidatura a presidente. Non senza un passaggio che coinvolga in maniera equilibrata sia il leader di Pensare Democratico Francesco De Angelis e sia il leader di Base Riformista Antonio Pompeo. I numeri hanno detto che Enzo Salera può essere un buon punto di sintesi, ma non l’unico possibile.

Il primo degli eletti è stata Antonella Di Pucchio di Isola Liri sulla quale è intervenuto con forza il presidente Pompeo ed ha riportato 7.947 voti. Il secondo ha ottenuto un voto in meno ed è il sindaco di San Donato Valcomino Enrico Pittiglio che fa parte della corrente di De Angelis ed ha riportato 7.895 voti. I 7.093 di Gino Ranaldi dimostrano che la base elettorale c’è, che la capacità di aggregazione nel circondario inizia ad esserci. Non stravince, non sbalordisce: questo impone di attendere, tessere alleanze, disinnescare i potenziali avversari interni.

Sta tutta qui la necessità dell’attesa.

La conta delle schede

Luca Fardelli

Gino Ranaldi ha ricevuto 15 voti su scheda verde: è la scheda dove votano i consiglieri dei comuni di Cassino e Frosinone. Non contava su alcun voto nel Capoluogo, dalla scheda verde si aspettava di ricevere 16 voti: tanti sono i Consiglieri che compongono la maggioranza di Cassino. Ne è arrivato 1 in meno. Anzi 2 se si considera che il voto di Luca Fardelli è andato a Gino Ranaldi anche se non fa parte della maggioranza.

I sospetti sono concentrati sul gruppo di Demos che fin dall’inizio aveva espresso le sue riserve. Specificando che l’elezione di Ranaldi “è un patto che il sindaco ha fatto con il Pd, non è un patto di maggioranza”. Bruno Galasso è molto vicino al vice presidente uscente Luigi Vacana.

La forza di Mario

Cassino esprime uno dei tre sub coordinatori provinciali di Forza Italia. Il Partito è riuscito nell’impresa di sparire dal palazzo della Provincia. I voti ponderati di Cassino sono strategici per l’elezione: ma non si sono visti. Nulla è arrivato dall’opposizione: significa che il dialogo politico è prossimo alle zero.

I mattatori sono stati due: Mario Abbruzzese e Gabriele Picano. Il primo ormai non ha più incarichi amministrativi: non sta in Regione, non sta al Cosilam, si è dimesso da Consigliere Comunale. Nonostante questo ha avuto la capacità di guidare la strategia con la quale Pasquale Ciacciarelli ha centrato l’elezione di Luca Zaccari nella lista della Lega.

Luca Zaccari e Pasquale Ciacciarelli

Non è stata una semplice elezione. Ciacciarelli ha stravinto, mettendo il silenzio a tante voci contrarie nella Lega. Ha portato al suo candidato ben 2.500 voti in più di quelli che il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani ha portato al suo Andrea Amata. Le Provinciali hanno detto che se c’è una persona che può reclamare a pieno titolo la candidatura alle Regionali è Ciacciarelli.

Esce del tutto ridimensionata nelle sue ambizioni Michelina Bevilacqua: la sua non era una candidatura di testimonianza, puntava all’elezione in Provincia. E con 814 voti ha dimostrato una forza non sufficiente per poter rivendicare alcunché.

Piacere, Gabriele

Il voto Provinciale ha ufficializzato le ambizioni di Gabriele Picano. Si è contato su Riccardo Ambrosetti, consigliere comunale di Anagni eletto in Provincia con oltre 3mila voti ponderati. Con lui lo ha fatto anche il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore.

Gabriele Picano

A metterli insieme è stato l’onorevole Giancarlo Righini è stato lui a dettare la strategia e dare le opportune garanzie. Picano a Cassino non può contare su un Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, in Aula l’unico iscritto è Franco Evangelista che però ha una posizione autonoma. Sono voti che il vice presidente provinciale del Partito è andato a cercare ad uno ad uno tra gli amministratori che costituiscono la sua componente.

È proprio questa circostanza a rilanciare la sua aspirazione ad una candidatura regionale. Sotto questo aspetto ha battuto nella conta a distanza l’ex sindaco di Pontecorvo Riccardo Roscia che ha portato appena 1.833 voti a Rossana Carnevale, poca roba se si considera che lì si sono contati i rampelliani compreso l’ex parlamentare Ue Alessandro Foglietta.

Tutti elementi sui quali ora il Partito dovrà riflettere.