Le due Città di Ceccano: una decolla e l’altra affonda

Gli esponenti di centrodestra e centrosinistra, ossia l’amministrazione comunale e l’opposizione della Contea, vivono in due città profondamente diverse. «Il buon padre di famiglia ha sistemato le cose», dice di sé il sindaco di FdI Caligiore. La consigliera di centrosinistra Piroli: «Si vive di demagogia». La battuta dell'assessore Del Brocco: «Neanche ci abiti a Ceccano»

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

C’è ben poco da aggiungere rispetto all’anteprima dell’ultimo Consiglio comunale di Ceccano. Soltanto che l’adunanza è durata oltre tre ore. E almeno una, di chiacchiere e beghe, si sarebbe potuta certamente risparmiare. Sono state del resto le conclusioni della seduta fiume di un mese fa. (Leggi qui Consiglio blu notte: strisce e scintille).

L’amministrazione Caligiore, in ogni caso, ha approvato da sé bilancio di previsione, atti allegati e collegati: incluso il Documento unico di programmazione (Dup). Tutto prevedibile. (Leggi qui L’anteprima del Consiglio, aspettando il nuovo assessore della Lega)

C’è una Ceccano in cui l’amministrazione di centrodestra rivendica di aver iniziato a mettere a posto i conti del Comune. Avvierà varie opere importanti per la rigenerazione urbana. S’è dovuto mettere da parte un milione di euro nel 2021 e dovranno essere accantonati altri 500mila euro all’anno fino al 2035. Bisogna ripianare un disavanzo di amministrazione pari per ora a più di otto milioni di euro: creato tanto dal centrosinistra del passato quanto dall’odierno centrodestra. Per l’esattezza tra il 2013 e il 2019, tra l’amministrazione Maliziola (centrosinistra) e la prima delle due amministrazioni Caligiore.

Come riporta la Corte dei Conti, però, il risultato di amministrazione risultava inficiato almeno sin dal 2008: ossia dalla seconda amministrazione Ciotoli (centrosinistra).

Il piano anti dissesto

Una veduta di Ceccano

Ora è necessario fare cassa: con il recupero dell’evasione fiscale, l’arrotondamento delle tariffe per le strutture e i servizi comunali, l’attivazione e l’aumento dei parcheggi a pagamento, le multe a tappeto contro le irregolarità al volante. La principale critica nei confronti del Caligiore 1 è di non aver fatto abbastanza per ripianare l’iniziale disavanzo da quel 2015 in cui era entrata in vigore la contabilità armonizzata: il nuovo criterio con cui redigere i Bilanci degli enti pubblici. Quella norma ha sgonfiato quei bilanci che il sindaco Caligiore ha definito “drogati”, spedendo un sacco di soldi nel fondo crediti di dubbia esigibilità.

Sono impazziti i legislatori? Ovviamente no. L’Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) si è scagliata contro una misura che sta mettendo in ginocchio gli amministratori locali. Ma vale come per il piano anti dissesto del Comune: prima o poi sarebbe arrivata l’ora di sgonfiare bilanci in cui si costruiva il pareggio in maniera molto “creativa”. Se c’è un contenzioso tra il Comune e un altro ente? Non è detto che quei soldi rientrino effettivamente nelle casse comunali. Pertanto non si conteggiano più tra le entrate certe.

Da qui, sommata allo straordinario ricorso alle anticipazioni di liquidità (prestiti da una banca), è derivato il quadro allarmante segnalato nei mesi scorsi dalla Corte dei Conti. Un quadro in cui non c’è un debito: e sia chiaro. Ma non è neanche una passeggiata di salute.

C’è un’eccedenza delle uscite sulle entrate: il Comune ha problemi a incassare tasse, multe e altri crediti e di conseguenza, visto che non riceve i fondi statali in maniera tempestiva, ha problemi anche a pagare i debiti e così ricorre ai prestiti. La colpa di chi è? Di tutti quelli che hanno amministrato quantomeno negli ultimi venticinque anni: sinistra e destra.

