Quelle vecchie questioni tornate d’attualità

Prendete la bonifica di terreni privati con fondi pubblici. Aggiungete una ditta che non ha apportato le migliorie per cui ha vinto la gara d’appalto. Polemica quanto basta. Ed è servito il Consiglio comunale di Ceccano, dove si cita Craxi per rivendicare «la bontà di un’opera epocale» o «giustificare un errore amministrativo»

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Due interrogazioni, una sull’Affaire Belvedere e l’altra a tema rifiuti, tra altrettante variazioni apportate a un bilancio tanto sfoggiato dalla maggioranza di Centrodestra quanto affossato dall’opposizione di Centrosinistra. Questo l’ordine del giorno del Consiglio svoltosi ieri sera nella sala consiliare del Comune di Ceccano. Non senza le classiche varie ed eventuali scritte da nessuna parte.

Entrambe le interrogazioni portano la firma dei consiglieri di minoranza Mariangela De Santis (Nuova Vita) ed Emiliano Di Pofi (Psi). La prima è stata condivisa e sottoscritta anche del collega Marco Corsi: civico in Consiglio e fuori commissario della Lega locale.    

Oltre un anno fa l’Assessorato all’ambiente ha investito 130mila euro, metà dei fondi ottenuti dall’Amministrazione Caligiore dal Decreto Crescita per lo sviluppo sostenibile, in un’opera che continua a essere definita «epocale» dalla maggioranza e «illegittima» dall’opposizione. Si tratta della bonifica sotto al Belvedere di Ceccano: l’area verde costeggiata da via Pisciarello e sottostante alla terrazza panoramica con il Monumento ai caduti civili del 1943.

Bonifica sotto al Belvedere

La bonifica di oltre un anno fa sotto al Belvedere di Ceccano

Una volta fatto sparire verde selvaggio e immondizia sotto al Belvedere, zona a rischio di inquinamento e incendio, l’amministrazione comunale ha impiegato fondi pubblici anche su terreni privati: facendo leva sulle scarse condizioni igienico-sanitarie e pericolosità.

Alla fine ha dovuto sanare il mancato esproprio di un terreno privato: versando più o meno ventimila euro all’ancora legittima proprietaria. In attesa della conclusione dell’accordo bonario, però, non si sono viste manutenzioni. Lungo i camminamenti sotto al Belvedere, di fatto non totalmente fruibili, hanno ripreso il sopravvento felci e rifiuti.

A proposito di immondizia, inoltre, sono emerse anche le potenziali inadempienze dell uscente gestore del servizio di igiene urbana rispetto alle migliorie previste dal capitolato d’appalto. Per il resto, essendo interrogazioni presentate più di un anno fa, si è discusso di questioni vecchie tornate d’attualità. (Leggi qui Le due Città di Ceccano: una decolla e l’altra affonda).

Garofano all’occhiello

Bettino Craxi Foto © Imagoeconomica / Carlo Carino

L’assessore Riccardo Del Brocco, dirigente provinciale di FdI, ha citato a sorpresa lo statista Bettino Craxi, storico Segretario del Partito Socialista. Non senza premessa: «Non fa parte della nostra cultura politica, ma è uno di quei politici che è stato forse apprezzato di più dopo che durante, un po’ come questa quest’opera, che magari l’opposizione capirà e apprezzerà tra qualche anno». 

Da qui, tratta dai suoi discorsi parlamentari, una replica di Craxi all’opposizione di turno: «Vedo che molti professori e gran dottori s’industriano a spiegarci, con le buone e qualche volta con le cattive, cosa dobbiamo fare e cosa non dobbiamo fare. Noi li ascoltiamo o ci sforziamo di farlo in rispettoso silenzio, anche quando ci indicano le strade sbagliate, poi ci preoccupiamo di decidere con la testa nostra».

Mariangela De Santis, visto il Fratello Del Brocco con il Garofano all’occhiello, ha ironizzato. Ma fino a un certo punto: «L’assessore Del Brocco richiama Craxi per giustificare un errore amministrativo. Si parla di bontà del progetto, ma qui non siamo a Masterchef. Quell’area non era di fatto nella disponibilità dell’ente come avrebbe dovuto in quanto richiesto dal bando statale, che stanziava contributi per l’efficientamento energetico e tante altre operazioni più urgenti di una bonifica potenzialmente illegittima».

«Uccelli del malaugurio»

L’opposizione, però, continua a essere definita come una massa di menagrami. «Non siamo uccelli del malaugurio, ma l’indennizzo ha dimostrato l’illegittima occupazione del terreno privato – ha controbattuto la De Santis -. E, se ne parliamo da un anno, è perché non c’è una tempestiva discussione delle interrogazioni. Neanche su una scelta senza né capo né coda».

