Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 14 ottobre 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di giovedì 14 ottobre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di giovedì 14 ottobre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

CIANFROCCA-PAVIA

Maurizio Cianfrocca ed Enrico Pavia

Protagonisti, entrambi, di una campagna elettorale importante ed esaltante. Lunedì sera uno sarà sindaco e l’altro comunque avrà un ruolo fondamentale nel consiglio comunale di Alatri nei prossimi cinque anni.

Comunque vada a finire, Maurizio Cianfrocca ha avuto il merito di guidare bene la coalizione di centrodestra (non era scontato) e di tenerla unita. Mentre Enrico Pavia ha fatto un “miracolo”, arrivando al secondo turno con una coalizione civica e sopravanzando il centrosinistra.

Entrambi hanno mantenuto un profilo di rispetto e di attenzione alle proposte programmatiche. Certamente la vittoria di Cianfrocca lancerebbe il centrodestra anche sul piano provinciale, ma in ogni caso ad Alatri si è registrato un risultato importante. Quanto a Pavia, a distanza di cinque anni ha ripetuto un exploit che dimostra un ormai consolidato radicamento nel territorio. E la mossa di creare un pool per far rifiorire non solo architettonicamente ed urbanisticamente la città, affidandolo all’archistar di fama internazionale Paolo Portoghesi, non è affatto una mossa banale.

Solidi.

ENRICO LETTA

Enrico Letta (Foto: Andrea Giannetti / Imagoeconomica)

Sente profumo di trionfo il segretario nazionale del Pd e lo ha detto. Spiegando che due vittorie nei ballottaggi di Roma e Torino determinerebbero più di un successo politico.

In effetti finora ha sbagliato nulla sul piano delle strategie. Le vittorie a valanga di Milano, Napoli e Bologna dimostrano che il punto di forza del Partito Democratico rimane quello di avere una forte e credibile classe dirigente locale.

Ora però si tratta di compiere l’ultimo miglio, che ha una valenza simbolica forte. Perché cinque anni fa a Roma e Torino venivano elette sindache dei Cinque Stelle, Virginia Raggi e Chiara Appendino. E per gli anni successivi qualunque opzione di intesa tra Pd e Cinque Stelle vedeva i pentastellati protagonisti. Al punto che perfino Nicola Zingaretti vedeva in Giuseppe Conte il naturale candidato premier. Ma una vittoria a Roma e Torino ribalterebbe il campo e proietterebbe proprio Enrico Letta per quel ruolo.

Ribaltone virtuoso

FLOP

CLAUDIO DURIGON

Claudio Durigon (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Magari un successo di Vincenzo Zaccheo a Latina provocherebbe quella spinta che il deputato e coordinatore regionale della Lega aspetta ormai da quasi due mesi, da quando cioè è stato costretto al passo indietro da sottosegretario al Mef per lo scivolone sulla proposta di intitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce.

Ma in ogni caso quell’episodio andava archiviato. Mentre Claudio Durigon è rimasto frenato nella sua azione politica, che comunque deve snodarsi su tutto il Lazio. Certamente il risultato di Roma sarà importante e, nel caso di vittoria del centrosinistra, potrebbe provocare ulteriori scossoni. Però in ogni caso questo non vuol dire smettere di fare politica.

La Lega è in un momento complicato e difficile, ma tutto ruota sulla leadership di Matteo Salvini, del quale Durigon è un fedelissimo. Il Capitano non sembra avere intenzione di passare la mano. Il che però impone ai suoi uomini di reagire.

Fermo al palo da troppo tempo.

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte

Da lunedì sera i Cinque Stelle non esprimeranno più le sindache di Roma e Torino. Beppe Grillo fa finta di nulla, ma Giuseppe Conte non può.

L’ex premier e attuale capo politico del Movimento non può continuare a pensare di rimandare operazioni importanti. A cominciare dal varo di una sua segreteria politica. Poi può succedere qualunque cosa, perfino che Grillo possa “ribaltarlo” politicamente. Ma non ha alternative: il Governo Draghi andrà avanti e il Pd assumerà la leadership del campo che si oppone al centrodestra.

Giuseppe Conte deve prendere atto che a Palazzo Chigi non tornerà e che il  suo campo di azione è nei Cinque Stelle. Ma da alleato “minore” dei Democrat di Enrico Letta. La rappresentanza parlamentare attuale non  c’entra con lui. Andare avanti come se fosse ancora il premier non serve a nulla.

L’ora di svegliarsi.