Ciocchetti e Pli: incostituzionale la nuova legge elettorale regionale

La nuova legge elettorale regionale del Lazio: incostituzionale per Ciocchetti e fonte di ricorsi per i Liberali. La soddisfazione di Zingaretti, il rammarico di Storace

La nuova legge elettorale regionale approvata durante la notte (leggi qui) ? Incostituzionale e destinata a scatenare una lunga serie di ricorsi. Ne sono convinti l’ex vice presidente della Regionale del Lazio  Luciano Ciocchetti ed il Partito Liberale.

 

LEGGE INCOSTITUZIONALE

Luciano Ciocchetti è stato uno degli uomini più influenti all’interno dell’Udc nel Lazio, oggi è il  coordinatore regionale di Direzione Italia, il Partito fondato dall’ex governatore della Puglia Raffaele Fitto. Ai tempi di Renata Polverini stava in Regione ed era il suo ‘numero 2

«La legge elettorale approvata dal  Consiglio Regionale è profondamente anti costituzionale sia nella  parte relativa alla mancanza di una soglia minima da raggiungere per  ottenere il premio di maggioranza, sia sul sistema scelto di  attribuzione dei seggi del premio di maggioranza che favorirà  chiaramente solo le liste più grandi non rispondendo assolutamente al  tanto richiamato criterio proporzionale».

Nel ragionamento fatto da Ciocchetti, una coalizione che prenda il 23% dei voti, arrivando con il proprio candidato presidente primo, otterrebbe un premio di maggioranza esorbitante. Per questo sollecita «con urgenza una riflessione per chiedere al Governo una  impugnativa su tale legge profondamente incostituzionale».

 

PLI,  SARA’ PIOGGIA DI RICORSI

Francesco Pasquali è il Segretario regionale del Partito Liberale Italiano, ai tempi della Prima Repubblica la più piccola delle cinque forze che sostenevano i governi a guida democristiana o socialista, insieme a socialdemocratici e repubblicani. Anche lui è convointo che ci siano profili di illegittimità.

Domanda Pasquali «Zingaretti ha letto bene il testo votato  dall’Assemblea del Consiglio regionale? Sorvolando sul criterio  corsaro che è stato adottato nella distinzione tra quanti dovranno  raccogliere le firme per la presentazione delle liste e gli esonerati, la legge elettorale votata nella seduta notturna di ieri presenta  evidenti profili di incostituzionalità in quanto viola l’articolo 48  della nostra Costituzione».

I dubbi sono concentrati sul meccanismo per assicurare un seggio a tutte le province: se una non dovesse riuscirci è previsto un meccanismo che va a togliere il seggio alla lista che ha preso meno voti e lo assegna alla Provincia rimasta a bocca sciutta.

«Assegnare un seggio ad una lista sottraendolo alla lista che ha  raccolto minori consensi significa non rispettare la volontà  dell’elettore. Il secondo comma dell’art. 48 della Costituzione –  aggiunge – stabilisce infatti i caratteri del voto, definendolo  personale, eguale, libero e segreto. Il pasticcio notturno rischia di  generare una pioggia di ricorsi».

 

ZINGARETTI ALL’UNANIMITA’

La Legge elettorale regionale approvata nella notte ha ottenuto i voti di tutti i 44 consiglieri regionali presenti in Aula. Un dato che lascia soddisfatto il presidente Nicola Zingaretti.

«Dopo quasi venti anni il Lazio ha una  nuova legge elettorale approvata all’unanimità perché le regole le  scriviamo insieme. Ringrazio il Consiglio regionale per aver  realizzato tutti insieme questo storico risultato».

È stata la decisione di abolire il listino bloccato, presa mercoledì dal governatore, a rimettere in pista il dibattito. «Una legge più moderna e che dà più potere alle scelte dei cittadini,  con zero nominati perché abolisce il vecchio listino – sottolinea –  Più democratica perché aumenta gli spazi di parola e di partecipazione alle persone. Una legge con la doppia preferenza di genere, per avere  finalmente più donne nel prossimo Consiglio. Oggi il Lazio vince  un’altra sfida nel segno del cambiamento e dell’innovazione.  Continuiamo così».

 

STORACE, SBAGLIATO NO A SINDACI

La nuova legge taglia i ponti per la Regione ai sindaci di Comuni con più di ventimila abitanti. Un’esclusione che non convince l’ex governatore Francesco Storace .

«Ho votato la legge elettorale regionale  per il sì all’abolizione del listino nonostante Zingaretti e per il no allo sbarramento nonostante gli uomini di Zingaretti. Resta l’amaro in bocca per una norma che impedisce ai sindaci delle città superiori ai  ventimila abitanti di candidarsi: è l’autotutela privilegiata di  Palazzo, di consiglieri regionali che temono concorrenza elettorale. Mi spiace essere stato il solo del cosiddetto centrodestra ad averlo  notato».

Il giudizio del presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità, è positivo. «La nuova legge va salutata positivamente nonostante  infantilismi d’aula che dimostrano abbondanti differenze di stile tra  una politica che nel tempo ha insegnato molto e una politichetta che  ha imparato molto poco». 

 

IL PAPA’ DELL’ABBRUZZESELLUM

Il testo arrivato in aula e poi emendato nel corso di un’intera serata di discussione era stato messo a punto da Mario Abbruzzese con la Commissione Riforme.

«Alla fine ha prevalso il buon senso. Il Lazio, infatti, rischiava di essere l’unica regione in Italia a conservare il listino. Una circostanza troppo pesante anche per Zingaretti e il centro sinistra. Il provvedimento elaborato in commissione Riforme Istituzionali non è stato snaturato. Dunque l’abolizione del listino, la rappresentanza in seno al consiglio regionale di tutte le circoscrizioni provinciali, le pari opportunità tra uomini e donne e il divieto del terzo mandato consecutivi per il presidente della Regione sono rimasti i capisaldi su cui questo testo fonda la sua efficacia».

L’ex presidente del Consiglio Regionale del Lazio ammette che il nuovo testo è stato il frutto di una costante concertazione tra le forze politiche. Un processo di condivisione che a tratti ha portato a forti contrapposizioni in aula.

 

FARDELLI: CAMBIAMENTO COERENTE

Soddisfatto anche Marino Fardelli, capogruppo della lista Per Giulia Bongiorno Presidente in attesa di essere ammesso nel Gruppo regionale del Partito Democratico.

«II Consiglieri regionali verranno eletti tutti dai cittadini e non avranno nessun canale preferenziale. Grazie alla disponibilità del Presidente Zingaretti e al voto unanime dell’Aula e’ stato apportata un’altra grossa novità, un cambiamento coerente con il percorso intrapreso in tutti i settori a partire dalla trasparenza, dal risparmio, dall’ottimizzare le risorse fino al reinvestire in settori difficili come la sanità e i trasporti».