I numeri dalla testa dura

L’ex palasport Domenico Tiberia di Ceccano (PH: Daniele Rovelli)

Lo dicono i numeri e, come sottolineato dal sindaco Caligiore, «hanno la testa dura». Anche maggioranza e opposizione, però, si incaponiscono nello scarico di responsabilità alle rispettive aree politiche. Il primo cittadino ha fatto presente che «anche quest’anno, come negli altri sei trascorsi del mio mandato, non è in previsione l’accensione di mutui, infatti ne stiamo pagando già troppi accessi dalle amministrazioni che mi hanno preceduto, ben 123».

Per l’esattezza 25 tra il 1974 e il 1989, 43 tra il 1990 e il 1999 e 54 tra il 2000 e il 2012. «Per un totale di oltre sedici milioni di euro – ha tuonato il sindaco di FdI -. Noi in sette anni zero mutui accesi». Che dall’altra parte, ovviamente, chiamano “investimenti”. Però è un dato di fatto: il centrodestra amministra dal 2015 e degli ultimi cinquant’anni risponde per gli ultimi sette (togliendo un anno di commissariamento prefettizio).

Che accendessero un mutuo, pur senza interessi e autofinanziabile, c’è mancato poco qualche mese fa per la ricostruzione dell’ex palasport Domenico Tiberia: crollato durante la storica nevicata del febbraio 2012. Con l’Istituto per il Credito Sportivo, banca sociale per lo sviluppo del settore. Non s’è però fatto più nulla: s’è preferito puntare alle risorse a fondo perduto del Pnrr.

La perdita di un altro finanziamento per gli impianti sportivi, nel mentre, ha richiamato però vecchi spauracchi di Caligiore. (Leggi qui Prima senza e poi con i Partiti, ma ancora niente Sport. Poi qui Socialisti e Caligiore 2 si sfidano nel polo ancora poco sportivo).

La Ceccano del centrosinistra

L’area bonificata sotto al Belvedere di Ceccano

Nella Ceccano presentata dall’opposizione di centrosinistra – rappresentata in Consiglio dai soli Emanuela Piroli e Andrea Querqui per via delle defezioni degli altri per problemi di salute – le aliquote delle tasse municipali (Imu e addizionale all’Irpef) non possono essere più aumentate: sono al massimo e secondo loro l’amministrazione avrebbe potuto e dovuto piuttosto abbassarle.

È quella Ceccano in cui metà dei fondi per l’efficientamento energetico e lo sviluppo sostenibile della città, 130 mila dei 260 mila euro ottenuti dal Ministero dello sviluppo economico, sono stati utilizzati nell’Operazione Belvedere: la bonifica della storica area verde delimitata dalla centrale via Pisciarello, nonché la realizzazione di camminamenti e la pulizia delle mura medievali. A livello locale rappresenta un’opera epocale: dopo decenni sono stati eliminati verde selvaggio e tonnellate di rifiuti, e sono rispuntati pezzi di storia cittadina che i giovani di oggi non conoscevano.  L’area, su richiesta dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, è stata sottratta al rischio di incendi.

Il problema è che uno dei proprietari dei tanti terreni privati dell’area ha messo cartello e catenella: “Proprietà privata”. Il Comune ha ripulito tutto, spazi pubblici e privati, e ora non possono essere interamente attraversati dai cittadini. Potrebbe finire a carte bollate.

Gli oppositori si erano lamentati sin dall’inizio dell’investimento di fondi pubblici anche per interventi che avrebbero dovuto effettuare i privati. Avevano anche chiesto se fossero stati avvisati tutti quanti. Nel mentre, però, l’assessore all’ambiente Riccardo Del Brocco ha detto che «magari scopriremo che chi ha fatto qualcosa di illegittimo è chi ha messo la catenella».   

