Quella classe dirigente di Forza Italia che gli alleati non hanno

La presa di posizione di Silvio Berlusconi fa capire come anche in Ciociaria sono molti gli esponenti di spicco di Lega e Fratelli d’Italia che provengono dalle file “azzurre”. Ma non solo: i risultati del 4 marzo 2018 dicono che Forza Italia è stata protagonista. Poi però Tajani ha tolto il piede dall’acceleratore. E adesso? L’ipotesi congresso e la candidatura a sindaco di Frosinone. Poi si vedrà.

Gentili elettrici, cari elettori di Roma, il prossimo 3 e 4 ottobre siete chiamati a scegliere il futuro della vostra meravigliosa città…”. Con una lettera-appello elettorale sui social Silvio Berlusconi questa mattina è sceso in campo a sostegno di Enrico Michetti, candidato sindaco del centrodestra a Roma.

Al di là degli aspetti elettorali, ci sono alcuni elementi politici che meritano una riflessione. Il Cav in quell’appello sottolinea la “formazione moderata” dell’avvocato Michetti fortemente voluto da Giorgia Meloni. È un modo per rimarcare la differenza politica su contenuti e valori tra Forza Italia e gli alleati sovranisti, senza però mettere in discussione la coalizione.

Sulvio berlusconi lo sottolinea quando dice “E’ una sfida elettorale difficile, ma come la storia ci insegna, le competizioni si vincono se c’è un forte centro trainante, che rappresenta la casa di tutti i moderati. E, dunque, il voto dato alla lista “Forza Italia- Udc per Michetti” è il voto necessario per vincere, per cambiare la storia della nostra Capitale“.

Senza Forza Italia non si governa

Pasquale Ciacciarelli, già coordinatore provinciale di Forza Italia

Per Silvio Berlusconi senza Forza Italia il centrodestra non vince e non governa. Ma è proprio così? O meglio: è ancora così? In provincia di Frosinone, per esempio, Lega  e Fratelli d’Italia sono nelle condizioni di farcela da soli? Intanto molti degli esponenti che adesso militano nei partiti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini provengono dalle file “azzurre”.

Il sindaco di Frosinone e coordinatore provinciale della Lega Nicola Ottaviani. Il consigliere regionale e responsabile dell’organizzazione del Carroccio Pasquale Ciacciarelli. Oppure un pezzo da novanta come Alfredo Pallone, capace di far effettuare il salto di qualità ai Fratelli d’Italia nel capoluogo.

Poi c’è l’ex presidente della provincia, più volte deputato, consigliere ed assessore regionale Antonello Iannarilli, che prova a rilanciarsi ad Alatri. Ma ce ne sono tanti altri: dal consigliere provinciale Gianluca Quadrini fino a Danilo Magliocchetti, capogruppo della Lega al Comune di Frosinone.

Tutto questo per dire che Forza Italia ha indubbiamente costruito più classe dirigente rispetto agli alleati. Anche sul territorio. Il problema è rappresentato dalle percentuali alle elezioni ora che c’è stata la diaspora.

Problema di numeri

Finora in Ciociaria, quando si è trattato delle comunali, Lega e Fratelli d’Italia non hanno certamente “asfaltato” gli alleati “azzurri”. E perfino alle politiche del 4 marzo 2018 Forza Italia ha tenuto in Ciociaria.

Mario Abbruzzese

Infine, non vanno dimenticati altri due fattori. Il primo: i candidati nei collegi maggioritari furono Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), Francesco Zicchieri (Lega) e Mario Abbruzzese (Forza Italia). I primi due sono stati eletti, rispettivamente, senatore e deputato. Abbruzzese è stato sconfitto per una manciata di voti da Ilaria Fontana (Cinque Stelle) in virtù di un patto implicito all’insegna del tutti contro Mario.

I voti ottenuti dalla Fontana non erano tutti né della candidata né del M5S: in parte erano di ambienti Dem che voleva sbarrare la via di Montecitorio all’esponente cassinate. Per questo si può dire che sul piano delle consistenza elettorale e politica gli “azzurri” non soltanto hanno retto, ma senza i loro voti Ruspandini e Zicchieri non ce l’avrebbero fatta.

I dubbi sulla gestione politica

Il secondo: l’unico consigliere regionale di centrodestra eletto in Ciociaria è stato Pasquale Ciacciarelli, allora in Forza Italia. Tutto questo il 4 marzo 2018. Certamente da allora molte cose sono cambiate, ma forse è il momento di chiedersi se la gestione politica di Forza Italia sia stata all’altezza. Il riferimento è ad Antonio Tajani, nel frattempo diventato vicepresidente e coordinatore nazionale.

Antonio tajani e Claudio Fazzone

Finché ha tenuto botta in Ciociaria, il Partito ha fatto segnare risultati importanti. Poi ha deciso di guardare altrove e allora la situazione è cambiata. E meno male che il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone è uno capace di organizzare e motivare il Partito. Adesso però il momento è decisivo.

Se alla fine l’ipotesi della federazione con la Lega dovesse saltare (come sembra di capire), allora Forza Italia dovrà provare ad accelerare. Claudio Fazzone ha già rivendicato la candidatura a sindaco di Frosinone. Ma per rimettere in moto gli “azzurri” forse servirebbe un congresso. (Leggi qui Il nome che non c’è e l’orgoglio di un Partito vivo)

Intanto però occhio alle provinciali di dicembre, perché in quell’occasione voteranno gli addetti ai lavori. Forza Italia intanto può capire su quanti sindaci e consiglieri comunali può contare.