Top e Flop, i protagonisti di martedì 19 marzo 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 19 marzo 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 19 marzo 2024.

TOP

PIETRO SALINI

Pietro Salini (Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

Ancora lui, lui è il suo fiuto per le cose piccole che innescano i volumi immensi. Volumi di affari che hanno portato il gruppo Webuild a chiudere il 2023 con risultati che hanno fatto pappa di tutte le più rosee aspettative. Stiamo parlando di un gruppo che neanche avrebbe avuto bisogno di essere presentato nel mainstream come quello che costruirà il Ponte sullo Stretto.

Webuild, già Salini-Impregilo, se la gioca in 52 Paesi del mondo. E per l’anno contabile ha raggiunto ricavi record di 10 miliardi di euro, facendo segnare un aumento “del 22% rispetto all’anno precedente, mentre l’utile netto raddoppia a 236 milioni di euro”.

Ma non è finita, a contare che in zona Ebitda, cioè l’indicatore che segna il margine operativo lordo, siamo a più 43%. Che in soldoni significa aver messo in cassa un volume superiore di quasi un miliardo, 819 milioni di euro, per la precisione. I dividendi sono pure ed ovviamente in crescita. Lo sono del 25%, e giace una proposta fondata su 0,071 euro per azione ordinaria e 0,824 euro per azione di risparmio.

Tre anni straordinari
Foto © Gary Bembridge

Sono tre anni che il gruppo guidato da Pietro Salini batte il record di ordinativi, con un portafoglio che vale 64 miliardi. Che altro dire? Salini ha dato una rotta talmente oculata ed al contempo aggressiva a Webuild che oggi in termini occupazionali per la “sola” Italia e di contributo al Pil per Roma stiamo parlando un colosso.

E nel novero delle opere portate a termine e messo in quel plan spicca roba davvero importante. Il ponte sul Danubio in Romania, il completamento della metro M4 di Milano.

Poi l’alta velocità Milano-Genova e l’impianto idroelettrico Snowy 2.0 in Australia. Per non considerare la linea 16 di Grand Pari Express e lo Ship Canal Water Quality project in Usa. Salini è uno che fa fare soldi al board e soldi agli azionisti. E che mette soldi in tasca a circa 83mila lavoratori.

Ed il fatto che sia tra le altre cose in giunta con Confindustria, che in questo periodo sta per cambiare timoniere non può che deporre bene. Specie oggi che le strategie prese a Viale dell’Astronomia sono più che mai distinguo per il Paese, piaccia o meno ad Alessandro Sallusti che invece non ha lesinato critiche.

Pietro il Grande.

ANTONIO BALDASSARRA

Antonio Baldassarra al G7

Davanti ai grandi del mondo: quelli più sviluppati sul pianeta ed il cui peso (politico, economico, industriale e militare) ha importanza su scala globale. Il G7 è uno dei tavoli intorno al quale si prendono le decisioni strategiche per il futuro. E lì a quel tavolo, l’altro giorno ha parlato un signore partito dalla provincia di Frosinone. Si chiama Antonio Baldassarra e per avere voce al G7 di Trento non è partito al mattino né la sera prima ma nel 1998. (Leggi qui: Seeweb al G7: «L’AI etica sta già a Frosinone»).

È stato uno dei visionari che ha saputo vedere il mondo a distanza di tanti anni. E muoversi di conseguenza. Mentre i più smaliziati scaricavano i file musicali dalla Bbs lui creava gli accessi per Internet; più comprensibile: dava gli accessi al casello che faceva entrare con il computer sul World Wide Web. E quando ci sono arrivati tutti gli altri lui ha venduto, investendo sul Cloud in un periodo nel quale ‘i dati devono stare sul mio computer, non su una nuvola perchè qui da me stanno al sicuro‘. Aveva ragione Baldassarra, avevamo torto tutti noi.

Oggi è il fondatore e Ceo di Seeweb. Ed ha già un piede nell’Intelligenza Artificiale. Anzi, una parte di AI abita da lui, nel Data Center di Frosinone. Viene utilizzata per semplificare i calcoli scientifici legati al mondo della Sanità.

A Trento, Antonio Baldassarra è andato a parlare di regole. Quelle dentro le quali far operare AI ed evitare un futuro alla Matrix dove l’intelligenza artificiale ritiene di essere superiore all’uomo ed è lei ad imporgli delle regole, innescando un conflitto. (Leggi qui Seeweb alla Camera: 10 misure contro l’impatto dell’AI sul lavoro).

