Santa Cecilia, riparte la musica colta, Covid non l’ha fermata

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Il ricchissimo cartellone dell'Accademia musicale romana è il simbolo di una resilienza che vuole affermare il bello. Programmando con la Regione lazio il futuro di un settore che è importantissimo. E con esso di quello turistico.

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

“Dove le parole non arrivano la musica parla”: Ludwing van Beethoven lo sapeva benissimo. Sapeva che le emozioni del pentagramma sono la cura migliore dopo che il destino ha fatto scialo dell’umanità con qualche somma miseria. E quel mantra universale di riscatto e resilienza è andato dritto dritto a cucirsi addosso alla nuova Stagione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Accademia che si prepara a ripartire dopo il lockdown e con la benedizione della Regione Lazio. Il primo ticchettio della bacchetta sul leggio sarà il 16 ottobre.

Il consesso è pronto a offrire al suo pubblico un ricchissimo cartellone. E il fatto che lo stesso sia il frutto di una serie di stravolgimenti dovuti alle regole anti Covid non fa che dare eroismo alla faccenda. Un concetto ribadito proprio dal sovrintendente Michele Dall’Ongaro. Ribadito presentando oggi il programma all’Auditorium Parco della Musica di Roma. «Il lockdown è stato un problema insormontabile. Problema ripagato però da una ripartenza. Il cartellone è cambiato continuamente. Siamo stai costretti a farlo, ma oggi siamo pronti a ripartire».

Pappano mattatore, da 15 anni

Michele Dell’Ongaro Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Il 16 ottobre il concerto di inaugurazione della stagione sinfonica. Sarà trasmesso in differita su Rai 5 alle ore 21.15. E in diretta su Rai Radio 3. Fino a maggio Antonio Pappano sarà sul podio. Lui che ormai vanta un sodalizio giunto al quindicesimo anno alla guida dell’Orchestra. Lo sarà per otto produzioni. Inaugurazione con il Te Deum di Bruckner e Das Lied von der Erde di Mahler. A seguire il direttore spazierà in un vasto repertorio. Lo farà offrendo al pubblico uno spaccato di autori ed epoche diverse. Si va dalle Canzoni e Mottetti di Giovanni Gabrieli, fino alla Kammersymphonie n. 9 di Schoenberg. Senza dimenticare la Passione secondo Matteo di J.S. Bach e la Messa di Gloria di Gioachino Rossini.

E Pappano ha raccontato la sua esperienza di ritorno. Lo ha fatto con l’afflato emotivo di chi nel Covid ci ha visto una prova. Una prova superata. «Quando sono tornato alla prima prova dell’orchestra e del coro dopo il lockdown ho trovato tutti in grande spolvero. Vuol dire che il training continuo a casa è stato onorato da ogni corista e ogni musicista, che ringrazio».

«Questo esercizio di dover cambiare i programmi è stata una cosa stressante. Tuttavia ci ha resi più creativi. La musica dal vivo entra nelle viscere, abbiamo bisogno di essere nutriti da questo calore emotivo. Mi auguro che il pubblico ci dia fiducia sul rispetto dei protocolli di sicurezza».

Santa Cecilia, calore emotivo e sicurezza

Foto © Musacchio & Ianniello

Pappano ha anche raccontato il progetto ‘Momento’. È rivolto ai musicisti senza un contratto. E che lui potrebbe accogliere sul suo podio a turno per alcuni minuti. Una metafore bella delle occasioni che a volte il male genera inconsapevolmente. Tra i debutti per la prima volta a Santa Cecilia arriveranno l’olandese Jaap van Zweden. E’ l’attuale direttore musicale della New York Philharmonic.

Poi e il finlandese Jukka Pekka Saraste. Poi Alpesh Chauhan, attuale direttore della Birmingham Opera Company. Dirigerà Beatrice Rana nel Concerto n. 2 di Rachmaninoff. Ancora, Kazuki Yamada, direttore principale e direttore artistico dell’Orchestre Philharmonique di Montecarlo. Lui dirigerà Luigi Piovano nelle Variazioni Rococo’ di Cajkovskij.

