Scendono Lega, Pd e 5 Stelle, avanza solo Giorgia Meloni

Risultati significativi nella rilevazione di Ixé. La leadership di Matteo Salvini nel centrodestra è minacciata dalle percentuali di Fratelli d’Italia. Ma battono dei colpi anche Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, già proiettati al proporzionale.

Tra i partiti politici più grandi scendono tutti, tranne Fratelli d’Italia. Poi guadagnano anche Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Ma il quadro sostanzialmente resta immutato. E’ quanto emerge dalle intenzioni di voto studiate dall’istituto Ixè per conto dell’Osservatorio Politico nazionale.

Continua a perdere punti la Lega, stavolta scende dello 0,6% rispetto alla volta scorsa, che risale comunque al 6 ottobre. Il Partito di Salvini scende dal 23% al 22,4%. Bisogna sempre tenere presente che alle Europee del 2019 il Carroccio stava al 34%. Un crollo enorme, determinato probabilmente dagli effetti della pandemia. Soprattutto perché a Salvini sono venuti meno i bagni di folla in piazza e i selfie a raffica. Senza considerare che non si parla più di immigrazione. Il Capitano ha perso tutti i principali cavalli di battaglia.

Il ‘dovere’ che schiaccia Nicola

Nicola Zingaretti

Al secondo posto resta il PD che invece scende di ben mezzo punto rispetto alla scorsa proiezione. Dal 22,1% al 21,6%. Un problema che il segretario Nicola Zingaretti deve porsi, perché evidenzia una incapacità di crescita vera, endemica. Frutto probabilmente di un “senso di responsabilità” che schiaccia l’intero partito sulle posizioni governative e del premier Giuseppe Conte.

Al terzo, sul podio, c’è ancora il partito della Meloni, Fratelli d’Italia, che guadagna addirittura l’1,3%. E passa dal 15,6% al 16,9%. Ed è questo il tema politico più importante del momento, perché è chiaro che la costante avanzata di Giorgia Meloni pone il tema della leadership nel centrodestra. L’avvicinamento alla Lega è costante. (Leggi qui il sondaggio della scorsa settimana: Il Covid fa scendere Conte nei sondaggi, come Lega e Pd).

Il Movimento bipolare va in crash

Subito dopo troviamo invece il Movimento 5 Stelle, che perde addirittura lo 0,9%. Dal 16,7% al 15,8%. In attesa degli Stati Generali, ammesso che si celebreranno mai, il Movimento fatica a ritagliarsi una sua identità, diviso trama posizione ultra governativa di Luigi Di Maio e la voglia di “strappo” di Alessandro Di Battista. Pure in questo caso va ricordato che alle politiche del 4 marzo 2018 il Movimento raggiunse il 33%. Un crollo verticale dei consensi, al quale si aggiunge la totale mancanza di radicamento nei territori.

Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Foto © Raffaele Verderese / Imagoeconomica

Forza Italia guadagna lo 0,8% e balza dal 6,9% al 7,7%. Fieno in cascina per Silvio Berlusconi, che si prepara allo scenario che determinerà la legge elettorale proporzionale. Quando potrà assumere le scelte che vorrà, prendendo eventualmente perfino le distanze dagli alleati del centrodestra.

Incrementa di 0,8% Italia Viva di Matteo Renzi (da 2% a 2,8%). Solo lo 0,1% in meno invece per La Sinistra (da 2,6% a 2,5%), mentre Azione sale di 0,3 punti percentuali (da 2,1% a 2,4%). Infine, +Europa perde 0,4% e si colloca all’1,5%.

Un quadro frastagliato, da sistema proporzionale. A proposito: i 345 seggi parlamentari sono stati tagliati, ma non c’è traccia di una nuova legge elettorale.