Alessandro Savoni, presidente del Consiglio, la vede diversamente: «C’è massima disponibilità per la discussione delle interrogazioni ma, se non si rispettano i tempi d’intervento, non si possono discutere velocemente». Quello della minoranza, per Riccardo Del Brocco, non è altro che terrorismo psicologico: «C’erano rifiuti di ogni genere, una discarica a cielo aperto nel cuore della città, e la bonifica ha permesso di restituire l’area alla cittadinanza e al decoro».

E ha puntualizzato: «Alla proprietaria del terreno è stato pagato quanto non le era stato dato dal 1993 per l’esproprio. Non è un risarcimento bensì un indennizzo in via bonaria. Poteva essere di centinaia di migliaia di euro, invece si è risparmiato. Dal passato tante pratiche tossiche ma, se noi troviamo problemi, li affrontiamo in maniera efficace ed economicamente vantaggiosa».  

«Piace(va) pure ai Comunisti»

Un banchetto di Rifondazione Comunista

L’assessore all’ambiente, tra i papabili candidati a Sindaco per il post Caligiore, ha concesso l’onore delle armi soltanto agli oppositori extra-consiliari di Rifondazione comunista, «che alla fine hanno riconosciuto la bontà dell’opera e chiesto anche di intitolare la zona alle vittime del bombardamento del 1943 della chiesa di San Pietro – ha detto a riguardo -. Una volta conclusa la procedura in corso, resterà come una delle più importanti azioni amministrative».

Anche il Prc, però, è ormai tornato a parlare di «sperpero di denaro pubblico» e «completa incompetenza di chi amministra Ceccano» alla luce del ritorno di verde selvaggio e rifiuti in assenza di manutenzione. Per Giancarlo Santucci, capogruppo della Grande Ceccano di delbrocchiana fattura, «è invece “grazie” all’opposizione se è tutto bloccato e l’area è tornata una foresta con la discarica di rifiuti».

Lungo il percorso nuovamente infestato, infatti, è spuntata una canna fumaria con tanto di eternit deteriorato. Secondo il capitolato d’appalto, tra l’altro, il gestore uscente del servizio di igiene urbana avrebbe garantito la raccolta e lo smaltimento di una quantità notevole di amianto: 97mila chilogrammi, ossia quasi 100 tonnellate. Invece, come fatto sapere da Del Brocco, «la ditta dovrebbe occuparsi dello smaltimento, ma al Comune spetterà l’incapsulamento e la messa in sicurezza dei luoghi».

Interrogazioni vecchie, ma attuali

Emiliano Di Pofi, consigliere comunale del Partito Socialista

Il socialista Emiliano Di Pofi ha rammentato le rimostranze fatte sin dalla prima commissione consiliare tenuta in materia. «Lo dissi già allora che tutti i terreni erano nella disponibilità dell’ente – ha lamentato -. Così si incorre in risarcimenti o indennizzi, anche perché si è creato un precedente e tanti altri privati potrebbero richiedere di essere rimborsati».

Daniele Massa (FdI), presidente della Commissione Ambiente, gli ha subito replicato: «Ci siamo confrontati anche in maniera accesa in varie sedute e sinceramente non capisco perché l’interrogazione non sia stata ritirata. Invece parla Di Pofi che, a parte la prima, si è perso tutte le altre commissioni congiunte».

Ha detto la sua l’altro oppositore Marco Corsi, esponente della Lega: «Senza l’apporto di questa opposizione non si sarebbe fatta chiarezza. E vista la situazione attuale, mi chiedo perché la ditta non abbia provveduto alla raccolta dell’amianto come previsto dal contratto». Secondo Pasquale Bronzi, capogruppo di Fratelli d’Italia, l’opposizione continuerebbe a guardare il dito invece della luna.

«Una bonifica epocale»

Riccardo Del Brocco, assessore comunale all’Ambiente

«Una bonifica epocale in pieno centro, in una zona inquinata e a rischio d’incendio – ha detto Bronzi -. Ancora ci si attacca ai cavilli, cercando sempre di trovare qualche problemino, invece di proporre qualche idea».

Andrea Querqui, con il civico Coraggio di Cambiare in Consiglio ma fuori nella Rete Democratica (PD), ha allora riprecisato: «Si mette in discussione la questione di legittimità dell’opera, non il suo valore di per sé discutibile. L’assessore Del Brocco diceva che sarebbe stata tolta, ma la catenella del privato è ancora lì. E può darsi che sia stato illegittimo l’investimento di fondi pubblici su terreni privati».    

Del Brocco, ancor prima dell’intervento (quasi) finale del sindaco Caligiore, ha allora concluso: «Stiamo aspettando la conclusione dell’iter di esproprio, dopo un’operazione che eravamo legittimati a realizzare, e ridaremo una sistemata all’area».

«Non ci nascondiamo»

Riccardo Del Brocco

L’assessore all’ambiente Del Brocco non comprende l’accanimento della minoranza: «Grazie” ai riflettori di certa politica, che ha spinto il privato alle rivendicazioni, il Comune ha dovuto affrontare la situazione. La proprietaria del terreno avrebbe potuto comunque richiedere in ogni momento quanto le spetta. Godono quasi per il successo di aver istigato una signora a richiedere i soldi mai avuti dal 1993».