Le ‘ripetizioni’ di Caligiore

«Si fa confusione tra ordinarietà e programmazione. L’ordinario subisce una serie immensa di variabili, dalle intemperie all’usura fino ai danneggiamenti. È sotto gli occhi di tutti che la programmazione di questa amministrazione ha portato finanziamenti, tra i ritardi di Stato e Regione», ha rilevato il sindaco Caligiore con l’intento di impartire “ripetizioni” ai consiglieri di minoranza: in maggioranza glielo dicono tutti che ogni volta finisce sempre in quel modo.

D’altronde la maggioranza si riferisce spesso agli esponenti di opposizione tacciandoli di impreparazione e scarsa conoscenza dei regolamenti. Ogni tanto hanno detto che sono dei “gufi”. Dall’altra parte, di contro, associano tale atteggiamento all’«arroganza del potere». (Leggi qui Caligiore bis: «Arroganza del potere? No, pragmatismo del centrodestra unito»).

Ma bisogna continua a dire, ad esempio, che sono stati tagliati 100 mila euro ai servizi sociali? Lo ha sostenuto ancora il consigliere Querqui e il vicesindaco Federica Aceto, assessora al ramo, ha ribadito che si tratta di una rimodulazione: si garantiscono gli stessi servizi ma a un minor costo per il Comune. Fino a prova contraria è così. E la stessa Aceto non ha perso l’occasione per metterci il carico: «Dal fondo di solidarietà, tra l’altro, arriveranno oltre centomila euro per riorganizzare ancora meglio i servizi sociali».

Emanuela Piroli è stata accusata a sua volta di irresponsabilità assieme al resto del centrosinistra. «Come opposizione – ha controbattuto – ce le siamo assunte le nostre responsabilità votando contro un piano anti dissesto di cui siamo venuti a conoscenza solo dopo che era stato redatto e senza la possibilità di presentare proposte ed emendamenti». Il presidente Fabio Giovannone, a tal riguardo, ha voluto precisare che sono stati invece rispettati tutti i termini di legge per l’accesso agli atti.

Emanuela Piroli la ‘pontina’

Emanuela Piroli, consigliera comunale di Ceccano

Il consigliere di FdI Daniele Massa, delegato alle Politiche Giovanili, si è detto così annoiato dall’opposizione a tal punto da sentire la voglia di dimettersi. «È un anno e mezzo che abbaiate alla luna ma lo vedremo alla resa dei conti chi avrà ragione». Poi si è girato verso la porta di ingresso della sala consiliare e ha spronato il segretario del Pd Ceccano Giulio Conti a prendere in mano la situazione nel centrosinistra: totalmente disorganizzato e incapace a detta sua. Sa bene di andare a battere dove il dente duole: la leadership nell’opposta fazione.

La Piroli, dal canto suo, ha replicato: «Si vive di demagogia perché credo che voi viviate in un’altra città e noi le proposte le presentiamo. Ci sono i verbali che lo attestano, ma non vengono nemmeno prese in considerazione». E poi ha sferzato Del Brocco in merito all’Operazione Belvedere. Tanto da sentirsi ribattere: «Andatelo a dire ai cittadini che secondo voi abbiamo fatto male a bonificare un’area degradata al centro della città, dove non abita neanche la Piroli».

È l’ormai immancabile sarcasmo che accompagna Emanuela Piroli sin dalla sua candidatura a sindaco di Ceccano nel 2020 contro il poi rieletto Caligiore e il già presidente del Consiglio Marco Corsi. Ha la residenza a Terracina, tanto che non s’era potuta neanche votare da sola, ma è domiciliata a Ceccano. Abita nella contrada delle Casette, nella parte bassa della città.

Le hanno detto, aggiungendo l’ennesima battuta al vasto repertorio, che «dev’essere impegnativo fare tutti i giorni la Frosinone-Mare per seguire le vicende di Ceccano». Solitamente si erano limitati a dirle che «non paga le tasse a Ceccano». Lei, stizzita, ha abbandonato temporaneamente la sala consiliare.

Alla prossima battuta.