Si scrive verifica, si legge assessorato

La settimana di Passione per il sindaco Mastrangeli, in attesa della votazione al Bilancio più o meno nelle stesse ore in cui avvenne la Crocifissione sul Golgota. Poi, dopo Pasqua, la Resurrezione: con il via al rimpasto che dovrebbe costruire un nuovo equilibrio per l'amministrazione Mastrangeli

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

C’è una sottile beffa del Destino ad accompagnare le ore decisive dell’amministrazione Mastrangeli che governa Frosinone. Si snodano negli stessi giorni della Settimana Santa: creando un paradossale parallelismo tra i due eventi. La passione religiosa del Cristo e quella laica del sindaco. La votazione decisiva del Bilancio in Consiglio Comunale è fissata venerdì all’ora di pranzo, più o meno la stessa in cui il Signore spirò (dal momento che venne crocefisso all’ora terza, cioè le nove del mattino, e morì sei ore più tardi). All’alba del terzo giorno, subito dopo la Pasqua, via alla verifica politica in Comune: proprio nelle ore in cui avvenne la Resurrezione.

Queste sono le tappe dell’agenda politica nel Capoluogo. Non c’è modo di derogare. Poi ci sono le manovre “ufficiose“: non hanno né tregua né pause pasquali, verranno tentate fino all’ultimo minuto per arrivare ad ottenere la tanto ambita (perché ben remunerata) poltrona da assessore. Ed è questa la vera battaglia che si sta facendo sotto traccia, dentro e fuori l’aula consiliare. Anche se tutti giurano (a parole) di non essere interessati a fare l’assessore.

Chi vota cosa

Nel frattempo si fanno proiezioni e scenari. Si ragiona su quanti voti e quali approveranno il Bilancio. Più del quanto è decisivo il chi. Sia in maggioranza che in opposizione. Ventidue voti favorevoli (l’intera maggioranza) non è una utopia: è complicato ma non è un risultato impossibile da raggiungere ed è certamente alla portata del sindaco. Almeno per due motivi.

Il primo. L’avviso ai naviganti lanciato nei giorni precedenti dalla nave ammiraglia Mastrangeli. chi non vota il Bilancio è automaticamente fuori dalla maggioranza”. Dal punto di vista della strategia politica nessun Consigliere di centrodestra è propenso a complicarsi la vita da solo. Prima del tempo e se necessario. Sedersi al tavolo delle trattative programmatiche con il sindaco e fare delle rivendicazioni personali, o de relato, è piuttosto complicato dopo non avergli votato il Bilancio.

L’assessore Adriano Piacentini in queste ore sta lavorando sugli emendamenti al Bilancio che sono stati presentati proprio dalla maggioranza. In linea economica non appaiono richieste impossibili. In alcuni casi il problema è politico. Approvare quegli emendamenti significa spianare la strada ad un’approvazione sicura dei conti, un no potrebbe irrigidire le posizioni e portare ad una emblematica astensione o altrettanto indicativa assenza dall’aula. Per evitarlo, si valuta se trasformare quegli emendamento in un Ordine del giorno (che a nessuno viene negato) o in “Atto di indirizzo alla Giunta“. Dal punto di vista formale, una vittoria per far vedere che si è ottenuto qualcosa. In sostanza, zero carbonella.

La via d’uscita

Adriano Piacentini e Riccardo Mastrangeli

Questa degli emendamenti, potrebbe essere l’unica exit strategy per coloro che intendono smarcarsi dalla votazione avendo una “giustificazione” (si fa per dire ovviamente)  politica e tecnica. Del tipo: “sono legittimato ad astenermi. Ma non voto contro.”

Il secondo motivo è determinato dall’uscita del Comune dal Piano di riequilibrio finanziario. Difficile sostenere un non voto al primo Bilancio post Corte dei Conti, della propria maggioranza. In ogni caso, al netto delle eventuali assenze fisiologiche e non strategiche, nei banchi della maggioranza circa 19 o 20 voti favorevoli sono una buona base per cominciare a “ragionare”, il giorno dopo.

Anche per l’opposizione

Angelo Pizzutelli

Il chi vota è importante anche per l’opposizione. Sulla carta e per ruolo istituzionale, venerdì in Aula si dovrebbero sentire pronunciare 11 voti contrari. Cioè quelli di tutti i Consiglieri di minoranza (se presenti). Prescindendo dalla documentazione emendativa prodotta.

Sarebbe un segnale di ritrovata unità del centrosinistra, peraltro su un documento particolarmente significativo dal punto di vista politico ed in termini di programmazione della città. Unità che potrebbe essere anche il primo vero passo di avvicinamento a Frosinone 2027. Scenari diversi non sono però da escludere completamente tra i banchi dell’opposizione.

Sopra e sotto il tavolo

Queste le attività di superficie. Poi ci sono tutte le attività sotterranee, finalizzate ad ottenere un assessorato da parte di coloro che, legittimamente, aspirano ad averlo.

È inutile girarci troppo attorno: la quadratura finale della verifica politico/programmatica della maggioranza Mastrangeli passa inevitabilmente (e si avrà solo) con un nuovo assetto di Giunta, che accontenti tutti (o quasi) e non scontenti troppi. La coperta è senz’altro corta, perché, come in ogni legge di mercato, la domanda (di assessorati) è superiore all’offerta. Peraltro da bilanciare con le quote di genere previste dalla Legge. Ed è anche questo costituisce un ostacolo non da poco. Per i maschietti. (Leggi qui: La verifica, il rimpasto in Giunta e le quote rosa).

A proposito di leggi mercato. Sembra che il sindaco Mastrangeli da giorni sia immerso nelle letture del famoso economista del Novecento John Maynard Keynes. In particolare avrebbe evidenziato la frase che dice: “”La più grande difficoltà nasce non tanto dal persuadere la gente ad accettare le nuove idee, ma dal persuaderli ad abbandonare le vecchie.”