Caligiore, dal canto suo, ha tagliato corto: «Quest’Amministrazione si distingue per l’intervenire e non per il nascondersi. Sarebbe facile alzare il tappeto e buttare la polvere sotto. Prima o poi quella bonifica si sarebbe dovuta fare e la legge consente di intervenire in caso di necessità e urgenza per motivi igienico-sanitari e di sicurezza».

Della chiosa, però, se n’è appropriata in qualche modo l’esponente del Coraggio di Cambiare Emanuela Piroli: «Che non fosse stata bonificata per trent’anni – così l’altresì membro dell’assemblea nazionale del PD – non giustifica il fatto che siano stati investiti fondi pubblici su terreni privati».

Rifiuti, carta cantava

Cento per cento dei ricavi del riciclo della plastica, oltre alla raccolta e smaltimento di amianto fino a quasi cento tonnellate. Ma anche fornitura e installazione di 500 cestini per la raccolta differenziata nei parchi e nelle scuole, e cinque compattatori di rifiuti.

Sono le migliorie con cui l’attuale gestore dell’igiene urbana ha rivinto cinque anni fa la gara d’appalto. Eppure, a parte i 30mila euro annuali al Comune per il recupero della plastica, si sono visti appena cinquanta cestini e due compattatori.

«Dal 2018 i proventi del riciclo vengono stornati dai pagamenti dovuti alla ditta – ha riferito l’assessore Del Broccoe tutto ciò che non è stato fornito verrà riconosciuto tramite indennizzo al Comune o storno da quanto dovuto alla stessa ditta. Se così non fosse, qui c’è chi si fa rispettare. E con l’ormai prossimo bando alzeremo anche l’asticella».

No migliorie? «Disservizio»

Marco Corsi, consigliere d’opposizione ed esponente della Lega

Il leghista Marco Corsi, però, lo vede come un disservizio: «Parliamo del mancato rispetto delle migliorie con cui la ditta ha vinto la gara di affidamento del servizio e il capitolato d’appalto deve essere rispettato dalla A alla Z».

La consigliera De Santis ha aggiunto che «dall’Amministrazione non sappiamo ancora nemmeno quante tonnellate di plastica sono state raccolte e come si è svolto il riciclo, mentre i dati Ispra parlano di un recupero della plastica pari a zero». Dati quelli non forniti dal Comune ma dal gestore del servizio.

«Con il prossimo bando – ha allora promesso Del Broccomiglioreremo anche la qualità del rifiuto prodotto per incrementare i ricavi legati al riciclo». Querqui, però, ha ricentrato l’attenzione sulla questione: «Non si deve richiedere un rimborso soltanto per i 450 secchi non installati, ma anche e soprattutto per il servizio fatto mancare per via della loro assenza».

Lente sul nuovo bando

Rispetto al nuovo appalto da venti milioni di euro, inoltre, la De Santis ha chiesto una variazione in corsa perché «stando alla normativa regionale – ha argomentato la capogruppo di Nuova Vita – il servizio può essere affidato fino al 31 dicembre 2027 e non per sette anni, come previsto dal bando in arrivo».

Un bando che invece, a detta di Del Brocco, «migliorerà ulteriormente la differenziazione dei rifiuti – ha chiosato l’assessore all’ambiente, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia -. Intanto, grazie alla battaglia del consigliere regionale Daniele Maura, non ci ritroveremo in bolletta i costi dell’Egato». (Leggi qui La fine dell’Egato è già all’Ufficio Legale).

Variazioni (e deficit) di bilancio

Ad avviare e chiudere il Consiglio comunale, però, è stato il sindaco di FdI. Caligiore è partito con la comunicazione di un recente riaccertamento dei residui: viste le maggiori e minori entrate e uscite degli ultimi mesi. La Giunta, senza dover passare per il Consiglio, ha approvato l’opportuna variazione delle dotazioni di cassa nel bilancio di previsione.

In conclusione, invece, una variazione di bilancio ratificata da sé dalla maggioranza tra i voti contrari della minoranza consiliare. Sono state accolte le maggiori entrate, come i 74mila euro dal servizio rifiuti e i contributi statali pari a 30mila, e le maggiori uscite degli ultimi mesi: tra cui i 50mila euro per il piano straordinario di manutenzione stradale e gli oltre 20mila euro per la sistemazione dell’inattivo sistema di videosorveglianza.

L’opposizione, del resto, continua a votare contro o astenersi quando si tratta di bilancio. Prendendo le distanze anche e soprattutto dal deficit ridotto ormai da quasi nove a 6.5 milioni di euro con un controverso piano di riequilibrio finanziario. Non è mancata, tra le altre, una frecciata di Caligiore: «Mi dispiace che l’opposizione fosse assente alla Commissione Bilancio tenuta in vista del Consiglio comunale». (Leggi qui Due mezze verità fanno una storia).