A prescindere da quello che si sono detti e dall’effetto che quelle parole produrranno, esserci è il chiaro segnale del livello raggiunto dalla ricerca sul territorio. E dalla posizione conquistata nello scenario. Tutto il resto è relativo.

Con la testa nella nuvola.

FLOP

IL GENERALE VANNACCI

Roberto Vannacci (Foto: Andrea Apruzzese)

È diventato talmente mainstream come “generale Vannacci” che alla fine aggiungergli il nome, Roberto, è atto di cortesia anagrafica ma nulla più. E dietro questo fenomeno c’è anche la chiave di lettura di una piccola retromarcia dell’ufficiale nel gradimento della Lega per le Europee.

Preambolo: dopo la batosta in Sardegna e la mezza tenuta in Abruzzo Matteo Salvini sente l’acqua alla gola. Perciò ha trascorso l’ultimo fine settimana a giocare di strategia per evitare un possibile tracollo in caso di ulteriori undergrade del suo Carroccio.

Ha indicato in Luca Zaia l’uomo giusto per Bruxelles per togliersi un avversario con le mani libere dopo il voto. Ed ha blandito Vannacci come mai prima. Fin qui tutto ok ed a ben vedere nulla di nuovo. Eppure la greca che scrive libri, discrimina i gay, preconizza ceppi italici e che ama l’aneddotica “young” sui trans non piace a tutti.

La greca che adesso non piace più a tutti
Roberto Vannacci (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)

Dice e la novità? Eccola: Vannacci non piace più a tutti nella Lega, o meglio, c’è una parte della Lega che sta usando il movente dello scarso gradimento per Vannacci per mandare segnali a Salvini. La riprova? Ce ne sono tante e mirate. Contro la linea Salvini e con il generale usato come totem di dissenso si sono schierati leghisti di calibro grosso. Alcuni dei quali sono dei “salviniani in purezza”, mentre altri rimandano a quel “purismo primevo” che più di tutti oggi mette in discussione la segreteria del vicepremier.

Gian Marco Centinaio ad esempio non le ha mandate a dire. “Da militante preferisco votare chi è in Lega da tempo, chi lavora sui territori”. E attenzione, parliamo del vicepresidente del Senato. E perfino un fondatore come Giuseppe Leoni ha detto la sua a Repubblica.

Un… Centinaio di obiezioni

Ecco come: “I militari mi sono sempre stati sulle balle, soprattutto quelli del manganello”. Mica è finita. “Questo Vannacci ne dice ogni giorno di tutti i colori”. L’impressione è quelle per cui se prima nel Carroccio c’erano persone disposte a seguire l’usta del capo fino alle “extreme measures” oggi c’è un ritorno di dialettica.

Ed è la dialettica che non solo ha verificato che Vannacci esagera perfino per la Lega. No, è anche la dialettica in chi nel generale ci vede il grimaldello per scardinare la governance attuale. E sotto sotto Luca Zaia magari se la ride.

La greca che ci fa un baffo.

ROSSELLA CHIUSAROLI

Rossella Chiusaroli

I comandanti di valore si riconoscono nella tempesta. È la loro voce a tenere in ordine le truppe, evitare sbandamenti. Che è la crepa nella quale si insinua poi la rotta vera e propria. Rossella Chiusaroli da alcune settimane è il Coordinatore provinciale di Forza Italia, fresca di candidatura alle imminenti Europee. Sul fronte di Frosinone si sta scatenando il caos politico, capace di destabilizzare l’amministrazione comunale. E sono due esponenti forzisti ad avere acceso la miccia nelle ore scorse.

Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo, cioè il Gruppo azzurro nel capoluogo, hanno diffuso una nota con la quale mettono alla frusta il sindaco Riccardo Mastrangeli e la sua amministrazione. Della quale fanno parte. Al tempo stesso hanno completamente ignorato l’assessore di riferimento: Adriano Piacentini che è elemento strategico della giunta. Inoltre, non risulta che avessero una copertura politica per assaltare la loro stessa maggioranza.

In questi casi è il Segretario politico a dover intervenire. Imponendo una linea che sia quella del Partito e possibilmente abbia una sua coerenza. Com’è possibile che il Gruppo si lanci all’assalto saltando praticamente addosso anche al suo assessore? A Frosinone ore si pone una questione politica: chi rappresenta Forza Italia?

Il silenzio di Rossella Chiusaroli non serve a contenere la deriva. Anzi, la allarga. Comprensibile se si ragiona sul piano egoistico: il Coordinatore deve affrontare le Europee e quei voti sono ossigeno puro in uno scenario asfittico. Ma rischia di perdere quelli di Piacentini. E di mandare in corto circuito l’intero Partito.

Il silenzio che avvelena.