Ruberti: musica in tutta la regione

Albino Ruberti © Livio Anticoli / Imagoeconomica

In sede di conferenza stampa di presentazione Albino Ruberti non poteva non essere orgoglioso. Lui è l’ex Amministratore Delegato dei giorni d’oro di Zètema Progetto Cultura: l’azienda strumentale di Roma Capitale che opera nel settore Cultura. Oggi è lo snodo centrale di tutte le attività della Regione Lazio, di cui è Capo di gabinetto: suo è il progetto che ha trasformato il Castello di Santa Severa in un attrattore culturale di dimensione nazionale.

E anche oggi la Regione Lazio sul pezzo in tema di musica c’è. E c’è sempre stata, con iniziative mirate, finanziamenti ad hoc e attenzione concettuale per le cose alte e belle. (Leggi qui Niente macerie per la Cultura: nel Lazio parte il piano di salvataggio).

«Altissimo il livello di questa Stagione 2020/2021 della Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Un’eccellenza del nostro territorio nonché una istituzione fondamentale. Lo è per il suo ruolo nella diffusione della cultura e della conoscenza della musica colta. Un programma di pregio che ci accompagnerà in questa fase di convivenza con il virus».

«E lo farà in attesa della Fase 3. Stiamo vivendo un progressivo ritorno alla normalità. Pertanto come Regione siamo convinti di una cosa. Che questo cammino verso la normalità vada affrontato vivendo la cultura con tante attività su tutto il territorio regionale. Ringraziamo dunque l’Accademia di Santa Cecilia. Per l’eccellente lavoro svolto e che ci permetterà nei prossimi mesi di assistere a momenti musicali unici e imperdibili. Come Regione lavoriamo insieme a Santa Cecilia».

Le iniziative per le aree del sisma

L’accademia di Santa Cecilia

«Lo facciamo non solo per sostenere uno dei cartelloni concertistici più importanti d’Europa. Lo facciamo anche perché la cultura musicale arrivi anche fuori dalle sale della Capitale. Prezioso il lavoro svolto nelle aree del sisma. Aree dove anche nel 2021 proporremo un’offerta di qualità grazie alla collaborazione con il MiBACT. Un’azione che rientra in una più ampia strategia. Strategia che la Regione Lazio sta portando avanti a sostegno delle attività culturali. Come il bando pubblicato recentemente che ha messo a disposizione risorse europee per favorire la digitalizzazione delle attività di spettacolo dal vivo. E dalle risorse europee sono in arrivo importanti novità per la programmazione 2021/2027».

Ruberti chiosa puntando alla sinergia fra settori. «Stagione in cui inseriremo un asse dedicato al territorio e, di conseguenza, alla cultura e al turismo. Si tratta di due dei settori che maggiormente hanno risentito della pandemia. Dopo il contenimento delle difficoltà, ci prepariamo con coraggio ad affrontare una fase nuova. Fase di sostegno e rilancio di tutto il settore culturale».

Tutti i numeri del programma

L’Orchestra di Santa Cecilia

Il programma è semplicemente regale. Con ventotto concerti sinfonici, ventidue da camera e due tour europei. E arricchito da una parata di stelle. Che che parte da una “fitta presenza” di Antonio Pappano. Per proseguire poi con Maurizio Pollini, Stefano Bollani, Beatrice Rana e Jan Lisiecki. Inoltre con Andras Schiff, Grigory Sokolov, Jean-Yves Thibaudet e Julia Fischer. E ancora con Leonidas Kavakos, Mario Brunello, Salvatore Accardo e Maxim Vengerov.

Il battage di resilienza che emana l’avvio della stagione concertistica del Santa cecilia non è sfuggito a Virginia Raggi, sindaca di Roma. «E’ una grande ripartenza. Abbiamo passato tutti un periodo terribile, ma voi non vi siete mai fermati. Il tema vero è la ripartenza, la creatività e la resilienza. Abbiamo imparato a vedere un’opportunità dove c’era una porta chiusa. Adesso abbiamo la possibilità di godere di una nuova stagione».

Silenzio in sala, ticchettio di bacchetta sul leggio, e pronti a sognare di nuovo. In sicurezza e malgrado Covid. Che non ha fermato la musica.